martedì 28 dicembre 2010

185-Tiriamo le somme


Ogni anno una meta, ogni anno un viaggio.

Non sono sicuro di aver raggiunto la meta che mi ero dato per quest'anno, chissà se raggiungerò quella del prossimo.

Ma in fondo, è bello avere una meta verso la quale viaggiare, ma è il viaggio che conta.



Che quello passato sia stato stupendo, e che il prossimo sia ancora meglio!
AUGURI

mercoledì 22 dicembre 2010

184-Un giorno speciale



Il giorno che guardando dalla finestra non vedrò più guerre, non vedrò più bambini morire di fame o di raffreddore, non vedrò persone soffrire, non vedrò la solitudine degli anziani, il giorno che sentirò piangere solo i neonati, prenderò un albero e lo vestirò di stelle prese in prestito al cielo: quel giorno sarà Natale.

giovedì 16 dicembre 2010

183-Piccole cose

Sono appena tornato da uno dei miei viaggi esplorativi, come sempre accompagnato dal vento che in questi giorni non si sottrae ai suoi impegni.
Al mio ritorno mi sono incontrato con un amico che stà passando un periodo non molto felice.
"Sono stanco di questo posto" mi fa "devo cambiare aria, voglio partire, fare un viaggio, lontano, lontanissimo, e stare via per mesi e mesi"
Capivo benissimo cosa voleva dire, il cambiare aria anche a me spesso serve per stemperare le tensioni quotidiane, ma non comprendevo il perchè del "grande" viaggio.
"Fai come me, parti, fatti un giro, poi torni per riposare un pò, e quando vuoi riparti. Perchè allontanarti così tanto ?"
Adesso era lui che non capiva me "ma come fai ad accontentarti di questi viaggetti" mi ha chesto "io voglio la mia grande occasione, e fino a che non si presenterà, non vedo perchè sprecare tempo in piccole cose".
Non ho insistito perchè, fondalmente, non mi sento tuttora in grado di giudicare se ha ragione chi come lui che aspetta la grande occasione oppure se ce l'ho io che, come dice il mio amico, "perdo tempo in piccole cose".
Capisco che sia molto soggettivo, ma personalmente mi sono sempre detto che se volevo godere di un pò di felicità e di divertimento, avrei dovuto accontentarmi delle piccole gioie quotidiane, piuttosto che ricercare eccessivamente la grande occasione, perchè questa potrebbe anche non capitarmi mai ...

lunedì 6 dicembre 2010

182-Felicità è ...


Stamani la mia fatina pelosa ha scoperto un gioco nuovo: la sua coda.

A differenza di tutti gli altri giochi a sua disposizone, questa strana appendice si muove!

Non solo, è anche difficile da prendere perchè sembra sempre sapere, ed anticipare, le sue mosse.

Ha corso fino a che, stremata, non ha deciso di lasciare perdere; ed è stato a quel punto che si è accorta che la sua coda era lì, davanti a lei, immobile ... tanta fatica per niente.

Quel suo "ballo" in cerchio, mi ha fatto pensare al concetto di felicità: più la rincorreva e più gli sfuggiva, quando ha smesso di farlo, e si è dedicata ad altro ... era la sua coda che la seguiva!

venerdì 3 dicembre 2010

182-Solitudine

Brutte giornate in questo periodo, la pioggia ed il freddo obbliga un pò tutti gli abitanti del villaggio a rimanere ognuno dentro la propria casa.
Armato di cappuccio, e sfidando l'umidità, mi sono comunque deciso ad uscire per fare un giro.
Avvicindandomi ad una finestra ho sentito un lamento, un piagnisteo.
Era un ragazzo, solo nella sua stanza, che si stava tremendamente annoiando, non riusciva a stare fermo un istante, si sedeva sul letto per poi rialzarsi subito, prendeva un libro dallo scaffale, ma poi, senza nemmeno aprirlo, lo appoggiava sulla scrivania.
Si stava lamentando, ad alta voce, perchè non riusciva a sopportare tutta quella solitudine.
Continuando nella mia passeggiata, poco più in là, sotto un portico, un vecchio seduto su una fredda panchina, se ne stava anche lui solo soletto a guardare nel vuoto. Aveva un giornale in mano, ma credo non fosse stato nemmeno aperto.
Il suo sguardo era sereno, ed un compiaciuto sorriso illuminava il suo volto.
Eppure anche lui stava vivendo un momento di solitudine come il ragazzo che avevo visto poco prima, ma la sua reazione era decisamente diversa.
Avrei voluto ghiedergli il perchè, seppur solo, non si stesse annoiando, ma temevo di disturbare quel momento tutto suo e mi sono allontanato.
Come sempre il mio amico vento, intuendo le mie perplessità, è venuto in mio aiuto ed ha fatto in modo che un foglietto abbandonato mi planasse davanti fermandosi ai miei piedi.
Una scritta, sbiadita dalla pioggia battente: "Vivo in quella solitudine che è penosa in gioventù, ma deliziosa negli anni della maturità. (Albert Einstein)"

lunedì 29 novembre 2010

181-Consiglio dil nonno

Quando ero piccolo smaniavo per diventare un "ometto", studiavo i comportamenti del babbo per imitarlo, il suo modo di parlare, il suo atteggiamento.

Quando i grandi parlavano tra loro, cercavo sempre di entrare nel discorso, per poter esprimere anche io qualcosa, ma spesso non sapevo nemmeno di cosa parlassero ...

Fingedo di essere interessato, e di capirci qualcosa, leggevo anche il giornale che tutti i giorni trovavo sul tavolo di cucina.

E sempre, quando lo facevo, c'era mio nonno che ridacchiava divertito, talvolta mi chiamava, mi faceva sedere sulle sua ginocchia ed accarezzandomi la testa mi diceva: "non è tenendosi in punta di piedi che si cresce".

Sono passati anni, credo valga ancora il suggerimento.

giovedì 25 novembre 2010

180-Mestieri

Stavamo discutendo sul rapporto che l'uomo ha con il suo lavoro ed in particolar modo con gli strumenti che esso usa nell'espletare tale attività.
Il contadino ha l'aratro, lo scenziato il microscopio, il soldato l'arma, e poi ci sono co0mputer, telefoni, macchinari ...
Siamo giunti alla conclusione che il più sorprendente degli strumenti che l'uomo ha a disposizione sia il "libro": gli altri sono tutti estensioni del corpo dell'uomo, il libro è un altra cosa; il libro è un estensione dell'immaginazione.

lunedì 22 novembre 2010

179-Folle corsa.

Ho sempre saputo che la felicità sia una condizione raggiungibile, ed allora, temendo che questa fosse un qualcosa di lontano da me, ho cominciato a correre, con tutte le mie forze, nell'intento di raggiungerla.
Più correvo, però, e più mi sembrava che lei mi sfuggisse, l'unico risultato era che mi sentivo sempre più stanco.
Ho provato, più volte, a cambiare direzione, nella convinzione di aver preso quella sbagliata, ma ...
Poi un giorno mi sono imbattuto in una fata, con due bellissimi occhi raggianti ed un sorriso che non poteva che trasmettere felicità.
Chiesi quindi a lei quale fosse il sentiero giusto.
"Stupidino" mi disse, come faceva a conoscermi così bene?
"ti stai affannando per avvicinarti alla felicità, ed ancora non ti sei accorto che più corri e più ti allontani dal lei"
... Stò ancora riprendendo fiato.

lunedì 15 novembre 2010

178-Il mondo a testa in giù

Ci sono cose che proprio non riesco a fare, per alcuni sono cose semplici, istintive, quasi meccaniche, per me no, per quanto mi impegni, proprio non riesco.
Non riesco, ad esempio, a mettermi a testa in giù e rimanere in equilibrio per guardare il mondo al contrario.
Provo, tento, oso, ma il tutto si risolve sempre con una capriola.
Non so per quale motivo non ci riesca, alcuni miei amici riescono a camminare sulle mani fino a che non decidono loro di smettere, io riesco a fare, al massimo, uno, due movimenti: quelli che mi servono per cercare di mantenere l'equilibrio ... quelli che mi bastano per perderlo.
Tutti i giorni, ci riprovo, e sempre suscito ilarità nei miei compagni.
Sia chiaro, tra tutti i miei amici, quelli che ci riescono si contano sulle dita di una mano, tutti gli altri sono al mio livello, solo che io sono l'unico che mi sono intestardito nel volerci riuscire.
Un giorno mi hanno anche fatto notare che, se mi fossi appoggiato ad una parete o ad un albero, sarei riuscito a stare in quella posizone senza perdere l'quilibrio.
Provai, ed era vero, potevo starmene a testa in giù per molto tempo, ma non era ciò che volevo io.
Devo assolutamente riuscire a farlo senza l'aiuto di niente e di nessuno.
Perchè faccio questo?
A cosa mi serve saper mantenere l'equilibrio sulle mani?
Per la verità non lo so più neanche io, so solo che non voglio rimanere con il dubbio che ce l'avrei potuta fare.

venerdì 12 novembre 2010

177-Debolezza

Ieri ho sentito bussare alla mia porta.

Non aspettavo nessuno, e l'ora era ormai tarda.

Con grande sorpresa, ma neanche poi molta dato che da alcuni giorni il solito uccellino che abita nell'albero del mio giardino cantava insistentemente come a voler preannuciare novità, mi sono trovato davanti un fata, una mia vecchia amicizia, che era tanto tempo che non vedevo.

Ho tentato di mascherare lo stupore, probabilmente senza riuscirci, e l'ho invitata ad entrare.

Era come la ricordavo, bellissima e dolcissima, con modi garbati e posati. Anche i suoi occhi erano non erano cambiati, due brillanti stelle nel cielo, ma stavolta quel luccicore era dovuto alle lacrime. Stava piangendo.

Strano, ho pensato, lei era sempre stata, per me, un punto di riferimento, un esempio.

A dispetto di quel suo esile corpo, e di quelle ali delicate, pari a quelle di una farfalla, era una delle creature del bosco più forti che avessi mai incontrato.

La vita non era stata molto gentile con lei, e l'aveva spesso messa a dura prova, ma ne era sempre uscita a testa alta.

In passato mi ero spesso rivolto a lei per la soluzione dei miei problemi, e lei si era sempre prestata ad aiutarmi, magari fingendo di non farlo, come se fossi stato io farlo nei suoi confronti, forse pensando che potessi sentirmi umiliato per il fatto di aver chiesto aiuto proprio a lei ... stupida.

Questa volta era lei a venire da me, e questo mi spaventava, sapevo già che non sarei stato all'atezza della situazione, che si stava rivolgendo alla persona meno adatta: io i guai li combino, non li risolvo.

"Mi sono addentrata in un bosco, nuovo, che non concoscevo, attratta dalla sua bellezza. Il sentiero era ben curato, spazioso, pulito, facile e piacevole da percorrere. Pochi i dislivelli, le curve dolci. Splendido panorama".

Che bello, ho pensato, adesso mi faccio dire dove si trova per andarci anche io.

"Ma poi il sentiero è diventato stretto e la vegetazione improvvisamente più alta ed incolta. Credevo fosse un passaggio più difficoltoso e mi sono inoltrata tranquilla. Ed invece le radici delle piante si sono improvvisamente chiuse dietro di me. Quel bosco mi ha trattenuta a se, ma quelle che prima eramo splendide siepi fiorite, si erano trasformate in rovi spinosi. La luce del sole non filtrava più da quanto folte erano le chiome degli alberi, una leggera nebbiolina si alzava dal terreno fangoso"

Il suo racconto mi stava terrorizzando, provavo freddo e paura ...

"Aiutami folletto, ti prego, aiutami!"

Non ho capito cosa volesse da me: era li, davanti a me, in casa mia, ormai fuori dal bosco, quindi aveva trovato la strada per tornare indietro, il bosco non era riuscito a rapirla. Non capivo in cosa e come potessi aiutarla.

"Spiegami, folletto, perchè sono entrata in quel bosco?"

" ... era bello, lo avrei fatto anche io"

"Ma perchè ho continuato a percorrere quel sentiero?"

"... lo hai detto tu, era piacevole da fare"

"Ma perchè il bosco si è poi chiuso dietro di me, perchè non mi sono fermata prima?"

"perchè non disponi della sfera di cristallo?" ho provato con una battuta, e per fortuna lei ha abbozzato un sorriso "non lo so, fatina, da come mi hai raccontato tutto sembrava perfetto, ed il buio è calato molto improvvisamente ... non saprei, io avrei fatto uguale, io ..."

"Grazie, folletto, mi sei stata di aiuto, per adesso."

Si è azata e se ne è andata. Non mi ha fatto finire la risposta, le avrei voluto dire che anche io avrei fatto come lei, ma che probabilmente, trovandomi imprigionato, mi sarei impaurito, mi sarei seduto in un angolo a piangere, aspettando che qualcuno venisse a cercarmi ed a salvarmi. Ed invece lei non si era persa d'animo Lei aveva trovato la forza di tornare sui suoi passi, affrontare i rovi, il buio, la nebbia. Lei era uscita da quel bosco, mentre io sarei stato ancora li a frignare ....

Le avrei voluto chiedere come aveva fatto, dove aveva trovato la forza, speriamo torni presto perchè adesso sono io che ho bisogno di risposte.

Come in passato, mi ha salutato con un "grazie", ed invece sono io che dovrei ringraziare lei, mi ha fatto capire che dentro di noi esiste una forza che ci permette di affrontare tutte le situazioni.

Nel vederla allontanarsi, con quel suo volo leggero, ho ripensato a quello che un vecchio saggio mi aveva detto: "spesso abbiamo un debole per le persone che ci aiutano ad essere forti".

sabato 6 novembre 2010

176-La castagnata

Intorno ad uno scoppiettante fuoco, a gustar "bruciate".

I grandi che paralavano tra loro, noi più piccoli ad ascoltarli.

Argomenti vari, nessun approfondimento in particolare, chiacchere ... eppure quanta saggezza nelle loro parole.

Insomma ... saggezza ... mica tutti si sono dimostrati cosi "saggi".

Alcuni interventi mi erano sembrati alquanto fuori luogo e comunque privi di sensatezza.

Avevo notato che, stranamente, chi aveva parlato meno, pur avendo detto poco, mi aveva portato a riflettere.

Al contrario, quelli che più erano intervenuti, spesso mi avevano fatto sorridere per la "stupidità" dimostrata.

Incuriosito da tale circostanza, a fine serata, mi sono soffermato con uno degli anziani, che io ritengo essere veramente saggio nonostante non avesse quasi mai aperto bocca. se non per mangiar castagne.

"Hai visto che stranezza? Nel silenzio anche un idiota può sembrare intelligente, purtroppo gli idioti non riescono a stare in silenzio ...."

mercoledì 3 novembre 2010

175-Il folletto pauroso

Camminavo nel bosco, un temporale aveva appeno terminato di sfogare la sua rabbia, dalle foglie degli alberi le residue goccie cadevano a terra e molte di esse mi colpivano ... che si stessero divertendo a farlo?
Ormai il sole era ormai quasi all'orizzonte, e le nuvole che ancora macchiavano il cielo ne offuscavano la luce.
Tra i vari rumori che il bosco può offrire subito dopo una tempesta, ne ho percepito uno più forte e deciso.
Non poteva essere un animale, e nemmeno il fruscio del vento.
Era un folletto, come me, che stava correndo vorticosamente da albero ad albero, come se volesse nascondersi da qualcosa.
"Hei! Qualcuno ti stà forse rincorrendo?"
Non ebbi risposta e così mi avvicinai a lui.
"Conosco bene questo posto, dubito che ci sia una qualsiasi creatura che possa, o voglia, farti del male".
"Le ombre" a voce bassa, intimorita.
"Le ombre? Ma stai scherzando? Cosa mai potrebbero farti le ombre?"
"Se ci sono le ombre, è perchè c'è qualcuno che le fa, qualcuno alle mie spalle che potrebbe non essermi amico. Se ci sono è perchè sono seguito e se mi seguono ..."
"Fermo! Calma, guarda che ti stai sbagliando di grosso: se ci sono delle ombre, non è certo perchè c'è un "qualcuno", molto più semplicemente, se vedi un ombra, è perchè lì vicino c'è una luce ... ed hai pura della luce?"

sabato 30 ottobre 2010

174-Paura

Anche se scontato, mi soffermo brevemente su Halloween ... la festa della paura.

Faremo una grande festa, nel villaggio, e, come nelle città ci travestiremo in modo da far morire di paura tutti coloro che ci incontreranno lungo i sentieri.

Volete un esempio?

Alla mia fatina ho dipinto le ali di nero, e si è trasformata in un agghiacciante pipistrello ... paura!


Non vi siete impauriti ?

Forse perchè le fate, per quanto lo camuffi, restano sempre fate !

Ed allora preferisco finire con una bella frase, sulla paura, lasciata da un "umano" ma che anche nel bosco trova molti consensi:

"E' normale che esista la paura, in ogni uomo, l'importante è che sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti." (Paolo Borsellino)

mercoledì 27 ottobre 2010

173-Chi avrà pazienza ...


..di arrivare in fondo a questo post, scoprirà, alemno di avere un amico.

Iride Libera mi ha nominato ... non al Grande Fratello, ma come facente parte della sua cerchia di "amici", e saper di avere un amico/a in più è per sempre una gioia.

Come lo ha fatto? Mi ha lasciato, o lanciato non saprei, una simpatica staffetta, una corsa sulle corsie del web iniziata chissà da chi e dove, ma con lo scopo di farsi conoscere un pò facendosi sopra anche qualche risata.

In questa Staffetta dell'Amicizia bisogna rispondere a 8 domande ed essendo il mio turno, rispondo, per me e per quel pazzerello del mio amico che spesso si fa mio portavoce.

Poi inviterò qualche amico/a a fare lo stesso, e chi vorrà correre anche lui un tratto di corsia,non avrà che da copiare l'immagine e rispondere alle domande.

1- Quando da piccoli vi veniva chiesto cosa volevate fare da grandi, cosa rispondevate?
Folletto del Vento: il bambino ... da grande vorrei continuare ad essere bambino; quando sarò
grande, vi dirò ...
L.: qualsiasi cosa purchè fosse a contatto con i motori, le auto, le moto ... ce l'ho fatta!

2- Quali erano i vostri cartoni animati preferiti?
Folletto del Vento: Bambi, perchè c'erano un sacco di animaletti del bosco.
L.: Bambi, perchè mi faceva piangere ... forse quando dicevano che ero tutto grullo (e qui vi ci voglio...) non avevano tutti i torti.

3- Quali erano i vostri giochi preferiti?
Folletto del Vento: le farfalle, senza far loro del male.
L.: indovina indovinello ... le macchinine !

4- Qual è stato il vostro più bel compleanno e perchè?
Folletto del Vento: tutti, dal primo all'ultimo, perchè nel bosco, facciamo sempre una grande festa.
L.: ce ne sono stati tanti belli, tutti per motivi diversi e quindi difficilmente paragonabili tra loro (tipo:"vuoi più bene alla mamma o al babbo?" ...vera crudeltà!). Ricordo però il più brutto: allora ero un ufficiale dell'esercito e mi ritrovai da solo, in servizio di guardia in un ex campo di concentramento nell'appennino centrale e con, confinante, un carcere criminale ... e mi offrii anche volontario (tanto per confermare il "grullo" di cui sopra)

5- Quali sono le cose che volevate assolutamente fare e non avete ancora fatto?
Folletto del Vento: vorrei farmi accompagnare dal vento in giro per il mondo e fare la pipì (si può dire vero?) sulla testa dei cattivi ... ma prima devo bere molto.
L.: diventare un Folletto e farmi accompagnare dal vento .....

6- Quale è stata la vostra prima passione sportiva o non?
Folletto del Vento:la prima passione sportiva la corsa con le lepri, la passione non sportiva coltivare amicizie.
L.: sportiva: ... tutto ciò che è sport l'ho fatto, ad "alti" livelli però solo pallavolo (da "piccolo") ed equitazione (da "grande"). Non sportiva: balli caraibici, alla follia ... ma più folli sdi me sono quelli a cui insegno io!

7- Qual è stato il vostro primo idolo musicale?
Folletto del Vento: Un uccellino che tutte le mattine quando mi svegliavo cantava sul ramo di un albero vicino alla mia finestra.
L.: il primo sicuramente Battisti, anche perchè era quello più facile da suonare con la chitarra nelle nottate in spiaggia.

8- Qual è stata la cosa più bella chiesta (ed eventualmente ricevuta) a Babbo Natale, Gesu' Bambino, Santa Lucia?
Folletto del Vento: mai chiesto niente, ma la cosa più bella ricevuta è stata un disegno di una farfalla colorata.
L.: da piccolo mi sono sfogato ed ho chiesto tutto il possibile ... senza ricevere molto perchè abitavo in una strada in fondo alla via, e quando Babbo Natale arrivava, aveva sempre finito tutti
i regali più belli (mi sono sempre chiesto per quale motivo non sia mai partito dal mio lato di strada ...). Da grande ho smesso di chiedere e mi godo tutto quello che arriva: la più bella, comunque sono i sorrisi che alcuni bambini mi fanno nonostante non abbiano nessuna voglia di sorridere (me questa è un altra storia...)


A chi passo il testimone? Vediamo (in ordine alfabetico)... tutti/e quelli/e che leggo ritengono siano "amici", almeno di Folletto, quindi dovrei dire "TUTTI", ma dato che sono curioso di leggere le risposte di qualcuno/a in particolare, non me ne vogliano gli altri/e che spero vogliano rimanere miei amici:

Bussola - perchè una che ha avuto un dubbio su cosa fosse il "pisellino di cinghiale" deve avere in serbo delle risposte spassosissime.

D'autre Temp - perchè non posso fare a meno di lei ... so già che mi odierà per questo, ma, come lei dice spesso, io sono un folletto dispettoso.

Ele - perchè un giorno potrò dire a tutti che quella che ha vinto il Grande Slam è amica mia!

Frammento di Cristallo - perchè non potrà esimersi dal rispondere ....

Emanuela - perchè immagino già quanto eni suoi desideri ci sinao scimmie, puzzole, lupi ...

Madis - per strappargli un sorriso felice senza doversi poi sentire in colpa per questo.

Melina - perchè invidio tanto la sua forza. So già che le risposte comincerano tutte con M. ma io sono curioso ugualmente

Occhi di Notte - perchè ... con queli occhi lì!

Sciarada - perchè se le sue risposte sono belle come le sue foto ...


Selene - perchè voglio capire come sia dornmire con una motosega.

Silvia - perchè è amica vera.

Stephanie - perchè in questi giorni ha deciso di pensare un pò a se ... vediamo a cosa sta pensando.

sabato 23 ottobre 2010

172-Stanze...porte















Molto ben nascosta dalla vegetazione, nel cuore della nostra foresta, c'è una vecchia e pericolante casa.
Dall'esterno sembra molto piccola, ma quando entri ti rendi conto che la prima impressione era decisamente sbagliata: è grande, molto grande.
Questa strana costruzione ha la caratteristica di avere molte stanze, ed in ognuna di queste vi sono diverse porte, alcune chiuse, altre aperte, ma tutte senza maniglie...
Una leggenda dice che sia infestata dagli spiriti di chi si è perso all'interno della casa e non è riuscito a ritrovare l'uscita; io non credo sia una storia inventata per far desistere i più piccoli ad entrare, ma che sia la verità e vi spiego perchè: nella prima stanza devi scegliere quale porta prendere tra quelle aperte per poter entrare nella seconda, e così via.
Se ti trovi in una stanza con tante porte hai piena libertà di scelta, se invece trovi una sola porta aperta sei obbligato a seguire il volere della casa.
Succede spesso di trovarsi con una sola porta aperta, e mentre ti avvii per varcarla questa si chiude; ma non devi temere, perchè, per ogni porta chiusa, ve ne è almeno un altra che si apre.
Purtroppo molti "visitatori", quando si trovano in questa situazione, passano troppo tempo a guardare con timore e rimpianto la porta che si è chiusa, senza accorgersi di quelle che si sono aperte, magari poprio davanti a loro ... e così si perdono.
La chiamano "home of life", ma io non son bravo in inglese ....

martedì 19 ottobre 2010

171-Sogni e Realtà

La giornata non era iniziata nel migliore dei modi, la sveglia era suonata molto presto, la temperatura, già abbastanza rigida, e l'assenza di luce invitavano a rimanere ancora un pò sotto le spesse e calde coperte.
A rendere ancor meno rosea la situazione, anche il ricordo del sogno appena fatto e che la sveglia aveva interrotto.
Per la verità non era un brutto sogno, al contrario era stato molto bello, piacevole, uno di quei sogni ottimistici ...
Forse è stato proprio l'aver scoperto che era solamente un "sogno", mi aveva lasciato l'amaro in bocca.
Colazione, frettolosa, e via verso la mia destinazione.
Poco dopo essermi incamminato ho incrociato un amico e ci siamo salutati. Anche lui non sembrava affatto felice di trovarsi li e, come me, avrebbe probabilmente preferito essere ancora al calduccio.
"Dai, non essere così giù, allo spuntar del sole vedrai che il sorriso ci tornerà".
"Ma certo" mi risponde "non ha dubbi su questo, ero solamente un pò pensieroso, tutta colpa di un sogno che ho fatto stanotte".
"Incubo?" chiedo
"No, no, assolutamente, un sogno molto bello ... peccato fosse solo un sogno".
Non ho resistito e gli ho detto che anche io, al mio risveglio, avevo avuto la sua stessa sensazione accompagnata da malinconia.
Poi gli raccontato, con dovizia di particolari, quello che avevo "vissuto" durante la notte, e più andavo avanti e più il volto del mio amico si illuminava di sorrisi.
Non capivo il perchè di quella sua improvvisa felicità, che mi stesse prendendo in giro nell'ascoltare le mie fantasie?
Al termine del mio racconto mi si è avvicinato, mi ha abbracciato forte e mi ha sussurrato:
"è una cosa bellissima, è stupendo, meraviglioso. Ho sognato la stessa identica cosa che hai sognato tu, anche nei più piccoli particolari !"
Sono rimasto a bocca aperta: era veramente strano che due persone avessere effettivamente fatto lo stesso sogno, e perchè tutta quella sua felicità dopo aver sentito il mio racconto?
Come avesse interpretato i miei pensieri, mi guarda con occhi lucidi e mi fa:
"Quando si sogna da soli è solo un sogno, ma quando si sogna in due comincia la realtà".
E sorridendo si è allontanato.
Mi ha contagiato, adesso sorrido anche io.

venerdì 15 ottobre 2010

170-Libertà


Pensavo che i folletti fossero creature sempre allegre e spensierate, invece proprio stamani, molto presto, ho incontrato uno del mio villaggio, seduto su di un muretto, che aveva una espressione molto triste.
Convinto che avesse un qualche problema, e che potessi almeno aiutarlo a risolverlo, mi sono avvicinato a lui e gli chiesto cosa lo turbasse così tanto.
"Non siamo liberi" mi ha risposto con voce molto bassa.
"non è vero amico, noi siamo liberi. Nessuno ci costringe, è pur vero che ci sono regole da rispettare, che possiamo condividere o meno, ma noi siamo lineri: liberi di alzarci o di stare a letto, liberi di camminare o stare fermi, liberi di dire la nostro opinione ..."
"Ti sbagli, non siamo affatto liberi"
"Ma come" ho replicato nuovamente" non mi sembra che tu sia imprigionato a niente o a nessuno. Anche tu, come noi, sei libero di fare tutto quello che vuoi, e nessuno potrà fermarti, a meno che tu non faccia del male ..."
"Non capisci proprio, vero? Tu dici senpre NOI siamo, NOI facciamo, NOI ... ma a chi ti riferisci, a me, a te, e a chi altro? Fino a che al mondo ci sarà anche una sola creatura in catene, NOI non saremo liberi".

...Touché

lunedì 11 ottobre 2010

169-Forme di discussione

C'è una fatina nel mio villaggio, con la quale amo passare il tempo a parlare, perchè è una di quelle che sa ascoltare.
Non è importante l'argomento che trattiamo, è sufficiente parlare e confrontarsi.
Questa mia amica, ha però un difetto ... o meglio, ha un determinato tipo di atteggiamento, che ancora non riesco a "digerire", quindi sono io quello che è in difetto, non lei.
Dicevo: in alcuni casi, vuoi perchè lei è più nervosa del solito, vuoi perchè è più convinta di quello che stà dicendo, tende ad alzare la voce per difendere le proprie argomentazioni.
Io, quando mi trovo in queste situazioni, mi blocco, entro in un silenzio assoluto; continuo ad ascoltare con attenzione, ma smetto di replicare ... il che la fa arrabbiare ancora di più.
Ma questo deve essere un "gioco delle parti" che anche lei conosce ed accetta, infatti una volta sfogatasi, prende e se ne va con il muso lungo.
Non passano più di dieci minuti che poi, o io o lei, facciamo in modo di ritrovarci, casualmente, in una qualsiasi parte del villaggio, e riprendiamo la discussione da dove era finita (o meglio, da prima che lei alzasse la voce).
Bastano poche parole per trovare quell'accordo, quella sintonia, che sembrava impossibile alcuni minuti prima.
Tutte le volte, ma proprio tutte, che succede una cosa del genere, lei mi chiede come io faccia a mantenere la calma, e perchè accetti di "ritirarmi" senza replicare a quello che lei stava urlando.
Non ha ancora capito che considero il silenzio una forma di dicussione come la sua ... magari portata avanti con mezzi diversi, ma sempre di discussione si tratta.

venerdì 8 ottobre 2010

168-Gioco nel bosco

Vi parlerò di un gioco, ma potrebbe chiamarsi "prova", che da piccoli ci obbligano a fare.
Nel bosco ci sono due case, una con il tetto rosso, l'altra lo ha blu, unite da un unico sentiero che però presenta, in dieci punti diversi, altrettanti diramazioni, solo una però permette di proseguire, l'altra dopo poco si rivela senza sfondo.
Ci portano dentro la casa dal tetto rosso e ci invitano a raggiungere l'altra.
Sembra facile vero?
Invece non lo è poi così tanto, infatti il sentiero è "magico" e non permette a nessuno di tornare indietro, sui propri passi.
Al massimo puoi provare ad addentrarti nella vegetazione molto fitta, nella speranza di ritrovare il sentiero principale ma con il rischio di farti anche del male (abbondano i rovi...).
Il vecchio che ci accompagna ripete sempre la stessa cosa: "non avere fretta, ad ogni bivio, studia bene la situazione, cerca di cogliere i messaggi che sicuramente saranno presenti, non prendere una delle due strade se non sei prorpio sicuro sia quella giusta. Ricorda che a nulla serve prendere la strada giusta le prime nove volte, se poi, proprio all'ultima, imbocchi quella sbagliata ... Dieci scelte per poter arrivare alla casa dal tetto blu".
Da bambini lo facevamo divertendoci, accettando la sfida, adesso invece ci ripenso molto spesso: quante scelte da fare, e basta commettere una stupidaggine, anche solo una, per rovinare tutto il percorso già fatto, con il rischio di non arrivare più alla meta, o comunque di riuscirci ma con le ossa rotte.

lunedì 4 ottobre 2010

167-Alberi e foglie


Stavolta il vento ha soffiato veramente forte, e mi ha portato in un posto lontanissimo dal mio abituale boschetto.

Per fortuna ho trovato un posticino tranquillo ed immerso nel verde (forse qualche zanzarina di troppo...) che non mi ha fatto certo rimpiangere casa mia.

C'erano piante di tutte le specie provenienti da ogni parte della terra.

Alberi altissimi tra altri nani, dal tronco enorme oppure esilissimi, dai colori chiari e dagli scuri, fioriti oppure spogli.

Ma una cosa li accomunava tutti: per quanto e come possano crescere i loro fusti ed i loro rami, le foglie, cadendo, ritornano sempre alle radici.

venerdì 1 ottobre 2010

166-Sogni

Adoro sognare ad occhi aperti.

Talvolta non sopporto farlo mentre dormo.

Eppure sempre sogni sono....

martedì 28 settembre 2010

165-Temporale


Bagliori nel buio, seguiti da frustate secche e decise.

Il rumore della pioggia che sbatte sulle foglie e sulla terra è ritmico e talvolta anche piacevole.

E' strano che un semplice principio fisico possa essere riscontrato nella vita comune: il lampo arriva prima del tuono, sempre.

La luce abbagliante squarcia la notte ed illumina, seppur per pochi attimi, anche gli angoli più nascosti. Credi di aver visto qualcosa, ci speri, ti fai coraggio.

Ed invece, di li a poco, ma non sai di preciso quando, arriva il colpo, come se tu avessi sbattuto, inciampato, contro qualcosa che non avevi visto.

Una schiaffo, in pieno volto.

Viene da chiedersi se sia il destino che si diverte a dare la luce per poi "punire" e far tornare tutti con i piedi per terra, oppure quel bagliore serva a lui per individuarti meglio ...

Noi creature del bosco, non abbiamo la risposta a questo, ed allora durante i temporali usciamo all'aperto e balliamo, perchè, che sia per un motivo o per l'altro, non sarà un pò di pioggia a toglierci la voglia di correre avanti.

venerdì 24 settembre 2010

164-Soluzioni forti

Che strano, alcuni post fa, mi ero avventurato sull'argomento "dimenticare e perdonare".

Proprio in questi giorni mi sono trovato a dover decidere se perdonare o meno.

Potevo comportarmi da "sciocco" e, non volendo dimenticare, negare anche il perdono, ma ...

Oppure fare come il folletto ingenuo, che dimenticò in fretta e quindi perdonò anche abbastanza velocemente, ma ...

Restava il "saggio" ...

Poi ho deciso, la mia memoria non è quella "fredda" di un computer, non si cancella: darò un peso diverso a quello che è successo, ma ne rimarrà comunque una traccia.

E per perdonare come la mettiamo?

Io non sono per le cose semplici ed ho quindi optato per la soluzione più difficile, più "forte": ho perdonato perchè, come una volta mi fu detto, è veramente più facile voltare le spalle a chi ci ha ferito, piuttosto che andargli incontro ed abbracciarlo.

martedì 21 settembre 2010

163-Martin Luther King

Passano gli anni
Le generazioni si rinnovano
Possibile che gli errori del passato non ci insegnino proprio niente?

Abbiamo imparato a volare come gli uccelli,
a nuotare come i pesci,
ma non abbiamo imparato
l'arte di vivere come fratelli.

giovedì 16 settembre 2010

162-Buoni consigli

Quando ho bisogno di un buon consiglio, e succede abbastanza spesso, passo un pò del mio tempo con un amico che riesce sempre ad instradarmi sulla giusta via.

Alcuni giorni fa stavo passeggiando con una fatina sulla riva del fiume che scorre vicino al nostro villaggio.

Avevo accettato volentieri il suo invito ad accompagnarla in questo giro/sfogo, perchè avevo notato, negli ultimi giorni, un velo di tristezza nei suoi occhi, che, normalmente, sono molto belli e luminosi.

Come suo solito, non fu di molte parole, lasciò che fossero i movimenti delle sue mani, le smorfie della bocca, e l'intensità degli sguardi, a farlo per lei.

Io, invece, non me ne stavo in silenzio un momento, la mia curiosità mi spingeva a chiedere delucidazioni e chiarimenti, ma come risposte ottenevo solo monosillabe e alzate di spalle.

Mi chiedevo per quale motivo mi avesse voluto con se, sapeva che non l'avrei lasciata in pace, eppure se ne stava in silenzio prestando invece moltissima attenzione a quello che le dicevo io.

Ad un certo punto, forse per rompere il momentaneo silenzio che si era creato a causa dell'esaurimento della mia fantasia, mi chiede:

"Ho bisogno di un consiglio da te, vorrei mi dicessi come mi devo comportare..."

"Alt" la blocco " non sono io la persona adatta per darti un consiglio. Posso dirti come la penso, ma darti un consiglio ... mai!" e così dicendo la consigliai di rivolgersi anche lei a quel mio amico di cui parlavo prima.

"Ci sono andata, ma anche lui mi ha risposto che non voleva darmi nessun consilgio"

"E tu che hai fatto"

"Me ne sono tornata a casa"

"Ecco dove hai sbagliato, dovevi stare un pò con lui, osservarlo, seguirlo, dovevi parlare un pò con lui. La risposta alla tua domanda sarebbe arrivata, te lo assicuro"

La sua espressione si era fatta dubbiosa ed incredula, dovetti spiegarmi meglio: "con lui puoi andare tranquilla, chi da il buon esempio non mai bisogno di dare anche buoni consigli".

martedì 14 settembre 2010

161-Il letto


Ero stanco di dormire all'aperto, l'estate è finita, aveva piovuto durante il giorno, la mia casa era lontana e non sarei potuto rientrare in tempo.

Così ho deciso di entrare in un hotel, non ci crederete, ma anche per noi creaturine dei boschi esistono gli hotel, e non sono poi così diversi da quelli della grande città.

All'ingresso una grande sala, con luce soffusa e sottofondo musicale.

Nessuno al bancone, così mi sono messo a curiosare in attesa che qualcuno venisse a ricevermi.

Proprio sopra il mobiletto delle chiavi delle stanze, risaltava un cartello scritto a mano, con mano decisa e con un bel pennarellone di colore rosso, recitava:

"se non dormite non date colpa al nostro letto, prima di addormentarvi fate i conti con la vostra coscenza".

sabato 11 settembre 2010

160-Il saggio, lo sciocco, l'ingenuo

Vicino al nostro villaggio, immersa nella fitta vegetazione del bosco, una piccola casetta ai piedi di un enorme albero, abitata da tre strani gnomi, amici da una vita ed inseparabili.

Tutti però si chiedono come sia possibile una serena convivenza tra tre persone così profondamente diverse per come effettevimente loro sono.

Diversi in tutto, fisicamente uno è alto, l'altro è basso, il terzo grassoccio.

Indossano sempre abiti di colore diversi tra loro.

Ce ne è uno che è un gran dormiglione, mentre gli altri due sono mattinieri.

Amano la buona tavola, ma i loro gusti sono anch'essi diversi. chi mangia il pesce, chi la carne, chi solo verdure ...

Nonostante questo nessuno li ha mai visti discutere tra loro.

Ma l'aspetto che più di tutti ci fa sorridere quando li vediamo, e la loro sostanziale differenza di carattere: uno è estremamente saggio e funge un pò da "capofamiglia", un altro, al contrario, è decisamente sciocchino, nel senso che crede di essere il più bravo in tutto, è presuntuoso e, dei tre, il più antipatico. Infine l'ultimo è timidissimo, e molto ingenuo, la sua testa è sempre tra le nuvole, a volte lo troviamo girovagare nel bosco che sogna ad occhi aperti affascinato da qualsiasi cosa veda per la prima volta.

La scorsa settimana un folletto, forse geloso di questa loro profonda amicizia, ebbe la stupida idea di entrare nel loro orticello e di calpestare con violenza tutte le pianticine che stavano crescendo. Pensava di metterli un pò l'uno contro l'altro qualora si fossero addossati la responsabilità di tale "disastro", invece i tre si misero subito al lavoro per salvare il salvabile.

Nel risistemare il terreno trovarono un ciondolino che apparteneva al folletto, smascherandolo.
Corsero quindi al villaggio e, di fronte a tutti, restituirono il monile al suo proprietario, ma non dissero niente di quello che era successo al loro orto, nonostante tutti ne fossero a conoscenza.
Stamani, di buon ora, mi sono avvicinato a casa loro, volevo curiosare un pò e vedere se veramente erano riusciti a rimmettere tutto in ordine.

C'erano solo due dei tre gnomi, seduti a terra che parlavano tra loro, erano quello più sciocchino e quello ingenuo.

Lo sciocco insisteva nel dire che quello che era successo se lo era legato al dito "quello là non lo perdono, e non mi dimenticherò certo di quello che ci ha fatto"

L'altro, l'ingenuo, invece era di parere opposto "ma dai, che ti importa, io l'ho già perdonato, e mi sono anche già dimenticato quello che ci ha fatto".

E' stato in quel momento che è arrivato il terzo, quello più saggio, ed i due amici si sono rivolti a lui chiedendo chi avesse ragione.

"Secondo me avete entrambi ragione e torto al tempo stesso" sentenziò "per quanto mi riguarda, ho capito il motivo per il quale lo ha fatto, io l'ho perdonato"

"Hai visto ?" fece l'ingenuo allo sciocco " lo sapevo che facevo bene a perdonarlo!"

"Certo" replicò il saggio " l'ho perdonato, però non dimenticherò quello che ci ha fatto ..."

giovedì 9 settembre 2010

159-Errori

Spesso mi capita di discutere, con calma ... o anche no, con alcune persone che si auto-maledicono ritenendo di essere buone solo a commettere errori.

"...la mia vita è costellata di errori..."
"...come mi muovo, sbaglio ..."
"..non riesco a fare niente di buono ..."


per finire con il classico "ma tu sbagli qualche volta?"

Mi sono interrogato su questa domanda, e sono arrivato ad una conclusione: sarò sincero, a volte sbaglio anche io, come tutti penso, ma ci sono terreni, attività, argomenti, nei quali ritengo di essere, modestia a parte, un vero esperto della materia.

Potrei insegnare, contestare e ribattere senza nessun timore nel confrontarmi con gli altri.

Ci sono campi nei quali, in passato, ho commesso tutti i possibili errori che potevano essere commessi. E' qui che ritengo di essere un vero esperto.

sabato 4 settembre 2010

158-Il marinaio

Mi sono ritrovato a vagare sopra il mare aperto, sotto di me solamente le onde, increspate e spinte da un vento forte e impetuoso, a largo della costa che ormai non si vedeva nemmeno ad occhio nudo.

Non era una brutta giornata e non c'era nemmeno aria di bufera, ma il vento era veramente forte, e le onde veramente alte.

E dato che, dove c'è mare ... c'è anche una barca, eccola lì, piccola ed indifesa che cerca di resistere a tanta forza.

Di piccole dimensioni, a vela e con un solo marinaio a bordo che, a differenza della sua imbarcazione aveva un fisico possente.

Nonostante questo, sembrava non riuscire a domare il vento, la vela non seguiva la corrente, la barca si muoveva in direzione opposta a quella che avrebbe voluto il marinaio.

Ritenendo che tutta quella fatica potesse essere risparmiata all'uomo, chiesi al mio amico vento di soffiare in altra direzione.

Ma, anche con il cambiare della direzione del vento, il marinaio sembrava avere grosse difficoltà a governare l'imbarcazione.

Chiesi nuovamente all'amico di soffiare in altra direzione, ma i risultati non cambiarono.

Solo dopo il quarto, o forse quinto, tentativo di aiutare quel pover uomo, mi accorsi che dietro di me, a non molta distanza, vi era un altro folletto, che stava sorridendo.

"E' inutile che ci provi, sono giorni che tento io, ma non riesco a dargli nessun supporto. Per quanto riesca a cambiare la direzione del vento, lui continua a girare intorno senza riuscire a manovrare correttamente la vela, forse haun problema al timone, o forse non è esperto".

"Non credo, sai?" avvicinandomi a lui " non deve essere un problema al timone, o alla vela, e neppure mancanza di esperienza, immagino che on esista un vento favorevole per un marinaio che non sa dove vuole andare".

lunedì 30 agosto 2010

157-Ragione o torto

Avevo ragione io, ne sono certo.
Eppure ho la sensazione di avere avuto torto ... o comunque che nel torto ci sia passato io.
Insomma, sono particolarmente disorientato.
Tutto è cominciato ieri durante una delle mie passeggiate nel bosco in compagnia della fatina Didì (ricordate?): un folletto, che conoscevo solo di vista, mi ha verbalmente aggredito perchè pensava stessi invadendo il "suo" territorio.
Diceva di averlo marcato prima che arrivassi, che non avrei dovuto essere lì, e che facendolo, lo avevo gravemente offeso.
Non capivo nemmeno cosa stesse dicendo e dove volesse andare a parare, ma non ce l'ho fatta starmene zitto e gli ho risposto.
Sapevo di avere ragione, e così ho difeso la mia opinione con molta veemenza, forse troppa, e le nostre voci hanno disturbato alcuni anziani di passaggio che si sono immediatamente precipitati da noi.
Nel momento in cui sono arrivati, ero io che stavo alzando la voce più dell'altro, e per questo motivo sono stato rimproverato e messo in punizione.
Cosa che invece non è stata prevista per altro folletto.
E così, pur avendo ragione, o almeno credo di averla avuta, mi sono ritrovato nel torto.
Propria adesso, mentre scrivo, ricordo di cosa mi diceva un vecchio amico: "non discutere mai con un idiota: ti trascina al suo livello, poi di batte con l'esperienza".

giovedì 26 agosto 2010

156-Rose


Nel nostro villaggio sono molte le zone fiorite.
Sono queste aree che rendono l'aria profumata ed il panorama multicolore.
I fiori sono decisamente tutti molto belli e tutti più o meno colorati e profumati.
Per quanto ognuno di noi ami un fiore in particolare, siamo tutti concordi nel definire, come la regina dei fiori, la rosa.
A scuola ci hanno spiegato che la rosa rappresenta il segreto, le cose da non rivelare, o comuqnue da trattare con la massima attenzione
I suoi petali si raccolgono in un bocciolo centrale sovrapponendosi gli uni sugli altri in modo concentrico creando un piccolo e delicato scrigno.
Il suo profumo è detto il profumo dei profumi, e dice abbia influssi sulla bellezza e sulla sensibilità,
la gioia, la dolcezza, la gloria e l'umiltà, i sentimenti più teneri o più appassionati,
tutto si può esprimere con la rosa, simbolo da sempre della bellezza.
Una antica leggenda narra che originariamente le rose erano tutte bianche.
Un giorno la dea Venere, mentre correva incontro ad uno dei suoi innamorati,mise un piede su un cespuglio di tali fiori e le spine la punsero.
Le rose, bagnate dal suo sangue, per la vergogna arrossirono all’istante e rimasero di tale colore per sempre.

Spine ... la nostra regina dei fiori è anche l'unica che ha le spine, quindi è proprio vero quello che si dice e cioè che se vuoi godere appieno della bellezza di una rosa, devi necessariamente convivere con le sue spine.

lunedì 23 agosto 2010

155-Battuta di caccia (storia vera)

Ero piccolo, molto, e mi trovavo lontano dai miei luoghi natali.
Mio nonno paterno, un uomo buono e cordiale volle portarmi con lui a caccia.
Non so quanti di voi sanno, o ricordano cosa sia una Lambretta, e quindi mi limiterò a dirvi di immaginare uno scooter con un anziano alla guida con tanto di fucile sulle spalle, un bambino seduto dietro di lui, ed a lui aggrappato come una scimmietta, ed un cane, un setter bianco nero, accovacciato sulla pedana, tra sella e scudo.
Una gran buffa scenetta, vero?
Adesso ci avrebbero arrestati tutti (o almeno il mio nonno), io troppo piccolo, un cane che non poteva essere trasportato, un fucile, nessuno con il casco, nemmeno il cane... ma allora non esistevano divieti.
Arrivati lì, dove dovevamo arrivare, iniziò la "caccia": il cane sembrava impazzito e sprigionava gioia da ogni poro, forse da ogni pelo ...
Camminammo un bel po’, il cane seguiva le tracce di non so cosa, il nonno canticchiava.
Ma ad un certo punto il cane si fermo, la sua coda divenne turgida e dritta, zampetta anteriore alzata, fermo come una statua.
Il nonno si bloccò, ed io con lui.
Un fischio ed il cane partì velocissimo verso un insignificante cespuglio.
Un rumoroso battito di ali e dalla vegetazione si alzò un grosso volatile (che poi scoprii essere un fagiano).
Lo avevamo davanti a non più di dieci metri, socchiusi gli occhi e portai istintivamente le mani alle orecchie aspettandomi lo sparo, ma niente ... ora spara, mi dissi, ancora niente.
Lo vidi allontanarsi e fu solo in quel momento che partirono due colpi in veloce successione.
Il fumo mi coprii per qualche secondo la vista, ma quando si diradò, notai il fagiano che, più vivo che mai, e probabilmente impaurito, se la stava svignando.
Il nonno, che aveva sparato senza nemmeno mirare (perché a lui piaceva farlo con il fucile "imbracciato"), disse un paio di parolacce e poi si mise a ridere, mi guarda e mi dice:
"padellato!"
Non riuscivo proprio a capire, avrebbe potuto sparare quando lo avevamo vicino, sarebbe stato impossibile mancarlo, e invece...
Mi decisi a chiedere cosa fosse successo
"il fagiano è un volatile molto grande, e quando è a terra è più simile ad una grossa gallina che ad un uccello vero e proprio per quanto è goffo nei movimenti.
Per spiccare il volo ha bisogno di tempo perché non ha ali molto grandi in rapporto al peso del corpo, la prima fase del volo è in verticale e si alza, molto lentamente, in colonna. Una volta arrivato ad un certa altezza da terra comincia lentamente a volare in orizzontale ed a prendere velocità. Il passaggio da volo verticale a volo orizzontale lo si vede anche perché il fagiano abbassa la coda (o alza, non ricordo più).
Sparare ad un fagiano mentre goffamente cerca di spiccare il volo non è rispettoso, è troppo facile, non avrebbe scampo, allora dobbiamo aspettare che finisca la colonna in modo da dargli almeno una possibilità di fuga"
Questa spiegazione mi affascinò molto, era bellissimo che un cacciatore rispettasse gli animali che cacciava in tale maniera.
Un po’ meno piacque ad Argo, il cane, che alla seconda "padellata" scappò e lo ritrovammo a casa nella sua cuccia (mi dissero che faceva sempre così perché si offendeva se lui trovava gli animali ed il nonno non gli uccideva).
Trascorsero molti anni e, ormai ragazzo tornai a caccia, non con il nonno, che nel frattempo scoprì che il destino non ti "padella".
Questa volta andai con un gruppo di amici, eravamo in sei, di cui io solo senza fucile, con tre cani.
Mi aspettavo di rivivere la stessa scena di tanti anni prima ... illuso, al primo rumore furono scaricati 10 colpi in pochi secondi, ed era una lucertola ...
Sparavano tutti a qualsiasi cosa si muovesse, senza mai accertarsi cosa fosse realmente.
Fu una carneficina, animali con corpi dilaniati dai troppi colpi ricevuti da distanze di pochissimi metri, e quindi gettati via perché inutilizzabili (non esiste la zuppa di cacciagione...).
Possibile che in una quindicina di anni il modo di cacciare fosse cambiato così tanto?
Non so cosa succeda adesso, come si comportino i cacciatori oggi, so solamente che la prima esperienza fu per me entusiasmante, la seconda molto meno.
Entrambe indimenticabili.

mercoledì 18 agosto 2010

154-Ferocia


In questi giorni il vento è stato più forte del solito ... e per fortuna è estate ... mi è bastato distrarmi un pò e mi sono ritrovato molto lontano dal bosco.
Un paese bellissimo, anche se, in effetti, non c'èra da vedere un gran chè.
Persone splendide, animali liberi, natura incontaminata; tutto qui, tutto meravigliosamente bello.
Ma purtroppo anche in un paradiso come questo, i soliti "furbi" riescono a rovinare tutto.
Era l'alba e stavo parlando con un abitante del posto che mi ha messo in guardia dall'avvicinarmi ad alcuni animali
"sono feroci, potrebbero non attaccarti nemmeno, ma se lo facessero non avresti nessuno scampo. Sono veramente feroci"
Ho preso buona nota dei suoi saggi consigli.
Poi, più tardi, quasi al calare del sole, ho visto sfrecciare una jeep con a bordo alcuni uomini (per intenderci i "furbi" di cui parlavo prima).
Sul cassone, ormai privi di vita, alcuni animali e tra questi anche un leone.
Ho raccontato del mio incontro all'amico del mattino e questi mi ha spiegato che quello che avevo visto si chiama "safari", una sorta di divertimento, più precisamente uno "sport".
E' incredibile, se un animale attacca un uomo è considerato "feroce", ma se l'uomo uccide un animale feroce è visto come uno sportivo ....

martedì 10 agosto 2010

153-Sacralità

Mi sono soffermato sul balcone di un appartamento della grande città, nascosto tra i vasi delle "piante" ... ed ho potuto ascoltare e vedere una strana scatola, luminosa e parlante (credo chiamasi "televisione") mentre informava, con notizie ed immagini, su quanto stava accadendo nel mondo.
Nella prima parte non ci ho capito un bel niente: politica ... cos'è?
Poi hanno parlato di cronaca: credo stessero scherzando, forse era la pubblicità di una nuova serie poliziesca ...
Infine sono passati alle cosiddette "notizie dal mondo". Finalmente, mi sono detto, almeno adesso ci capisco qualcosa.
Terremoti, vulcani, falle petrolifere, incendi, inondazioni, cicloni ...
Che la natura si stia ribellando all'uomo?
Pensare che, molto tempo fa, alcuni umani avevano un grande rispetto per la natura. Ne ho avuto conferma nel leggere un loro scritto:

"Nascere uomo su questa terra è un incarico sacro.
Abbiamo una responsabilità sacra, dovuta a questo dono eccezionale che ci è stato fatto, ben al di sopra del dono meraviglioso che è la vita delle piante, dei pesci, dei boschi, degli uccelli e di tutte le creature che vivono sulla terra.
Noi siamo in grado di prenderci cura di loro."

Che fossero stati un popolo di fate, gnomi e folletti?
So solamente che li hanno sterminati, perchè i più forti non volevano prendersi cura della natura, la volevano dominare .... si vede il risultato!

giovedì 5 agosto 2010

152- Domande

Voci, grida e risa, mi hanno incuriosito, ho abbandonato il sentiero che stavo percorrendo e mi sono inoltrato nell'alta vegetazione del bosco.

Dal tono di voce potevo immaginare che vi fossero alcuni giovani, con almeno uno più anziano, che stavano animatamente discutendo.

Mi sono soffermato, ai margini di uno spiazzo, senza farmi vedere.

Si trattava, in effetti, di un gruppetto di folletti e gnomi, di giovane età, seduti sopra un tronco, che stavano ascoltando un aziano. Questi rivolgeva a loro alcune domande, e loro, dovevano rispondere.

L'anziano sceglieva poi la risposta che riteneva essere quella meglio formulata, ed al giovane che l'aveva data veniva attribuito un "punto" (rappresentato da una ghianda che gli veniva consegnata).

Erano chiaramente in competizione gli uni contro gli altri, perchè li sentii dire che, chi avesse raggiunto il maggior numero di ghiande, avrebbe rivcevuto in premio il titolo di giovane più intelligente del loro villaggio.

Non avevo mai pensato che l'intelligenza fosse misurabile da come uno potesse dare le risposte. pensavo bastasse saperle, le cose.

Sono quindi andato dall'anziano del nostro villaggio per racocntargli cosa avevo visto.

"Puoi farmi delle domande? puoi valutare le mie risposte? mi dici quanto sono intelligente?"

"Dimmi" chiede lui a me "perchè vuoi sapere tutto questo?"

"Voglio sapere quanto sono intelligente, perchè da anziano vorrei essere saggio come te"

"Allora non sei sulla strada giusta ... Si può giudicare quanto intelligente sia una persona dalle sue risposte, ma per capire quanto sia saggia, occorre valutare le sue domande".

Temo di aver fatto una domanda stupida ... non diventerò mai saggio!

lunedì 2 agosto 2010

151-I vicini di casa

Il nuovo arrivo ha creato notevole cambiamento in tutte le abitudini.
L'età non permette ancora grossi progressi nell' "addestramento", ma l'intelligenza che dimostra fa ben sperare.
Di sicuro, non saranno quelle pozzette che troviamo a giro per casa a sminuire la dolcezza di quei due occhioni che ti guardano fissi, o la gioia trasmessa da quei 4 centimetri di coda che, nel vorticoso e gioioso movimento, si trascinano dietro tutto il culetto come in una danza tribale.
Ovviamente abbiamo dovuto chiedere comprensione ai vicini di casa, qualche rumore in più da adesso è previsto ... e da essi ho trovato la massima collaborazione, anzi, tutti stanno facendo a gara per venire a coccolarsi la nuova fatina del bosco.
La mia casa è diventata ormai un porto di mare, con navi che vanno e vengono, ma tutte attratte e guidate da un unico faro ...
E' proprio vero, avere dei buoni vicini, è come avere una casa più grande.

giovedì 29 luglio 2010

150-Lieto fine

Nei libri ogni favola ha il suo lieto fine, "... e tutti vissero lieti e felici", nella realtà, anche del bosco, non è sempre così, anzi, sono più le volte che il fine è poco lieto ...
Ma questa volta, nonostante tutto, una "favola reale", ha avuto il suo lieto fine.
Didì, la cagnolina abbandonata che avevo raccolto e preso in temporaneo affidamento in attesa di trovarle una casetta ed una famiglia, ha saputo sfruttare tutte le sue doti di ruffiana ammaliatrice (che sia una fatina anche lei ....).
Quegli occhioni dolci, quella codina in perenne movimento come a voler richiamare l'attenzione, i baci, le coccole ... anche la "Grande Fata" non ha saputo resistere.
Il "temporaneo" è quindi diventato "definitivo".
Didì, adesso, adesso fa parte della famiglia.
Speriamo in un lieto fine anche per le sue sorelline e per tutti quei fagottini pulciosi che vengono brutalmente abbandonati ogni giorno.

lunedì 26 luglio 2010

149-Didì

Il sole era alto nel cielo, l'aria irrespirabile, fuori dal bosco la calura era ancora più insopportabile perche l'asfalto e il cemento fungevano da stufe incandescenti.

Meglio l'ombra del bosco, decisamente molto meglio.

Ma nonostante il buon senso suggerisse di non esporsi a quelle tremende temperature, un uomo, forse vecchio, sicuramente malandato, insisteva a pedalare sulla sua scassatissima e cigolante bici arrugginita.

L'andatura era alquanto traballante, forse la stanchezza, forse perchè teneva solo una mano sul manubrio o forse il peso del contenuto di quel sacco di plastica nera che teneva nell'altra.

Sembrava potesse cadere da un momento all'altro.

Si è avvicinato ai margini del bosco, ha fermato la bici, si è guardato intorno un paio di volte per accertarsi che nessuno lo vedesse (invece un tipo così non poteva passare inosservato a noi creature del bosco) e poi, con gesto veloce e deciso, ha gettato il sacco, e il suo contenuto, a terra, proprio davanti al cancello che delimita il nostro villaggio.

Ancora un paio di sguardi in giro e poi via, veloce con la sua bici, stavolta molto più sicuro nella pedalata e senza perdite di equilibrio.

"sarà il solito furbo che pensa che il bosco sia una discarica ... gente di città", è questo quello che ognuno di noi ha pensato.

Ma dopo alcuni minuti (ripensandoci adesso forse troppi) un lamento, un guaito, un grido disperato e il sacco nero che si muoveva. Poco, ma si muoveva.

Una corsa disperata, non c'era nemmeno il tempo di slegare lo stretto nodo che chiudeva il sacco, meglio strapparlo con decisione.

Squarciata la plastica, siamo stati invasi da una folata di aria maleodorante e bollente, sul fondo, nel caldo asfissiante e nel buio pesto 6 occhioni impauriti ci stavano chiedendo di poter respirare.

Bastardo! Non quello dentro il sacco, ci mancherebbe. Bastardo colui che aveva fatto ciò.

Una piccola cagnolina, magra, sfinita, ad occhio non più di un anno di vita, mammelle straboccanti di latte, ed i suoi due cuccioli entrambe femminucce, forse di un mese, forse meno, loro, invece, paffutelle. La madre non si era proprio risparmiata nel cibarli.

Per fortuna nel nostro bosco siamo tutti molto ospitali, ed abbiamo accettato i nuovi arrivi con allegria e gioia.

Pulizia totale, cure e vaccini, sono diventate tre splendide signorine, al momento ospiti di altrettante famiglie, come si dice, in "stallo", in attesa di trovare dei padroncini almeno per le due tenere cucciolotte per evitare loro di crescere in delle tristi gabbie.

Ovviamente non potevo non aprire casa mia ad una così forte ventata di freschezza: questa è Didì, già a suo agio tra i suoi nuovi compagni peluches e convinta di voler diventare la prima "Valentina Rossi" femmina del motociclismo (anche se ancora non ha capito come si mette il casco).

Tra le tante cose che adesso vorrei poter fare c'è sicuramente una al primo posto delle priorità: trovare il bastardo, chiuderlo in un sacco di plastica nera, ed abbandonarlo sotto il sole cocente .... ma forse, se lo facessi, diventerei un bastardo anch’ io!


mercoledì 21 luglio 2010

148-Premio Dardos

Ricevo, da due assidue frequentatrici di questo mio spazio (FrammentoDiCristallo e Daniela), il "Premio Dardos".

Ignorante quale sono, mi sono dovuto informare su cosa esso fosse .. ed ho scoperto che trattasi di una simpatica iniziativa, nata alcuni anni fa (alcune fonti ne danno la prima assegnazione in Portogallo, altre in Brasile ... comunque bei posti!), per promuovere la fraternizzazione tra i blogger, un modo per dimostrare affetto e gratitudine nei confronti di chi, costantemente, se non addirittura giornalmente, arricchisce l'immensa rete web con valori culturali, etici, letterali, personali o meno.

La cosa simpatica è proprio che, chi viene raggiunto da questa simbolica "gratificazione", ha diritto di lanciare ben 15 freccette (da qui "dardos") assegnando, a sua volta, altrettanti "Dardos Awards".

Per potersi vedere assegnare definitivamente il "riconoscimento" occorre quindi rispettare alcune semplici regole:

1-accettare il Premio postando l'evento sul proprio blog ed indicando da chi lo si è ricevuto (con link del blog)

2-postare il logo del "premio Dardos"

3-indicare i 15 blogger che si ritiene meritevoli di nomination (che possono essere anche coloro che hanno assegnato il premio)

4-comunicare ai 15 "nominati" le proprie intenzioni affinchè possano egli stessi continuare nell'attività di premiazione.

Accetto quindi il Premio dalle carniissime:

FrammentoDiCristallo - http://un4p4rt3d1m3.blogspot.com/
Daniela - http://ilcoltellodibanjas.blogspot.com/

e lancio le mie 15 freccette ma, per evitare che il tutto possa sembrare la più classiche delle catene di S. Antonio, arricchisco il tutto con motivazioni (più o meno seriose) della mia scelta (l'ordine è alfabetico !) :


Daniela - Il coltello di Banjas -
http://ilcoltellodibanjas.blogspot.com/ - per i "semplici" ma sempre dettagliati racconti della sua vita, talvolta così "tranquilla" da suscitare in tutti noi tanta voglia di raggiungerla (ma anche per le simpatiche intrusioni del suo "Rosso").

Dautretemp - D' Autre Temp -
http://dautretemp.wordpress.com/ - perchè rompe ... gli schemi, sbraita, si arrabbia, ma ha sempre il coraggio di affrontare tutti gli argomenti senza mai perdere il filo (se solo avesse un amico fotografo con la mano più ferma, sarebbe quasi perfetta).

Ele - Signorina Wilson -
http://signorinawilson.blogspot.com/ - perchè la sua Signorina Wilson sarà pure "difficile" e "complicata" , ma è anche tanto disponibile, ospitale, amichevole ... e prepara delle torte buonissime.

Emanuela - Il Bosco dei 100 Sogni -
http://bosco-dei-sogni.blogspot.com/ - perchè e semplicemente deliziosa e perchè, anche io, amo circondarmi di Scimpanzè e di Puzzole ...

FrammentoDiCristallo - Un4P4rt3D1M3 -
http://un4p4rt3d1m3.blogspot.com/ - per l'immensa dolcezza che mette in tutte le cose che fa, anche se a volte perde un pò di autostima ....

Giulia - Il Paese che non c'è -
http://giuliainthekitchen.blogspot.com/ - per i continui sbalzi di umore che non interferisconpo mai sulla lucidità dei commenti.

MadiS - Lo Spazio Intorno -
http://lospaziointorno-madis.blogspot.com/ - per l'eleganza del suo blog, per la serenità che trasmette, per i suoi puntuali commenti, per l'amore verso tutto ciò che è degno d'amore, bello o brutto che sia.

Melina - Eco di PIoggia ... -
http://portaledellarcano.blogspot.com/ - per l'amore e la passione che mette in quello che scrive, non smetterò mai di ripeterle che invidio il destinatario delle sue bellissime parole, a volte sussurrate, altre ... gridate.

Monica - Pensieri qui e là .. -
http://pensopensieri.blogspot.com/ - per i dubbi che la perseguitano, ai quali riesce sempre e comunqnue a contrapporre forti motivazioni per analizzarli e risolverli.

Mynameis... - PantaRei -
http://xx-pantarei.blogspot.com/ - per la sintesi con cui riesce ad esprimere ciò che altri farebbero in pagine e pagine e pagine ... Il Premio andrebbe però assegnato due volte: alla Mynameis... che posta i suoi tormenti accettando di metterli "in piazza", affinchè altri possano commentarli, ed uno alla Mynameis... che commenta i tormenti degli altri, trasmettendo
tanta di quella forza che non può che contagiarti. Ritengo siano una migliore dell'altra.

OcchiDiNotte - Sotto i fiori di Lillà -
http://unafriulanaaroma.blogspot.com/ - per i continui aggiornamenti letterali, puntuali, precisi e graditi.

Riyueren - Innerland -
http://innerland.splinder.com/ - per al sua splendida voce, per le immagini che condivide con noi, per le perle di saggezza che non mancano mai nel suo spazio.

Selene - Aspettando ... -
http://selenescell.haij.in/ - per come riesce a trasmetterci le emozioni e le sensazioni che una persona può vivere se proiettata in due mondi diversi

Stephanie - These are the soulcages -
http://thesearethesoulcagess.blogspot.com/ - per la forza che riesce a trasmettere, anche quando il vento gli tira contro.

Twigabea - Pensieri di una Twiga -
http://pensieridiunatwiga.blogspot.com/ - per la sensibilità che dimostra nell'affrontare l'attualità, non sempre rosea.

Ok, ho dovuto fare una scelta, diciamo che altri 2-3 premi "speciali" li avrei voluti dare, ma non voglio cambiare le regole, diciamo che di alcuni/e blogger non ho ancora abbastanza "informazioni" ... per loro ci sarà una prossima occasione, prometto!

lunedì 19 luglio 2010

147-Idee

Una delle più belle "regole" che vigono nel nostro bosco, è quella di poter pensare liberamente e quindi anche quella di poter dar sfogo a "libere espressioni".
Ci sono personaggi che si possono amare oppure odiare (brutto sentimento ...), che hanno, o hanno avuto, ideologie condivisibili oppure confutabili, ma quando una loro espressione è ricca di significati, che possa aver valore nella vita comune, senza volerla necessariamente associare a mera "politica", non possiamo negare che sia illuminante.

"Cerca di ottenere ciò che ami, altrimenti sarai costretto ad amare ciò che hai"


mercoledì 14 luglio 2010

146-Immagini

... e comunque, c'è sempre un alba ad attenderci.











































mercoledì 7 luglio 2010

145-Lacrime di Donna

Mi arriva, gradita sorpresa, da una fatina amica che mi conosce fin troppo bene.
La posto, perchè possa dare, a qualcuna, un pò di forza, e a qualcun altro un pensiero su cui riflettere:
"Un bambino chiese alla madre: «perchè piangi?»
« Perchè sono una donna » gli risponde.
« Non capisco » dice il bambino.
La mamma lo stringe a sè e gli dice : « E non potrai mai capire… »
Più tardi il bambino chiede al papà :
« Perchè la mamma piange ? »
« Tutte le donne piangono senza ragione », fu tutto quello che il papà seppe dirgli.
Divenuto adulto, chiese a Dio :
« Signore, perchè le donne piangono così facilmente? »
E Dio rispose :
« Quando l’ho creata, la donna doveva essere speciale ».
«Le ho dato delle spalle abbastanza forti per portare i pesi del mondo… E abbastanza morbide per renderle confortevoli ».
« Le ho dato la forza di donare la vita, quella di accettare il rifiuto che spesso le viene dai suoi figli. »
« Le ho dato la forza per permettele di continuare quando tutti gli altri abbandonano. Quella di farsi carico della sua famiglia senza pensare alla malattia e alla fatica. »
« Le ho dato la sensibilità di amare i suoi figli di un amore incondizionato, Anche quando essi la feriscono duramente. »
« Le ho dato la forza di sopportare il marito nelle sue debolezze E di stare al suo fianco senza cedere»
« E finalmente, le ho dato lacrime da versare quando ne sente il bisogno.»
« Vedi figlio mio, la bellezza di una donna non è nei vestiti che porta, nè nel suo viso, o nella sua capigliatura. La bellezza di una donna risiede nei suoi occhi. E’ la porta d’entrata del suo cuore ; la porta dove risiede l’amore. Ed è spesso con le lacrime che vedi passare il suo cuore. »

lunedì 5 luglio 2010

144-Senza parole


Non è il mio bosco, diversi i colori, diversi i rumori ... ma anche qui si respira pace e tranquillità.
Mi piacerebbe poter trasmettere tutto ciò ad alcune fatine che ne avrebbero bisogno ... perchè come ha scritto Banana Yoshimoto, in un suo famoso libro, "quando si è fragili emotivamente, basta guardare un panorama, ascoltare il suono del mare e ricordarsi il volto delle persone con cui siamo stati fino a qualche istante prima.

sabato 3 luglio 2010

143-In viaggio

Stamani, all'alba, ho chiesto al vento di portarmi lontano ... oltre il mare.
Mi farò cullare dalle onde e spingere dalla brezza.
I miei occhi vedranno panorami diversi, il mio naso sentirà odori nuovi, le orecchie ascolteranno suoni e rumori di altri mondi.
Cercherò di trasmetterei qualcosa di più di descrizioni e immagini ... chissà!

giovedì 1 luglio 2010

142-L'arcobaleno


La vita deve essere un arcobaleno, non possiamo permettere a nessuno di cancellare i colori che ci circondano.
Tutti devono poter godere lo spettacolo, nessuno, e niente, deve esserne escluso.
Ci sono colori che mi fanno perdere la testa, altri che non amo particolarmente, ma sono anch'essi "colori" e non potrei farne a meno.
Quell'arco in cielo ha un grande potere su di me, riesce ad incantarmi ogni volta.
Mi costringere ad una sosta, ad una inattività forza.
Fermo, immobile, occhi al cielo, bocca aperta.
Ogni volta come fosse la prima.
Peccato che la sua vista ci possa allieviare per pochi minuti.
Peccato che per poterlo ammirare si debba imparare a sopportare la pioggia; ma io ho le spalle larghe, e se piove non ho paura di bagnarmi.

lunedì 28 giugno 2010

141-Un nuovo giorno

Anche stamani, dopo una notte buia, lunga, e popolata da sogni inquietanti, il sole si è affacciato alla finestra della mia camera.
Diversamente dai giorni scorsi, dove ha sempre manifestato la sua sfacciataggine, è entrato delicatamente, un raggio alla volta, come stesse chiedendo il permesso.
La luce ha reso i colori agli oggetti man mano che vi si posava, e con essi un pò di calore.
La mia prima sensazione è stata di velato fastidio, d'istinto avrei voluto chiudere gli occhi per rimanere ancora un pò nell'oscurità.
Poi mi sono arreso a ciò che è più grande di me.
In lontananza ho intravisto alcuni occhioni che mi fissavano in silenzio, come a dirmi, senza parole, che quel timido sole mattutino era lì a ricordarmi che la vita continua.
Mi sono alzato e, correndo fino a perdere il fiato, sono tornato nel mio accogliente bosco, gridando al vento di portarmi lontano, di cullarmi tra le sue braccia.
Lo farà.

sabato 26 giugno 2010

140-Fili

Sottilissimi fili,
tanto da parci invisibili,
di cui non conosciamo la reale consistenza.
Ragnatele
create da piccoli insetti
affinchè ci trattengano ad esse impigliati,
chissà per quanto.
Sottilissimi fili,
a cui basta un soffio di vento per mollare la presa.
... e treni che partono,
slegati da ogni vincolo,
per dove non lo sai,
ma partono.
... e tu costretto a terra,
sotto quella squallida pensilina,
a salutare
con in mano un filo spezzato dal vento.

mercoledì 23 giugno 2010

139-La creazione degli animali

C'era una volta Napi, che era l'aiutante del Sole: il Sole riscaldava la Terra mentre Napi faceva tutti i lavori di manutenzione. Un giorno Napi aveva terminato presto i suoi lavori, e dato che non era abituato a tenere le mani ferme, prese un blocco di argilla e cominciò a modellare con un blocco di argilla...
Una dopo l'altra fece le figurine di tutti gli animali della Terra. Era molto soddisfatto del suo lavoro: soffiò sopra ogni figurina, dando a ciascun animale un nome e un luogo da popolare sulla Terra.
Era rimasto un piccolo blocchetto di argilla. Napi lo pasticciò un po', poi fece un'altra figurina e disse: Ti chiamerai uomo, ed abiterai tra i lupi. Napi tornò al suo lavoro, ma un giorno arrivarono gli animali a protestare: il bisonte non riusciva a vivere in montagna perché era troppo ripida, le capre della prateria non amavano vivere nell'acqua, la tigre non si adattava vicino al mare e così via. Allora Napi ridiede a tutti nuove abitazioni, e questa volta furono tutti soddisfatti. Tutti, tranne l'uomo, che vaga dappertutto per trovare un luogo che lo soddisfi.

Questa è una leggenda degli Indiani d'America ...com'e piccolo il mondo!

lunedì 21 giugno 2010

138-Consapevolezza

A volte mi chiedo quanto possa essere vera la consapevolezza che alcuni, nel mio villaggio, mostrano di avere.
Mi capita di intrattenermi con persone che dichiarano la loro insicurezza, i loro timori e le loro paure, ma dopo un pò mi rendo conto di quanto siano forti dentro, di quanto, magari senza saperlo, siano consapevoli di ciò che in realtà sono.
Altre volte, invece, l'interlocutore sembra essere certo di ciò che dice di essere, esempio di forza, correttezza, salvo poi ricredermi rendendomi conto di quanto vuoto sia colui che ho davanti.
Io mi ritengo un folletto molto dubbioso, devo sempre pensare e ripensare prima di movermi.
Ho spesso il timore di sbagliare, di fare inconsapevolmente del male a qualcuno; anche se inferte in buona fede, certe ferite rimangono lì in bella mostra.
Mi sono ormai convinto che per avere certezze occorre cominciare a dubitare.

sabato 19 giugno 2010

137-Il mio bosco

Un impegno mi ha tenuto lontano dal bosco per qualche giorno, ma appena sono ritornato ho subito percepito che è questo è mio posto.
Sembra strano, non abbiamo molto, qui, una casetta, qualche amico, alberi, tanti.
I nostri passatempi sono molto semplici: parlare tra noi, andare a quardare i vari "spettacoli" che la natura ci riserva ...
Ricordo di un amico, che, tempo fa, non faceva altro che lamentarsi ripetendo di non sentirsi realizzato rimanendo in questo boschetto anonimo.
Decise di partire e di girare il mondo alla ricerca di tutto quello che gli occorreva, viaggiò per molto tempo, poi un giorno tornò a casa e fu qui che lo trovò.

mercoledì 16 giugno 2010

136-Passo io, passi tu?

La caldissima giornata mi ha spinto ad inoltrarmi nella foresta, ombrosa e fresca.
Stavo percorrendo uno stretto sentiero tra gli alberi e le rocce, quando, davanti a me ho visto un altro folletto che stava venendo nella mia direzione.
Il suo passo era spavaldo e più si avvicinava e più nel suo visivo potevo vedere chiaro un sarcastico sorriso.
Non lo conoscevo, ma l'idea che mi dava era quella di essere un attaccabriga.
Io mi sono spostato nel margine destro del sentiero, se lui avesse fatto altrettanto ci saremmo potuti scambiare abbastanza agevolmente, ed invece si è spostato al centro, braccia leggermente allargate come a voler prendere tutto lo spazio disponibile.
Ci siamo trovati uno di fronte all'altro, proprio nel punto più stretto del sentiero (credo che abbia adeguato l velocità del suo passo per fare in modo da incontrarci proprio in quel punto) e la cosa buffa è che proprio a nemmeno un metro dietro di lui ci sarebbe sato un piccolo spiazzetto che ci avrebbe permesso un agevole passaggio.
Io l'ho cordialmente salutato ma lui, guardandomi dall'alto verso il basso (era decisamente più alto e più robusto di me) mi dice:
"Non mi sono mai spostato per far passare uno stupido"
Allora io, schiacciandomi alla parete, gli ho risposto:
"Io invece si" , e l'ho fatto fatto passare.

lunedì 14 giugno 2010

135-Musica

Ascoltare misica mi piace, non ho particolari preferenze, purchè sia buona musica.
Le note mi rilassano, mi aiutano a concentrarmi, mi fanno volare con il pensiero.
Non riesco ad immaginare la mia vita senza musica.
C'è però un momento della mi giornata che mi regala una delle più belle sinfonie mai ascoltatae, la notte.
Quando esco e mi siedo al fresco sotto un albero e sento le rane gracidare nel laghetto, i grilli frinire nel prato, il fruscio delle foglie sugli alberi, il rumore dell'acqua che scorre nel ruscello, e le civette ..., questa è musica, questo è il canto della terra.

sabato 12 giugno 2010

134-Il cellulare

Come sempre la domenica, i prati intorno al bosco si riempono di persone che vengono dalla città per passare in pace ed al fresco la giornata.
Purtroppo, molto spesso, lasciano tracce del loro passaggio e dopbbimao pensare noi, creature del bosco, a ripulire.
Ieri, tra i tanti sacchetti e cartacce ho trovato anche uno strano apparecchio con una tastiera.
Un mio amico mi ha spiegato che era un "cellulare" e che con quello avrei potuto chiamare altre persone e parlarci a distanza.
Ero talmente curioso che ho cominciato a comporre dei numeri a caso.
Era veramente divertente, anche se alcuni si arrabbiavano perchè dicevano che li stavo disturbando.
Impegnatissimo in questa mia nuova attività, non mi sono accorto che il solito vecchio brontolone del villaggio era alle mie spalle. Quando l'ho visto mi sono detto "adesso me ne dice quattro"
Ed invece no, mi ha guardato e mi ha detto:
"Quando parli al telefono devi sorridere"
"Come può accorgersi che sto sorridendo se non ci vediamo! Ti stai prendendo burla di me, vecchio! "
"Assolutamente no, ragazzo, chi ti risponde lo sentirà dalla tua voce"