mercoledì 30 dicembre 2015

239- 15h23m48.65 -13°03'50.7''







Se esprimi un desiderio è perché vedi cadere una stella,
se vedi cadere una stella è perché stai guardando il cielo,
se stai guardando il cielo è perché credi ancora in qualcosa.

(Bob Marley)



Non può essere una "fine"

Non può essere un "inizio" 

E' ... solamente "è"

Che il nuovo anno aiuti tutti a continuare a credere in qualcosa, perchè c'è sempre un qualcosa che ha bisogno che qualcuno continui a credere in lei.



venerdì 25 dicembre 2015

238 - Che sia Natale









Oggi è un giorno di festa …

Oggi poteva essere un giorno di festa …

Oggi doveva essere un giorno di festa …

***

A Claudia, Mamma e Papo

***

Ho chiesto al mio amico vento di accompagnarmi in un posto magico, nell'unico posto da cui si può vedere tutto … proprio tutto.

Mi sono seduto su una delle tante foglie che in questo periodo coprono i nostri sentieri ed ho aspettato che arrivasse una bella folata che mi trascinasse via.

Sapevo che il mio amico non mi avrebbe tradito e di li a poco è arrivato, forte, più forte del solito, ho faticato per rimanere aggrappato all'insolito mezzo di trasporto di cui disponevo, ma in un attimo ero già in viaggio verso il cielo, sopra le nuvole, sempre più vicino al sole che in quel momento brillava come a sorridermi.

Poi, all'improvviso, il vento è cessato, la foglia ha quindi deciso di sgravarsi del mio perso e, con una "giravolta", mi ha letteralmente scaricato. Alcuni metri in caduta libera, che mi sono sembrati non finire mai … fino ad atterrare su qualcosa di soffice e morbido, una nuvola.

Che vista da lassù: era tutto sotto i miei occhi, città affollate e montagne deserte, strade trafficate e fiumi isolati in territori inesplorati, laghetti minuscoli, il mare …

In posizione prona, con la testa appoggiata sulle braccia incrociate davanti a me, sono rimasto a guardare per ore, curioso ed interessato.

"Che strano punto di vista vero?"

Mi volto, non vedo nessuno, eppure la voce è venuta da li … forse me la sono immaginata.

"L'unica linea che si vede da qui è quella dell'orizzonte, netta, decisa"

No, questa voce non la stò immaginando, è reale ma non vedo nessuno.

"Quale altre linee pensavi ci fossero?" dato che la "voce" l'ho sentita voglio essere educato e rispondere.

"A scuola ci hanno sempre fatto studiare le cartine piene di linee che delimitavano i vari stati, ed in ogni stato persone simili … ma diverse, lingue simili … ma diverse, usanze simili … ma diverse, credenze simili … ma diverse. Ma da qui quelle linee non si vedono … "

Beh, ha ragione, non ci avevo pensato …

"Eppure tra qualche ora, quando il sole calerà, vedrai una cosa spettacolare " ormai ho smesso di cercare da dove viene quella voce, sono su una nuvola, sarà un angelo, che ne so io! "vedrai che tutto si illuminerà di centinaia, di migliaia, di piccole luci colorate, perché  quelle linee immaginarie dividono sul serio, ma una cosa non possono impedire: oggi tutti i bambini festeggiano il Natale, magari per motivi diversi, ma loro non sanno che è sempre il 'solito' Natale"
 
Questo lo sapevo anche io!

"Peccato però che a ben ascoltare" faccio io" tra i vari canti e risate che sentiamo da quassù, si percepiscono anche urla e pianti …"

"Si, peccato" ribadisce la voce alle mie spalle "le linee sono immaginarie, ma gli uomini le hanno trasformate in muri altissimi, forse ci fossero solo i bambini …"

"A proposito di bambini" continua lui (o lei … ) "tu che sei un Folletto non dovresti essere con Babbo Natale a distribuire loro i regali?"

"No, mi piacerebbe farlo, ma gli aiutanti di Babbo Natale sono gli Elfi, non i Folletti. Non sai la differenza?"

Alcuni secondi di silenzio, immagino stia pensando … poi

"Certo che la conosco, gli Elfi sono quelli più belli! E' per questo che Babbo Natale ha scelto loro"

E giù una risata contagiosa che ha impedito ad entrambi di continuare a parlare. Simpatico questo mio nuovo amico …

"Adesso devo salutarti" interrompo rovinando quel momento gioioso "mi aspettano le renne volanti …" un'altra risata!

Prima di tornarmene al mio villaggio decido però di voltarmi un ultima volta verso la "voce", magari questa volta riesco a vedere chi è il mio nuovo amico ed infatti lo vedo, ma l'idea che mi ero fatto era un'altra … mi aspettavo un Angelo, di quelli alti e con la veste immacolata e la lira in mano, invece no, i capelli, beh quelli erano effettivamente soffici e morbidi, ma indossava una simpatica camiciola bianca e blu … no, non era un Angelo … o forse si … non so perché ma mi si riempiono gli occhi di lacrime …

"No, che fai? Adesso piangi?"

"E' solo che è molto bello questo tramonto visto da quassù …" rispondo con la più stupida delle scuse dopo 'mi è entrato qualcosa in un occhio' …

"Sciocco, se piangi per un tramonto poi non potrai vedere le stelle!"

... Si, era un Angelo.

***

Ciao Alessandro anche io tvb



lunedì 7 dicembre 2015

237 - Partenze ...




E' come stare seduti sulla panchina di una stazione ferroviaria: nascosto dietro un naso rosso (anche quando non fa freddo) ed un vestito dai colori forse troppo vistosi.

Ti passano davanti, ti salutano, alcuni, ... troppi ..., si fermano a parlare con te (o te a parlare con loro).

Temono il viaggio, sanno che partire significa lasciare.

Aspettiamo il treno insieme, scambiando quattro chiacchere, scherzando e ridendo come fossimo amici da una vita, ma ci siamo appena conosciuti.

Non riescono a sorridere, invece, gli accompagnatori; loro no, loro ci guardano e fingono allegria, sorrisi che nascondono una gran voglia di piangere.

Chi parte lascia, ma sa di essere all'inizio di un viaggio che lo porterà chissà dove, ma chi resta ... lascia e basta.

Strano: speri che il treno sia in ritardo, magari che un guasto lo fermi, anche solo per un po ... magari che non riparta più. Invece arriva troppo spesso e con troppo poco ritardo.

La frenata è rumorosa, stridula ... fastidiosa, le porte si aprono e li aiuti a salire, a fare attenzione ai gradini, gli porgi le loro valige, pesanti, piene di ricordi.

Vorresti stare li a salutarli tutti, vedere le loro mani agitarsi ai finestrini, ma capisci che tu eri li solo casualmente seduto sulla quella panchina, è giusto che i saluti li facciano gli accompagnatori che li hanno portati fin li ... e ti senti di troppo ... e cambi panchina per non incrociare i loro sguardi, come fossi un ladro ....

Di ognuno di loro ti resta solo il nome ed un sorriso.

E così ti domandi se valga la pena continuare a sedersi su quella panchina, con quel naso rosso e con quei buffi vestiti ... a vedere partire così tanti viaggiatori sapendo che non torneranno sui loro passi; sono pochi quelli che decidono di non salire su quel treno, ma chi lo fa, lo fa per sempre.

Poi, all'improvviso ti arriva un messaggio, da un "accompagnatore", uno dei tanti che hai visto alla stazione, uno di quelli che sicuramente l'ultima cosa che ti hanno chiesto è stata "... perchè?".

... uno di quelli ai quali non hai saputo dare una risposta ...

Leggi il messaggio, riga dopo riga,  parola dopo parola, lo rileggi. 

Si, ne valeva la pena ...