mercoledì 31 marzo 2010

62-Saggezza e pazzia


Nel nostro villaggio, ogni volta che qualcuno ha un problema da risolvere, piccolo o grande che sia, si rivolge al vecchio saggio.
Ogni villaggio ha il suo, tutti vecchi, tutti saggi.
Parlando con alcuni dei miei amici abbiamo cercato di capire se vi fosse una relazione tra età e saggezza.
Chi sosteneva che più si era vecchi e più si era saggi, chi invece asseriva che le due cose non erano correlate tra loro e che era solo una conincidenza che in tutti i villaggi il saggio fosse anche vecchio.
Non ci potevamo rivolgere al nostro saggio, ed allora siamo andati a cercare aiuto nei libri.
Nel vocabolario, alla parola "saggezza", era scritto:
"Capacità di valutare esattamente e di affrontare in modo lucido ed equilibrato eventi e situazioni, di seguire la retta ragione nella condotta di vita e di consigliare secondo un criterio di prudenza, come qualità derivante dall’esperienza passata e dal proprio equilibrio interiore"
Non vi erano più dubbi, se si parla di "esperienza passata" era ovvio che età e saggezza andavano di pari passo.
Proprio mentre pensavo a questa cosa, mi trovai a passare davanti alla casetta del vecchio saggio e mi accorsi che stava saltando da una parte all'altra del suo giardino, con un fiore in bocca, rincorrendo una bellissima farfalla che svolazzava, più divertita che impaurita, da quello strano esserino che gli andava dietro.
Lucido? Equilibrato? Prudente?
E quella sarebbe stata la saggezza del vecchio?
Mi pareva di avere davanti uno più matto di me .... e ce ne vuole!
"Hei" gridai "ma cosa ti è preso? Non sei mica credibile come saggo!"
Lui si girò verso di me, non variò di un minimo la sua espressione tutt'altro che riflessiva e continuando a saltellare mi fece notare un albero alle mie spalle, molto grande.
"Come lo descriveresti?"
"Bello e robusto" risposi
"Ma non vedi che uno dei rami è piegato e voltato nel senso diverso da tutti gli altri? non vedi che su quel ramo le foglie sono di un verde diverso da tutte le altre?" replicò
"Certo che lo vedo, ma questo non lo rende affatto brutto, anzi, quel ramo così diverso dagli altri lo rende originale, particolare, ancor più bello" dissi convinto.
"siamo uguali" ridendo" e quello che stai vedendo è solo un ramo di pazzia che abbellisce l'albero della saggezza".

martedì 30 marzo 2010

61-Nascere, crescere

Quando nel nostro villaggio nasce un piccolo, tutti contribuiscono all'evento.
Seppur rimangano essenziali le figure dei genitori, tutti gli altri abitanti diventano zii, gugini, fratelli, del nuovo arrivato.
E' sempre stato così, qui da noi siamo tutti parenti, senza alcun vincolo di sangue, ma tutti come se fossimo una grande famiglia.
Ognuno che insegna qualcosa al piccolo, i giochi da fare, le parole da dire, distinguere i rumori degli animali, conoscere i sentieri del bosco, i nomi delle stelle nel cielo.
Qui da noi, per far crescere un fanciullo, occorre veramente un intero villaggio.

lunedì 29 marzo 2010

60- ... se lo sogno!

Ho iniziato tantissime cose, non tutte le ho però portate a termine.
Ogni volta che la mattina mi sveglio, non so per quale motivo, sento la necessità di fare qualcosa di nuovo: un oggetto, un'azione, un viaggio, un idea, un aiuto, purchè ci sia da "costruire" mi metto in moto.
Non di rado gli altri mi guardano con aria stupita, come se tutte le volte mi stessi avventurando in qualcosa di impossibile.
Lo so che spesso ridono della mia cocciutaggine ed ancor più quando, stremato, mi arrendo e lascio a metà il lavoro iniziato.
Ma tutte le volte che mi chiedono il perchè, io rispondo sempre allo stesso modo:
"l'ho sognato! E se una cosa la posso sognare non vedo perchè non debba riuscire a farla".
Come ho detto non tutto mi riesce, ma quando arrivo in fondo la gioia di aver realizzato un sogno è immensa, mentre per tutte le altre potrò sempre dire di averci provato!
Io continuo a fare cose che per gli altri sono sempre più strane.
Io continuo a sognare
Mi spiace per chi ha smesso.

domenica 28 marzo 2010

59-La Fatina bionda

Ho fatto un bel viaggio oggi, soffiava una leggera brezza e mi sono fatto cullare ed accompagnare un pò dove decideva lei, senza una meta precisa, un pò quà un pò là.
Molto bello, molto rilassante, ogni tanto ci vuole.
Non mi sono accorto, però di aver fatto tardi, e quando mi sono incamminato verso il villaggio ormai si era fatto buio.
Nel sentiero dentro al bosco, che per fotuna conosco perfettamente, ho visto, molto lontana una luce, flebile, leggera, sembrava stesse per spengersi da un momento all'altro.
Questa luce era tra le mani di una piccola e giovane fatina che camminava verso di me.
Più ci avvicinavamo e meglio ditinguevo le forme: si, era una fatina, con lunghi capelli biondi, esile, come tutte le fate, il viso dolcissimo illuminato da quella luce, che vidi essere emanata da una piccola candela, con due occhioni che potevano far invidia alle stelle per quanto brillavano.
Il passo non era deciso, e la mia presenza sembrava intimorirla un pò.
Ero uno sconosciuto, in un sentiero del bosco nel buio completo ... come dargli torto.
Però mi guardava, pur rimanendo impegnata a tenere in mano quella candela cercando di non farla spengere.
Nel momento in cui ci siamo incrociati io l'ho salutata, e lei, senza dire niente, si è fermata e mi ha sorriso.
Forse sarà stata la luce magica della candela, ma aveva un sorriso che non dimenticherò mai ....
Poi, sempre in silenzio, ha ripreso il suo cammino, con la sua candela fino a scomparire nuovamente nel buio.
La immagino ancora lì, a proteggere la sua candela.
Hei, fatina, se da qualche parte ci sei e puoi sentirmi, non permettere mai che la fiamma della speranza si spenga, perchè un giorno vedrai tante altre candele intorno a te, e tutto diventerà più facile.

sabato 27 marzo 2010

58-La gramigna

Nel bosco ogni fata, davanti alla sua abitazione tra le radici affioranti degli alberi più grandi, ama mettere tanti fiorellini e piante che ne rallegrano l'entrata.
Nel mio villaggio quase tutte usano piante da girdino come geranei, ortensie, gelsomini, tulipani, ma ce ne è una che si è intestardita nel voler piantare la gramigna, che è si carina, ma è una pianticella spontanea, difficilmente coltivabile.
Molti le hanno suggerito di dedicarsi ad altro, ma lei non lo vuole capire, gli piace la gramigna e quella vuole.
Risultato: il suo giardino è spoglio, grigio, triste ...
Ed invece la gramigna è dispettosa e si diverte, perchè lei è libera di nascere dove vuole, più cerchi di averla e più lei ti sfugge, ti cresce vicino, ma se pensi di poterla coltivare ... muore subito.
La gramignia mi sa che è come l'amore, nasce spontaneamente, non lo puoi coltivare come fosse una pianticella da giardino ....

venerdì 26 marzo 2010

57-Piove

Da bambini una delle cose più belle che si possano fare, ma anche una delle più vietate dai grandi, è quella di correre sotto la pioggia, senza ombrelli o altro ad impacciarti i movimenti.
Magari correndo tra le pozze schizzando l'acqua il più alto possibile.
Non ho mai capito quale potesse essere il motivo di tanta gioia, ma anche io adoravo farlo e non appena ne avevo l'occasione lo facevo, pur sapendo che dopo sarei stato rimproverato e che, probabilmente, un bel raffreddore non me lo avrebbe tolto nessuno.
Ne è passato del tempo da quando aspettavo la pioggia per correre fuori, adesso vedo gli altri, più piccoli di me, farlo e divertirsi allegramente.
Non li rimprovero, anzi mi piace che lo facciano, perchè ancora non conoscono il vero motivo per il quale è bello camminare sotta la pioggia.
Lo capiranno da grandi, e non sarà una bella scoperta.
Ancora non lo sanno che camminare mentre piove permette ai "grandi" di girare tranquillamente a testa alta con il viso comperto dalle lacrime.

giovedì 25 marzo 2010

56-Nessuno

Ogni tanto, nella vita, dobbiamo incontrare qualche sbruffone prepotente che crede di essere il migliore sulla terra.
Penso sia una specie di tassa da pagare.
Capita spesso anche a me di dover sopportare il classico "tu non diventerai mai nessuno!"
... io forse non sarò mai nessuno, ma chi se ne frega, nessuno sara mai come me!

mercoledì 24 marzo 2010

55-La felicità


Ho intrapreso il mio viaggio alla ricerca di qualcosa che avevo perduto, o almeno credevo.
Convinto che, quello che avevo vissuto, non era stato solo un sogno ma qualcosa di realmente accaduto.
Volevo tornare ad essere felice.
Come avevo immaginato, durante il mio cammino stò visitando posti dove non ero mai stato, stò incontrando persone che non sapevo potessero essermi amiche e di aiuto, stò provando sensazioni ed emozioni "nuove".
Non so se mai troverò ciò che ho perso, di sicuro stò trovando tante altre cose e mi stò arricchendo.
Comincio a credere che la felicità non sia la meta da raggiungere, ma il viaggio che stò facendo per arrivarci.

martedì 23 marzo 2010

54-M'ama - non m'ama

Ho provato un gioco che avevo visto fare, tanto tempo fa, a dei ragazzi che erano venuti a fare un giretto nel bosco.
Mi sono seduto all'ombra del mio albero ed ho colto una margherita, chiedendole comunque prima il permesso.
Il gioco consisteva nel togliere un petalo alla volta dicendo "m'ama - non m'ama", quei ragazzi sembravano così convinti della sincerità delle margherite.
Pensai ad una stella, alla più bella, e chiesi alla margherita: "m'ama o non m'ama?"
E così comincia a togliere i petali come avevo visto fare.
Il mio cuore batteva fortissimo in attesa di un responso; arrivato all'ultimo petalo, la risposta fu un graditissimo "m'ama".
Che bello, lei, così lontana, così distante da me, ma sempre cosi luminosa ed a vista, mi amava, ancora.
Mi sentivo così felice, che volli farlo di nuovo, un bacio di conferma è bello, ma due ....
"m'ama - non m'ama - m'ama - non m'ama - ..... non m'ama" come sarebbe, se prima mi amava perchè adesso non mi ama più?
Ci ho pensato un pò su, poi ho capito, e non mi sono preoccupato .... anche le margherito, a volte, mentono.

lunedì 22 marzo 2010

53-Coraggio, amore ...stelle

Una mia amica fatina mi ha detto che le stelle ci sono perchè l'uomo che ha un desiderio da realizzare, istintivamente alza gli occhi al cielo e, costretto a guardare le stelle, trova in esse il coraggio.
Niente è più vero di questa saggia riflessione.
Il mio coraggio è tutto lassù con loro, sia che brillino vivaci in una notte serena o che rimangano nascoste dalle nuvole: sono sempre lì, ed io con loro.
Ma oltre il coraggio, custodiscono anche altri segreti e magie.
Se una notte il tuo sguardo si sofferma su una stella, magari più luminosa delle altre, e senti un brivido percorrere il tuo corpo, non ti coprire, non pensare che sia freddo .... è amore.
Lo sò ... per esperienza.

domenica 21 marzo 2010

52-I miei amori

Quanti amori ho avuto nella vita?
Tanti, mi sento un privilegiato ed un fortunato, per aver avuto tante occasioni di amare.
Quanti mi hanno amato?
...
Ops, qui mi perdo, dovrei pensarci bene ... non saprei.
Quanto ho amato io, lo sò, ma quanto lo sono stato, è difficile dirlo.
Tutte le volte che l'ho chiesto mi sono sentito rispondere "certo, ti amo" oppure un meno impegnativo, ma comunqnue gradito "ti voglio tanto bene".
Solamente una volta la mia domanda non ha avuto risposta: la persona a cui mi ero rivolto mi ha guardato negli occhi, ha sorriso, ha sfiorato le mie labbra con un dito, tutto questo senza dire nemmeno una parola.
Ho amato tanto, ma forse sono stato amato una volta sola.

sabato 20 marzo 2010

51-il mare


Chi segue il mio viaggio, sa bene quanto io ami il mare, sarà per l'immensità che rappresenta, sarà perchè è forse una delle poche cose che non appartiene a nessuno, libero di andare dove vuole.
Il mare è la mia valvola di sfogo, con lui parlo, ed a volte penso sia l'unico in grado di capirmi.
Ma più di tutto, il mare è per me un esempio da seguire, specialmente quando mi ritrovo a vivere quei momenti dove tutto sembra andare per il verso sbagliato.
Voglio essere come lui che, infrangendosi contro gli scogli, trova sempre e comunque la forza di riprovarci.

venerdì 19 marzo 2010

50-Il mio amico Jim

Non avevo assolutamente voglia di muovermi dal mio angolino di pace, disteso all'ombra di un ramo meditavo su quanto grande fosse lo spazio intorno a me, su quante cose esistessero senza che io ne fossi a conoscenza.
Si sedette, vicino a me, un ragazzo, dallo stranissimo aspetto e con una chitarra in mano.
Aveva i capelli ricci e lunghi, nemmeno troppo curati, magro, vestiva in maniera direi ..."bizzarra", sembrava si fosse messo addosso un prato fiorito, invece che una camicia.
Non avevo mai visto un abitante della grande città con qualcosa di simile addosso, però era bella quella camicia!
I jeans, invece erano come quelli che vedo spesso, solamente un pò più larghi in fondo, talmente ampi da nascondere le consumatissime scarpe da tennis.
Strimpellava canzoncine rockeggianti, il cui significato, sono sincero, non capivo appieno, ma la melodia era piacevole.
Rimasi ad ascoltare convinto di non essere visto, ed invece non ero sfuggito alla sua attenzione.
"ciao piccoletto" mi fà.
"ciao" rispondo.
"Bello qui, molto bello, altro che la città. Qui è tutto così colorato, tutto cosi profumato. E poi che silenzio ... posso distinguere ogni piccolissimo rumore della natura. Voci che non avevo mai sentito prima"
Non potevo che dargli ragione, il mio boschetto è veramente un bel posto dove stare.
"sono felice che ti piaccia il mio mondo" gli dissi mentre lui continuava a cantare "ma il tuo non è così? In città è veramente così diverso da questo?"
Rimase un pò a pensare.
"Un giorno incontrai un bambino, era cieco... mi chiese di descrivergli il mare, io osservandolo glielo descrissi,nei minimi particololari" fece smettendo di suonare la sua chitarra "poi mi chiese di descrivergli il mondo... io piangendo glielo dovetti inventare..."
Si alzò e si allontanò.
"Hei ragazzo, dimmi almeno come ti chiami" gridai sperando di essere sentito.
"Jim, folletto, mi chiamo Jim, ma non dire che siamo amici, potrebbero giudicarti male".
Giudicarmi male? E perchè dovrebbero? Lo voglio gridare al mondo: "sono amico di Jim".

giovedì 18 marzo 2010

49-Volare


A volte mi domando per quale motivo gli abitanti delle grandi città, non abbiano le ali come invece le abbiamo noi frequentatori dei boschi.
Certo, talvolta ingombrano, non sai bene dove metterle e te le trovi sempre nel mezzo, specialmente la notte quando non trovi la giusta posizione se non riesci a prendere sonno .
Quando mi soffermo a guardare i "non alati", come li definisco io, mi sorprende la loro goffezza nei movimenti, vorrebbero tutti correre, veloci, li vedo spostarsi in massa da una parte, per poi tornare, tutti, dove erano prima.
Alcuni di loro sembrano aver percepito che per uscire da quei percorsi vorticosi e ripetitivi, potrebbero osare.
Li vedo saltellare, come gli uccellini che timorosi si lanciano dal ramo per il loro primo volo.
Alcuni riescono e li vedo allontanarsi, molti, la maggior parte, invece cade e si arrende.
E' questa la cosa strana, gli amici uccellini, non riescono quasi mai a spiccare il volo al primo tentativo, cadono (e che botte), la loro mamma li riporta amorevolmente sul ramo e riprovano, riprovano, fino a che le loro ali non trovano la giusta coordinazione per vincere la gravità.
Gli abitanti della città invece no: dopo uno, massmo due tentativi, si arrendono e riprendono a correre.
Ma se alcuni ce la fanno, perchè non tutti?
Domanda troppo grande per me, e per la risposta, come al solito mi sono rivolto ad uno più saggio di me.
"Tutti hanno un bel paio di ali, non solamente nel bosco, anche nelle città, ma solo chi sogna impara a volare".

mercoledì 17 marzo 2010

48-Un dispetto, oppure un favore...

Oggi il vento mi ha superato in quanto ad essere dispettoso. Mentre galleggiavo allegramente e mi facevo trasportare senza meta, ho visto in mezzo ad un prato fiorito, una fatina che, tempo fa, avevo conosciuto e con la quale avevo anche passato bellissime giornate a parlare e ad osservare la natura.
Mi aveva spiegato tutto dei fiori, del perchè avevano determinati colori, ed anche il motivo per il quale, a volte cantano tutti insieme, senza però farsi mai sentire.
Ricordo quel periodo come una parte bella della mia vita, ma anche con nostalgia.
In realtà mi ero follemente innamorato di quella fata, ma non avevo avuto il coraggio di dirglielo perchè la ritenevo troppo bella per un folletto semplice come me.
Credo se ne fosse accorta, ma non ho mai capito se il suo atteggiamento provocatorio rappresentasse un incoraggiamento ad osare, oppure un modo gentile per farmi capire che non dovevo illudermi.
Adesso che era lì, a pochi metri da me, avevo l'occasione per andare a salutarla.
Chissà se si ricordava ancora di me.
Ma il vento doveva avermi letto nel pensiero, ed improvvisamente ha cominciato a soffiare fortissimo, ma in direzione opposta a quella che mi avrebbe portato da lei.
"Vento smetti" gridai, ma senza alcuna risposta da parte sua, anzi la sua intensità aumentatò.
Le mie piccole ali non riuscivano a contrastare tanta forza e dovetti arrendermi.
Lei non mi aveva nemmeno visto, ed io mi stavo inesorabilmente allontanando, ormai la sua figura esile era divenatata un pallino all'orizzonte ... ma, più mi allontanavo e più quella macchiolina diventava piccola, e più il pensiero di lei diventava grande.
Non la vedrò più, ne sono sicuro, e non proverò per questo nostalgia, ma non la dimenticherò mai e lei sarà sempre nel mio cuore.

martedì 16 marzo 2010

47-Uno strappo nel cielo



Stanotte il cielo si è strappato, un rumore cupo mi ha svegliato, tutto però sembrava normale, nessun segno che potesse anticipare un temporale.
Anche gli animali erano tutti tranquilli.
Ho alzato gli occhi ed ho visto una stella, una sola, ma molto più grande di quelle che normalmente vedo in cielo, ed era tanto luminosa.
Quella stella era li per me ad indicarmi qualcosa?
Non so, e forse non lo saprò mai, ma brillava così tanto che quasi faticavo a guardarla.
Ho avuto la sensazione che il cielo si fosse veramente strappato.
Poi, improvvisamente, come se una mano avesso ricucito la zona lesa, il cielo è tornato buio e tante stelle, molto più piccole ed un pò meno luminose, sono tornate ad illuminarlo.
Forse stavo sognando.

Le stelle sono piccole fessure attraverso le quali fuoriesce la luce dell'infinito. (Confucio)

lunedì 15 marzo 2010

46-Quanto?

I due ragazzi erano seduti, sotto alcuni alberi, davanti a loro l'acqua del mare, che sbattendo sugli scogli faceva da sottofondo musicale ai loro teneri baci.
Lei era molto bella, e in quel momento sentiva anche di esserlo.
Che strano, a volte ci sono persone che non si rendono conto di come realmente sono fino a che qualcuno o qualcosa non riesce a convincerle di ciò.
In quel caso doveva essere stato il mare.
I suoi occhi brillavano così tanto che il sole dovette nascondersi dietro una provvidenziale nuvoletta, per evitare un confronto perso in partenza.
Il suo sorriso dava un senso di serenità come se niente potesse vincerlo per rattristare quel volto.
Lui era ... beh, non saprei, dovrei chiedere ad una mia amica fata per poter dire com'era.
Diciamo che lui era lui!
Deciso e convinto di ciò che faceva tanto da trasmettere anche a lei una qrande sensazione di sicurezza.
Le stava raccontando qualcosa che a lei suscitava molto interesse, come se dicesse cose a lei sconosciute.
Ogni tanto si interrompeva e tutti e due cominciavano a ridere.
Molti baci facevano da contorno a quelle storie, le loro labbra si sfioravano appena, con la stessa delicatezza con cui una farfalla si posa su un fiore, timorosa di fare o farsi male.
Me ne rimasi in disparte, anche se non mi avrebbero visto, un pò per le mie dimensioni, un pò per la loro totale estraneità da tutto ciò che li circondava, come se in quel momento un enorme bolla di sapone li avesse avvolti.
Lei gli disse che l'amava tanto, quanto grande era l'universo.
Lui rimase come impietrito, credeva di essere bravo con le parole, ma in quel momento si sentì perso: cosa dire adesso per superare quello che aveva detto la sua compagna? Cosa poteva essere più grande dell'universo?
Gli venne in mente di dire "l'universo, più uno!", per fortuna non lo fece, che stupida banalità.
Decisi di andare in suo aiuto, perchè mi sembrava veramente in difficoltà e perchè lei era quasi delusa dal non sentirsi dire qualcosa di almeno paragonabile a quello che era uscito dalla sua bocca.
Mi poggiai sulla spalla del ragazzo e gli sussurrai qualcosa in un orecchio.
Lui, convinto di aver pensato in proprio, guardò gli occhi di lei, poggiò il suo dito indice sulla bocca della ragazza e disse: "vuoi veramente sapere quanto ti amo? Non ti muovere, resta qui, conta le onde che si infrangono sugli scogli, e quando avrai finito saprai quanto bene ti voglio".
Come?????
Ma io gli avevo suggerito un altra frase, come era possibile che non avesse capito?
E adesso?
La ragazza voltò lo sguardo verso il mare, ormai illuminato solo dalla luna, poi guardò nuovamente lui, alcune lacrime resero ancor più brillanti i suoi occhi.
Non per merito mio, ma aveva funzionato.

domenica 14 marzo 2010

45-Riflesso e riflessioni.


Una pozza come uno specchio, l'infinito riflesso in pochi centrimetri di acqua.
Dove finisce uno? dove inizia l'altro?
La magia del riflesso svanisce nell'attimo in cui provi a sfiorare con un dito l'immagine che vedi.
Se vuoi continuare a far correre la fantasia, devi limitarti a guardare, a capire, ma da lontano.
Ed allora scopri un mondo nuovo, un mondo solo tuo che puoi condividere, ma solamente con le persone che inviti tu a farlo.
Perchè in un rilesso ognuno vede una cosa diversa, chi vede la luce chi il buio, chi il bello e chi il brutto.
Tu vedi il sole oppure la luna ...
Quando passi davanti ad uno specchio vedi un vecchio o un bambino?
Io non ho paura degli specchi, specialmente da quando ho imparato a guardare con gli occhi del cuore.

sabato 13 marzo 2010

44-Forse sono uno stupido ...

Ho incontrato un altro folletto come me (anche se lui ripeteva di non esserlo, o, al massimo, pretendeva lo ritenessi "saggio") che mi ha posto alcune domande, ha voluto che discutessi con lui su alcuni argomenti, si è interessato del mio pensiero.
Io sono ancora giovane e non riuscivo a tenergli testa perchè lui aveva sicuramente più conoscenza di me.
Lui probabilmente aveva studiato molto, io preferivo girellare per il bosco che andare a scuola (..si scrive con la "c" o con la "q" ?).
L'ho ascoltato attentamente ed ogni volta ho illustrato anche il mio modo di vedere le cose, ma non sono certo che lui abbia dedicato a quello che dicevo la stessa attenzione (forse aveva uno specchio in tasca anche lui?).
Avevamo idee completamente diverse, praticamente su tutto, ma su una cosa riuscii a farlo veramente infuriare: ribativa, continuamente, che non ero logico, che non avevo un "pensiero costante", che viaggiavo troppo di fantasia, che non ero ancorato alla realtà ... e che quindi oltre che ignorante ero anche stupido.
Che avesse ragione?
Sono allora andato da un saggio, vero, a chiedere lumi.
"Ti senti ignorante?" mi ha chiesto.
"Si" risposi " non credo di poter arrivare a consocere tutto, quindi mi ritengo ignorante"
"Ti senti stupido?" fu la seconda domanda
"Essere mentalmente liberi significa essere stupidi?" ... non è bello rispondere con una domanda, ma volevo chiarezza e chi se non lui poteva darmela.
"No, sono cose diverse" mi ha risposto.
"Allora, NO, non mi sento uno stupido!"
"Perfetto" e si è allontanato ridendo ...
Uffa, non mi ha mica detto se sono stupido o no!

venerdì 12 marzo 2010

43-Bella



Eccola, è lei che per prima mi ha fatto sentire le ali.
Lunghe corse sui prati con il vento che mescolava i nostri capelli.
Ore, giorni, a volte settimane, separati solo dalla notte, e talvolta nemmeno da quella, senza una meta, sguardi fissi verso l'orizzonte.
La nostra curiosità seconda solamente alla voglia di stare insieme.
Ore a parlare di niente e di tutto, ore in silenzio guardandosi negli occhi.
Carezze, baci, abbracci, dati e ricevuti in eguale misura.
Insieme abbiamo scoperto, luoghi, profumi, colori, che pensavamo appartenessero solo alla fantasia.
Viaggi brevi, altri lunghi ed interminabili, ma sempre nei suoi occhi lo stupore della bambina che aveva dentro, che ogni volta scopriva qualcosa di nuovo anche in ciò che già conosceva.
Poi l'inesorabile bivio, è la vita, si dice, è vero, non poteva essere per sempre, ma per sempre sarà nel mio cuore.
Sò che adesso sei felice, che adesso sei libera, che finalmente ti senti viva, gioisco per te, ma mi manchi tanto, Bella.

giovedì 11 marzo 2010

42-Una notte lunghissima





Quella appena passata è stata una notte veramente particolare. Ho avuto difficoltà ad addormentarmi e così, dopo essermi girato e rigirato sulla mia foglia senza riuscire a chiudere occhio, mi sono alzato e me ne sono andato a fare un giretto per il bosco.
Era buio, nessuna stella in cielo e della luna nemmeno l'ombra.
Il vento, che di giorno mi fa tanta compagnia, soffiava invece forte e minaccioso.
Non so per quale motivo sia successo, ma ad un certo punto mi sono reso conto di essermi perso, forse la mancanza di luce intorno a me, forse il rumore del vento che faceva muovere vorticosamente tutto ciò che, invece di accarezzare, aveva deciso di prendere a schiaffi.
Senza nessun riferimento a farmi da bussola, e nonostante conosca a memoria ogni angolo del mio bosco, improvvisamente non ero più in grado di capire, o intuire, dove fossi.
Ogni abero mi sembrava uguale, e tutti mi si ponevano davanti come oscuri ostacoli ad intralciarmi la strada.
Sono caduto più volte inciampando su affioranti radici oppure su rovi che non ricordavo nemmeno ci fossero.
Era così tanta l'angoscia che provavo da non avere nemmeno il coraggio di urlare, non per chiedere aiuto, ma almeno per sperare in una risposta, una voce che potesse confermarmi che non ero rimasto solo.
Il tempo passava e la notte sembrava non voler finire mai, mi ero quasi convinto che una magia l'avesse resa infinita.
Ero forse stato io a offendere la natura, e questo era il modo per punirmi?
Poi il vento si è calmato, il rumore dello sbattere dei rami si è affievolito e da dietro alcuni fili d'erba, è uscito il sole, senza alcun timore reverenziale per l'oscurità che lo aveva preceduto.
Ho tirato un sospiro di sollievo ... finalmente il sole.
Stavo per tornarmene al mio giaciglio, nella speranza di poter almeno riposare un pò, quando una risatina sarcastica mi ha bloccato. Era un gufo, appollaiato su un ramo che mi guardava e rideva, di me!
"Che hai da ridere, pensi di essere molto più carino di me?" chiesi leggermente indispettito da quel suo sorrisino.
"Ma no, ci mancherebbe" rispose" solamente mi ha divertito osservarti, così impaurito, mente brancolavi nell'oscurità, giravi intondo senza accorgertene, ed inciampavi sempre negli stessi posti ... eri tanto buffo"
"Caro gufo, sono sincero, mi ero perso, ed ho avuto paura che ..." mi interrupe.
"Non temere, folletto, non potrà mai esserci una notte tanto buia e tanto lunga da poter, comunque, impedire al sole di risorgere, ogni volta".

mercoledì 10 marzo 2010

41-Il volo del calabrone

Fra le tante cose buffe che vengono lasciate un pò ovunque dagli abitanti della grande città quando vengono a fare le lore scampagnate, ho trovato un giornale che parlava esclusivamente di aerei.
Tante belle foto e pagine piene di difficili ed incomprensibili parole e formule.
Non le capisco forse perchè noi che abitiamo nel bosco siamo dotati di ali che, seppur piccole, ci permettono di svolazzare senza bisogno di quelle terribili e rumorose scatolette di metallo ...
Ma sono curioso, ed ho portato al vecchio saggio del nostro villaggio quella pubblicazione.
Ha letto con attenzione e si è messo a ridere fragorosamente, poi, si è avvicinato a me per dirmi qualcosa nell'orecchio.
La sua lunga barba mio faceva il solletico, ma resistetti vinto dalla curiosità di sapere cosa lo avesse così tanto divertito.
"Qui c'è scritto che secondo studi aeronautici, un calabrone, a causa del suo corpo tozzo e pesante, rapportato alla scarsa apertura alare non può essere in grado di volare ..." mi sussurrò.
"Ma il calabrone vola!" obbiettai.
"Vero, ma lui non ha mica letto questo articolo. Tu non gli dire niente, non vorrei gli venissero dei dubbi!"

martedì 9 marzo 2010

40-Magia e bellezza

Ho notato che non sempre la stessa cosa suscita in me indentica emozione.
Il sorgere del sole, il canto di un uccellino, lo scorrere gioioso dell'acqua di un giovane ruscello, una farfalla, un fiore.
Talvolta la loro visione mi suscita gioia, leggerezza, pace e tranquillità.
Altre volte, invece, mi lascia un profondo senso di vuoto, tristezza e malinconia.
Forse questo significa quanto la natura sia espressione di magia e bellezza .... oppure magia e bellezza stanno in noi, capaci di guardarla con il cuore invece che con gli occhi?

lunedì 8 marzo 2010

39-8 Marzo







DONNA








Nel tuo esserci l'incanto dell'essere,
La vita, tua storia,
segnata dal desiderio d'essere
semplicemente donna!
Nel tuo corpo ti porti,
come nessun altro,
il segreto della vita!
Nella tua storia
la macchia dell'indifferenza,
della discriminazione, dell'oppressione…
in te l'amore più bello,
la bellezza più trasparente,
l'affetto più puro
che mi fa uomo!

Eliomar Ribeiro de Souza


domenica 7 marzo 2010

38-Silenzio !

Mi sono ritrovato in un bosco, non il "mio", ma in uno molto simile, anche questo popolato da fate, folletti e gnomi.
Nel centro del villaggio vi era un albero più grande di tutti, ed al suo interno, abitava un vecchio folletto, completamente calvo e con in mano un lungo e robusto bastone al quale si aggrappava ad ogni passo che muoveva.
Seduti sulle grandi radici molti altri folletti, più giovani, stavano aspettando che il vecchio dicesse loro qualcosa.
"E' il saggio del paese" uno di loro mi disse vedendomi interessato "ed oggi ci ha chiamati tutti qui a raccolta per una lezione".
Pensai di aver avuto molta fortuna trovandomi li nel momento esatto in cui ci sarebbe stato qualcosa di nuovo da imparare, mi sedetti, ed attesi insieme agli altri.
Il vecchio continuava a camminare facendosi aiutare dal bastone, ogni tanto si fermava, fissava qualcuno negli occhi, si toccava la testa per asciugarsi dal sudore, faceva una leggera smorfia con la bocca e poi ricominciava nella sua passeggiata.

E' passato diverso tempo da quando mi sono seduto, ed ancora il saggio non ha detto niente, eppure tutti restano li, in silenzio ad ascoltare ... il silenzio.
Ecco, il vecchio si volta verso di noi, abbozza un sorriso, si volta nuovamente e ... se ne va!
I miei improvvisati compagni si alzano uno ad uno ed anche loro si allontanano, chi sorride, chi assorto nei suoi pensieri, chi con aria decisamente sollevata.
Il mio vicino mi guarda e, nel salutarmi mi dice"certo che da un grande saggio c'è sempre da imparare, anche se non dice niente!".
E' proprio vero, ho avuto accanto persone con le quali non ho mai avuto bisogno di parlare per farmi capire, e mi sono convinto che chi non riesce a comprendere il silenzio, non capirebbe nemmeno le parole dette.

sabato 6 marzo 2010

37-La voce del vento


Io ho una grande fortuna abitando nel bosco: quando mi sento triste, solo, abbattuto, mi nascondo tra le piante ed i cespugli ed ascolto la voce del vento.
Forse è perchè viene da lontano ed ha raccolto altre voci durante il suo cammino.
E' così che mi sento parte dell'universo.

venerdì 5 marzo 2010

36-L'orologio del tempo

Ci sono giorni nei quali il tempo sembra non passare mai. altri in cui la notte arriva anche troppo presto.
Eppure il mio viaggio mi porta sempre in luoghi nuovi, mi permette di conoscere persone e provare sensazioni diverse da quelle provate il giorno prima.
Forse tutto dipende dal mio stato d'animo, più solo allegro e più l'orologio del tempo sembra correre.
Vorrei fosse il contrario per potermi godere più a lungo i bei momenti e lasciarmi scivolare addosso, velocemente, quelli brutti.
Ricordo di aver incontrato, nel corso di un mio viaggio nel vento, un uomo di una tribù africana che attraversava la savana in solitudine e al quale chiesi quanto era lungo il suo di viaggio: mi rispose che il cammino attraverso la foresta non è mai lungo, se si ama la persona che si va a trovare.

giovedì 4 marzo 2010

35-Un sole piccolo piccolo

Questa mattina, era presto, ho visto tramontare la luna.
L'ho seguita con lo sguardo mentre andava a nascondersi dietro le montagne, e lo ha fatto con un laconico saluto.
Esattamente sull'altro lato della volta celeste, sempre da dietro i monti, ha fatto capolino il sole e con sua luce, che fino quel momento era solo riflessa, ha cominciato a scaldare gli infreddoliti fili d'erba ancora coperti di brina ghiacciata.
Nonostante il calore e la luce che riusciva ad emanare, e seppur la sua presenza indicasse il giornaliero ritorno alla vita, anche il suo sguardo non trasmetteva felicità o gioia, ma era, al pari di quello della luna, malinconico e triste.
Stranissimo, pensai, in fondo si stava rinnovando il senso di rinascita, e questo doveva essere un motivo di gioia, per tutti, ed a maggior ragione per lui che ne era il principale artefice.
"Anche oggi così !" disse come ad aver sentito la domanda che ancora non avevo fatto, "pochi secondi, solo per pochi secondi".
Il suo sguardo era fisso davanti a se, nel punto esatto in cui, prima, si era spenta la luce della luna.
Povero amico sole, così grande e potente, padrone assoluto della vita, così follemente innamorato della luna con la quale può condividere solo pochi fugaci attimi.
Eppure, anche se il destino non li farà mai incontrare e dovranno accontentrarsi di scambiarsi brevissimi, quanto dolci, sguardi di intesa, il loro amore resiste ed il tempo non potrà mai intaccarlo.
A volte mi sento un piccolo sole ....

mercoledì 3 marzo 2010

34-Testarda voglia di vivere


Ho cercato di capire come funziona lo strano oggetto che fa le fotografie, quello che avevo trovato nel prato qualche tempo fa. Non credo di aver capito bene, ma qualche tentativo l'ho fatto.
Mi sono addentrato nella città, che posto strano, difficile capire come vi si possa vivere.
Rumore, odori, tutto diverso dal mio bosco, e poi pochissimo verde; dopo pochi minuti già mi mancavano i miei fiori i miei alberi, l'erba dei prati ....
Poi, quando ormai avevo perso ogni speranza, una margherita che, testardamente, aveva deciso di nascere lì dove nessuno l'avrebbe mai cercata.
Una sfida al cemento, lì, a dimostrare a tutti la sua voglia di vivere, magnifica, nel suo splendido splendore.

martedì 2 marzo 2010

33-Il filtro magico

Ero molto giovane, e molto inesperto, desideravo tanto essere amato dagli altri, facevo di tutto per rendermi piacevole, simpatico.
Ma gli altri mi snobbavano, sembravano non accorgersi di me.
Passavo intere giornate da solo, osservavo gli altri ridere e scherzare, potevo distinguere in loro un aurea d'amore che li avvolgeva, e non potevo far altro che inviadiarli.
Non ero amato.
Allora mi decisi ed andai da una fata del villaggio esperta in magie e pozioni.
"Ti indicherò un filtro amoroso senza veleni, senza erbe, senza formule magiche" mi disse "se vuoi essere amato, ama !"
Ha funzionato!

lunedì 1 marzo 2010

32-L'arcobaleno

Ha piovuto tanto, oggi, sembrava che il cielo si fosse arrabbiato, per chissà quale motivo, ed avesse deciso di voler ripulire tutto.
Ma poi, come sempre, dopo ogni tempesta è di nuovo arrivato il bel tempo.
Dapprima solo un raggio di sole, poi sempre più fino a sconfiggere le nuvole.
Adesso, nel bosco, piove ancora, ma solo perchè molte goccie si erano attardate sulle foglie degli alberi e adesso, lentamente, stanno scivolando giù, una ad una.
Sembrano bambini che giocano sui loro scivoli, forse, come loro, si stanno divertendo.
E come d'incanto ecco spuntare l'arcobaleno ....
Ricordo di quando ero piccolo, ogni volta che il cielo veniva colorato da quello che pensavo fosse un portale magico, mi precipitavo verso di lui, con il desiderio di poterlo toccare, per verificarne la consistenza.
Ma più mi avvicinavo e più lui si allontanava da me, e, come se non bastasse, il tutto durava non più di pochi minuti .... 2, 3 massimo 5 minuti, poi i colori dell'arco si mescolavano a quelli del cielo e svaniva con la stessa velocità con cui era apparso.
Peccato che le cose più belle durino sempre così poco e che, per quel poco, siano irraggiungibili.
Oppure è una fortuna, perchè la voglia di raggiungerle non si placa mai e ci permette di guardare e camminare avanti!