lunedì 25 gennaio 2016

243 - Obiettivi comuni





"Dai, di qua!"

"No, no, così!"

"Ma come fai?"

La scena era spassosa, e non volevo perdermela, quindi rimasi appollaiato sul ramo dell'albero sul quale mi ero arrampicato già alcune ore prima, quando loro ancora non erano arrivati.

Era freddo quella mattina e la brina scricchiolava sotto i miei piedi, nonostante ciò  mi incamminai nel bosco perchè sentivo l'esigenza di starmene un po' da solo.

Ero andato nel mio solito posto, una sorta di "pensatoio", dove riesco ad isolarmi da tutto il resto: una piccola spiaggetta sassosa in riva al fiume che in quel punto rallenta un po' la sua corsa.

Mi stavo godendo il rumoroso silenzio del bosco quando arrivararono quei tre folletti, due di loro trasportavano un tronco sulle spalle, l'altro faceva loro strada e si comportava come se fosse stato il più "saggio", ma ad essere sincero a me sembrava il più sciocco.

Poggiato a terra quello che inizialmente avevo pensato fosse semplicemente un tronco mi accorsi che su un lato era stato levigato e che i due folletti che lo avevano portato fin li lo stavano mettendo in acqua,  avevano anche due pagaie ... era una canoa, beh, assomigliava lontanamente ad una canoa.

"Sedetevi sulla parte liscia e pagaiate, vedrete che arriverete al lago in breve tempo" il folletto saggio/sciocco impartiva consigli e lezioni come se sapesse realmente cosa essi dovessero fare. Per me non lo sapeva affatto.

Gli altri due, nel frattempo e non senza fatica, avevano messo la strana canoa in acqua e vi si erano seduti sopra, uno di fronte all'altro.

Io non sono un grande esperto, ma non mi sembrava essere quella la posizione ideale per pagaiare, almeno che uno dei due non lo facesse e rimanesse a guardare il compagno.

Invece cominciarono a farlo insieme, non potete immaginare la scena, più si sforzavano e più rimanevano fermi, ognuno remava contro l'altro ...

Il terzo folletto, rimasto sulla riva ad impartire i suoi saggi consigli, gridava come un forsennato

"Non capite proprio niente, non è così che dovete pagaiare, giratevi!"
                                                                               
Beh, lo facevo più sciocco, almeno questa volta aveva detto qualcosa di sensato.

Il fatto fu che i due volenterosi vogatori non intesero alla perfezione ciò che era stato loro indicato e si voltarono entrambi. Adesso si trovavano seduti voltando la schiena l'uno contro l'altro ...

Potete immaginare cosa accadde nel momento in cui iniziarono a roteare le pagaie ... ancora una volta fermi immobili sull'acqua: a volte uno dei due pagaiava con più intensità e riusciva a spostare la canoa, ma poi, forse per stanchezza, doveva rallentare e tornavano lì dove erano partiti.

"Ma siete proprio imbranati" grido quello "furbo" "dovete guardare tutti e due dallo stesso lato, altrimenti al lago non ci arriverete mai"

Ancora una volta aveva ragione lui, ma non riusciva a spiegarsi molto bene ...

Finalmente i due erano adesso seduti correttamente e cominciarono a pagaiare entrambi nella stessa direzione, ma qualcosa continuava ad andare storto: il tronco trasformato in canoa non era così lungo ed i folletti non stavano pagaiando all'unisono, uno era sempre più veloce dell'altro, oppure uno virava a destra mente l'altro scartava a sinistra ... le pagaie si incrociavano sia in aria che in acqua, urtandosi tra loro a tal punto che ad uno dei due scappò pure di mano e cadde in acqua.

"Non saprei più che dirvi, adesso stavate andando abbastanza bene, se solo sincronizzaste i movimenti ..."

Il terzo folletto era disperato, avevo ragione io, era anche lui abbastanza sciocco fingeva solo di essere competente ...

Fu a quel punto che da dietro un cespuglio uscì uno dei vecchi folletti del nostro villaggio, lui si che era un saggio!

Rideva e tossiva perchè la lunga barba gli entrava in bocca ad ogni risata "ma cosa state facendo così buffo?" chiese.

"Volgiamo andare al lago e così ci siamo costruiti questa canoa per fare prima, ma non riusciamo nemmeno a partire"

"Voglio essere sincero con voi, non ne capisco niente di canoe, barche ed altro, non so nemmeno nuotare ... ma di una cosa sono veramente certo: volete andare tutti e due al lago?"

"Certo!" risposero insieme (il terzo se ne stava imbronciato da una parte perchè aveva capito di aver perso lo status di "saggio" al quale si era auto elevato)

"Ed allora date retta a me, prendete un altro tronco in modo da avere una canoa a testa, così ognuno potrà pagaiare come meglio crede senza ostacolare l'altro. L'importante è che arriviate entrambi alla vostra meta, ma ancor più importante è che chi arriva primo aspetti l'altro, potrebbe avere incontrato maggiori difficoltà nel tragitto, la visita al lago dovete comunque farla insieme!"

Quello era un Saggio vero! Da grande voglio diventare saggio .... sperando che non ci si debba nascere .... altrimenti la vedo buia!



martedì 19 gennaio 2016

242 - La Maschera



Che buffa, era in terra, abbandonata nel bosco da chissà chi, aveva un grande naso, come se dovesse contenerne un altro ed una bocca con un sorriso che andava da orecchio ad orecchio.

Capelli arruffati, che rendevano l'spetto generale ancor più simpatico.

"Ciao maschera" vi sembrerà strano, ma nel nostro bosco tutto parla, anche una maschera ...

"Ciao folletto" risponde infatti educatamente

"Sai che sei prorpio carina, ispiri allegria con quel sorriso stampato in bocca"

"Si, ma non a tutti. In effetti noi maschere abbiamo due diversi punti di vista, possiamo cioè vedere la reazione di chi ci stà guardando, ma anche quella di chi ci stà indossando".

Che cosa strana ... questo proprio non lo sapevo, ma sono tante le cose che non conosco ...

"In effetti chi mi guarda risponde quasi sempre con un sorriso, come hai detto tu ispiro allegria. Ma chi mi indossa difficilmente lo è, anzi, sempre ma prorpio sempre, di qua dalla maschera c'è tanta tristezza"

"Non capisco" esclamo "perchè tutta questa differenza tra il "dentro" ed il "fuori"?"

"Perchè sono una Maschera! Che sciocco, chi mi indossa non vuol far vedere il proprio volto, ma quello che gli altri vorrebbero, o dovrebbero, o preferirebbero vedere ... insomma, altrimenti non ci sarebbe bisogno di indossarmi" 

"Quindi non sarò mai certo di ciò che prova chi indossa una maschera?" chiedo

"... un sistema ci sarebbe, come vedi ho una bocca, un naso, orecchie e capelli, ma al posto degli occhi due buchi per permettere a chi mi indossa di vedere almeno dove va .... lascia perdere tutto, guarda attraversi i fori ... vedrai gli occhi e saprai. Ciao buffo folletto"

"Ciao" ... buffo io?





domenica 10 gennaio 2016

241 - Ad occhi chiusi



Credo sia il periodo delle fate, anche oggi ne ho incontrata una che non avevo mai visto nel villaggio (anche se lei ha detto che era destino che ci conoscessimo).

Stavo passeggiando nel bosco sulla riva del torrente che in questo periodo, avendo piovuto molto, scorre più veloce del solito, quando, seduta su un grande tronco, ho notato questa bella fata, immobile, con una espressione un po' triste e che aveva gli occhi chiusi (non so perchè, ma ho subito immaginato fossero belli ... Ma non li ho visti).

"Ciao folletto, scusami se mi sono seduta qui, è tuo questo tronco dal quale si gode di un bellissimo panorama?"

Doveva essere prorpio una fata magica, perchè ero arrivato senza fare alcun rumore e non capisco come possa avermi sentito o visto, dato che aveva gli occhi chiusi.

Anche il panorama non so come lo avesse potuto "godere" .... forse lo aveva guardato prima di sedersi .... chissà!

"No Fata, non è il mio posto e ci puoi rimanere quanto vuoi, se vuoi. Posso comunque fermarmi un po' qui con te?"

"Certo" mi risponde con estrema dolcezza

Certo ... certo ... qui di certo c'è solo il fatto che sono irrimediabilmente curioso ...

"Perchè stai ad occhi chiusi?" non potevo fare a meno di chiedere ..

"Sai, quando ero piccola la mia Mamma, se mi vedeva triste ed impaurita, mi chiamava a se, mi faceva sedere sulle sue ginocchia e mi diceva - chiudi gli occhi e pensa ad una cosa bella, a quella più bella che c'e, poi li riapri e tutte le cose tristi e paurose non ci saranno più -"

"E quindi tu stai ad occhi chiusi ..." interrompo io pensando di aver capito tutto 

"Perchè sto pensando a lei ed a quando mi teneva sulle sue ginocchia!"


lunedì 4 gennaio 2016

240 - Fata Colore





"Hei, Folletto,  chi è quell'uomo e cosa sta facendo che non capisco?"

Era presto quando mi sono avventurato nel bosco, ancora la luce del sole non illuminava il sentiero che porta alla radura ma conosco bene la strada e sono riuscito ad arrivare fin qui anche al buio.

Qualcuno però era arrivato prima di me, un uomo della grande città si era avvicinato al nostro villaggio, non lo avevo mai visto da queste parti, o comunque non saprei dirlo con certezza dato che è seduto ed io riesco a vedergli solo le spalle.

"Come non capisci?" rispondo "non vedi che sta dipingendo? "

"Beh, fino a qui c'ero arrivato anche senza la tua sapiente indicazione, intendo ..."

"Si, ho capito cosa mi chiedi" stavo prendendo un po' in giro il mio amico, ma in effetti quell'uomo stava facendo una cosa abbastanza strana: sulla tavolozza aveva sparso molte tempere, ognuna da un tubetto diverso, ma in realtà erano tutte dello stesso colore, credo nero, o comunque una tinta molto scura.

"Quello che non riesco a spiegarmi" continua l'amico "è che se voleva fare un quadro di un solo colore poteva usare un solo tubetto, invece ne sta usando tanti ma tutti dello stesso colore e nel dipingere li usa come se fossero diversi ... Invece sono tutti uguali!"

È vero, è proprio così, sembra che usi le tempere "normalmente", al punto che, ogni tanto, pulisce anche accuratamente il pennello, per poi intingerlo in un altro "colore" che però è identico al precedente.

"E quella figura in piedi dietro di lui, invece, chi è?"

In effetti non l'avevo notata prima, sembra una fata, oppure una Principessa, decisamente deve essere una fata ... forse una Principessa -Fata, ma nel bosco non l'avevo mai incontrata (eppure ne conosco tante di fatine!)

Siamo rimasti entrambi in silenzio fino a che una voce, allo nostre spalle, ha risposto alla domanda del mio amico. È uno dei saggi del nostro villaggio:

"È la fata del colore, lei ha la possibilità di rendere le cose colorate quando colorate non sono"

"Ed allora perchè non lo fa adesso e permette a quel pittore di utilizzare tutti i colori invece che uno solo?" domando mostrando tutta la mia ignoranza in materia, in fondo il Saggio è lui, mica io!

"È presto e lei lo sa, il colore interagisce con le emozioni umane; ad ogni colore è legato uno stato d’animo ed i colori si attivano a vicenda in molte sfaccettature che da soli non avrebbero. Arriverà il momento e lei saprà quando i colori potranno tornare nella tavolozza del pittore e quel giorno lei sarà li, accanto a lui, come adesso"

"Allora presto tornerà tutto come prima?" quasi all'unisono io ed il mio amico (mica potevo essere l'unico sciocco del villaggio ...)

"Tutto come prima ..." le mani del Saggio si sono poggiate sulle nostre teste, affettuosamente " no, questo no ... l'arcobaleno tornerà ad essere colorato, le tinte saranno sicuramente meno brillanti di prima, ma almeno sarà colorato ..."

Questa Fata deve essere proprio brava per riuscire in questo, devo assolutamente conoscerla, voglio sapere come fa ... deve essere una Fata "speciale".