Ieri ho sentito bussare alla mia porta.
Non aspettavo nessuno, e l'ora era ormai tarda.
Con grande sorpresa, ma neanche poi molta dato che da alcuni giorni il solito uccellino che abita nell'albero del mio giardino cantava insistentemente come a voler preannuciare novità, mi sono trovato davanti un fata, una mia vecchia amicizia, che era tanto tempo che non vedevo.
Ho tentato di mascherare lo stupore, probabilmente senza riuscirci, e l'ho invitata ad entrare.
Era come la ricordavo, bellissima e dolcissima, con modi garbati e posati. Anche i suoi occhi erano non erano cambiati, due brillanti stelle nel cielo, ma stavolta quel luccicore era dovuto alle lacrime. Stava piangendo.
Strano, ho pensato, lei era sempre stata, per me, un punto di riferimento, un esempio.
A dispetto di quel suo esile corpo, e di quelle ali delicate, pari a quelle di una farfalla, era una delle creature del bosco più forti che avessi mai incontrato.
La vita non era stata molto gentile con lei, e l'aveva spesso messa a dura prova, ma ne era sempre uscita a testa alta.
In passato mi ero spesso rivolto a lei per la soluzione dei miei problemi, e lei si era sempre prestata ad aiutarmi, magari fingendo di non farlo, come se fossi stato io farlo nei suoi confronti, forse pensando che potessi sentirmi umiliato per il fatto di aver chiesto aiuto proprio a lei ... stupida.
Questa volta era lei a venire da me, e questo mi spaventava, sapevo già che non sarei stato all'atezza della situazione, che si stava rivolgendo alla persona meno adatta: io i guai li combino, non li risolvo.
"Mi sono addentrata in un bosco, nuovo, che non concoscevo, attratta dalla sua bellezza. Il sentiero era ben curato, spazioso, pulito, facile e piacevole da percorrere. Pochi i dislivelli, le curve dolci. Splendido panorama".
Che bello, ho pensato, adesso mi faccio dire dove si trova per andarci anche io.
"Ma poi il sentiero è diventato stretto e la vegetazione improvvisamente più alta ed incolta. Credevo fosse un passaggio più difficoltoso e mi sono inoltrata tranquilla. Ed invece le radici delle piante si sono improvvisamente chiuse dietro di me. Quel bosco mi ha trattenuta a se, ma quelle che prima eramo splendide siepi fiorite, si erano trasformate in rovi spinosi. La luce del sole non filtrava più da quanto folte erano le chiome degli alberi, una leggera nebbiolina si alzava dal terreno fangoso"
Il suo racconto mi stava terrorizzando, provavo freddo e paura ...
"Aiutami folletto, ti prego, aiutami!"
Non ho capito cosa volesse da me: era li, davanti a me, in casa mia, ormai fuori dal bosco, quindi aveva trovato la strada per tornare indietro, il bosco non era riuscito a rapirla. Non capivo in cosa e come potessi aiutarla.
"Spiegami, folletto, perchè sono entrata in quel bosco?"
" ... era bello, lo avrei fatto anche io"
"Ma perchè ho continuato a percorrere quel sentiero?"
"... lo hai detto tu, era piacevole da fare"
"Ma perchè il bosco si è poi chiuso dietro di me, perchè non mi sono fermata prima?"
"perchè non disponi della sfera di cristallo?" ho provato con una battuta, e per fortuna lei ha abbozzato un sorriso "non lo so, fatina, da come mi hai raccontato tutto sembrava perfetto, ed il buio è calato molto improvvisamente ... non saprei, io avrei fatto uguale, io ..."
"Grazie, folletto, mi sei stata di aiuto, per adesso."
Si è azata e se ne è andata. Non mi ha fatto finire la risposta, le avrei voluto dire che anche io avrei fatto come lei, ma che probabilmente, trovandomi imprigionato, mi sarei impaurito, mi sarei seduto in un angolo a piangere, aspettando che qualcuno venisse a cercarmi ed a salvarmi. Ed invece lei non si era persa d'animo Lei aveva trovato la forza di tornare sui suoi passi, affrontare i rovi, il buio, la nebbia. Lei era uscita da quel bosco, mentre io sarei stato ancora li a frignare ....
Le avrei voluto chiedere come aveva fatto, dove aveva trovato la forza, speriamo torni presto perchè adesso sono io che ho bisogno di risposte.
Come in passato, mi ha salutato con un "grazie", ed invece sono io che dovrei ringraziare lei, mi ha fatto capire che dentro di noi esiste una forza che ci permette di affrontare tutte le situazioni.
Nel vederla allontanarsi, con quel suo volo leggero, ho ripensato a quello che un vecchio saggio mi aveva detto: "spesso abbiamo un debole per le persone che ci aiutano ad essere forti".
Non aspettavo nessuno, e l'ora era ormai tarda.
Con grande sorpresa, ma neanche poi molta dato che da alcuni giorni il solito uccellino che abita nell'albero del mio giardino cantava insistentemente come a voler preannuciare novità, mi sono trovato davanti un fata, una mia vecchia amicizia, che era tanto tempo che non vedevo.
Ho tentato di mascherare lo stupore, probabilmente senza riuscirci, e l'ho invitata ad entrare.
Era come la ricordavo, bellissima e dolcissima, con modi garbati e posati. Anche i suoi occhi erano non erano cambiati, due brillanti stelle nel cielo, ma stavolta quel luccicore era dovuto alle lacrime. Stava piangendo.
Strano, ho pensato, lei era sempre stata, per me, un punto di riferimento, un esempio.
A dispetto di quel suo esile corpo, e di quelle ali delicate, pari a quelle di una farfalla, era una delle creature del bosco più forti che avessi mai incontrato.
La vita non era stata molto gentile con lei, e l'aveva spesso messa a dura prova, ma ne era sempre uscita a testa alta.
In passato mi ero spesso rivolto a lei per la soluzione dei miei problemi, e lei si era sempre prestata ad aiutarmi, magari fingendo di non farlo, come se fossi stato io farlo nei suoi confronti, forse pensando che potessi sentirmi umiliato per il fatto di aver chiesto aiuto proprio a lei ... stupida.
Questa volta era lei a venire da me, e questo mi spaventava, sapevo già che non sarei stato all'atezza della situazione, che si stava rivolgendo alla persona meno adatta: io i guai li combino, non li risolvo.
"Mi sono addentrata in un bosco, nuovo, che non concoscevo, attratta dalla sua bellezza. Il sentiero era ben curato, spazioso, pulito, facile e piacevole da percorrere. Pochi i dislivelli, le curve dolci. Splendido panorama".
Che bello, ho pensato, adesso mi faccio dire dove si trova per andarci anche io.
"Ma poi il sentiero è diventato stretto e la vegetazione improvvisamente più alta ed incolta. Credevo fosse un passaggio più difficoltoso e mi sono inoltrata tranquilla. Ed invece le radici delle piante si sono improvvisamente chiuse dietro di me. Quel bosco mi ha trattenuta a se, ma quelle che prima eramo splendide siepi fiorite, si erano trasformate in rovi spinosi. La luce del sole non filtrava più da quanto folte erano le chiome degli alberi, una leggera nebbiolina si alzava dal terreno fangoso"
Il suo racconto mi stava terrorizzando, provavo freddo e paura ...
"Aiutami folletto, ti prego, aiutami!"
Non ho capito cosa volesse da me: era li, davanti a me, in casa mia, ormai fuori dal bosco, quindi aveva trovato la strada per tornare indietro, il bosco non era riuscito a rapirla. Non capivo in cosa e come potessi aiutarla.
"Spiegami, folletto, perchè sono entrata in quel bosco?"
" ... era bello, lo avrei fatto anche io"
"Ma perchè ho continuato a percorrere quel sentiero?"
"... lo hai detto tu, era piacevole da fare"
"Ma perchè il bosco si è poi chiuso dietro di me, perchè non mi sono fermata prima?"
"perchè non disponi della sfera di cristallo?" ho provato con una battuta, e per fortuna lei ha abbozzato un sorriso "non lo so, fatina, da come mi hai raccontato tutto sembrava perfetto, ed il buio è calato molto improvvisamente ... non saprei, io avrei fatto uguale, io ..."
"Grazie, folletto, mi sei stata di aiuto, per adesso."
Si è azata e se ne è andata. Non mi ha fatto finire la risposta, le avrei voluto dire che anche io avrei fatto come lei, ma che probabilmente, trovandomi imprigionato, mi sarei impaurito, mi sarei seduto in un angolo a piangere, aspettando che qualcuno venisse a cercarmi ed a salvarmi. Ed invece lei non si era persa d'animo Lei aveva trovato la forza di tornare sui suoi passi, affrontare i rovi, il buio, la nebbia. Lei era uscita da quel bosco, mentre io sarei stato ancora li a frignare ....
Le avrei voluto chiedere come aveva fatto, dove aveva trovato la forza, speriamo torni presto perchè adesso sono io che ho bisogno di risposte.
Come in passato, mi ha salutato con un "grazie", ed invece sono io che dovrei ringraziare lei, mi ha fatto capire che dentro di noi esiste una forza che ci permette di affrontare tutte le situazioni.
Nel vederla allontanarsi, con quel suo volo leggero, ho ripensato a quello che un vecchio saggio mi aveva detto: "spesso abbiamo un debole per le persone che ci aiutano ad essere forti".
"... dentro di noi esiste una forza che ci permette di affrontare tutte le situazioni" verissimo. Averne la consapevolezza e crederci è importante per affrontare la vita.
RispondiEliminaBuon fine settimana.
bellissima la frase del vecchio saggio..
RispondiEliminabrava a lei, che è riuscita a non perdere la speranza e ad uscire; bravo tu, Folletto, che l'hai aiutata e sei stato come sempre disponibile.
dentro ognuno di noi esiste quella forza... alla ricerca, allora.
un saluto
Ti ringrazio. Oggi mi hai donato un abbraccio con questo tuo racconto. Un abbraccio che mi ha rinfrancato.
RispondiEliminache bello.... posso stare un po' qui?
RispondiEliminaEmanuela, crediamoci! Buon fine settimana anche a te.
RispondiEliminaFrammentoDiCristallo, cerca anche tu e vedrai che ce l'hai.
Occhi di Notte, mi sono sentito abbracciato .. grazie!
Valepi, guai a te se te ne vai ...
Ciao, Folletto....
RispondiEliminaSilvia, CIAO !
RispondiEliminaCiao carissimo FOLLETTO del VENTO, eccomi qui finalmente a visitare le zone soleggiate del tuo bosco, e devo dire ke qui cè molta luce e molta profondità d'animo...si perkè queste bellissime riflessioni ke hai fatto nei confronti della tua amica ke è giunta fin da te per aver anche solo un piccolo aiuto e parere...son certa ke ti aiuteranno a capire col passare dei giorni ke non è solo lei la persona forte ke ti ha sempre aiutato nel tuo lungo cammino di vita...ma ti renderai sempre più conto ke la vostra empatia e il vostro legame d'amicizia ha reso forti entrambi...e ke anche tu come lei sei in grado allo stesso modo di essere da "spalla di conforto" e da incoraggiamento nei confronti della tua amica ke ha attraversato un momento delicato della sua vita, in cui era completamente sola e aveva bisogno della tua vicinanza..del tuo prezioso parere,di un semplice sorriso...son ancor più convinta ke sei una splendida persona..e son ancor più felice ke ci siamo in qualke modo conosciuti anke se sol tramite questa "curiosa" "piattaforma blogger"...:)!un caro saluto e un grande abbraccio,spero a presto.Jade
RispondiEliminaJade, ...commosso!
RispondiEliminaciao, Folletto!!
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