Il sole era alto nel cielo, l'aria irrespirabile, fuori dal bosco la calura era ancora più insopportabile perche l'asfalto e il cemento fungevano da stufe incandescenti.
Meglio l'ombra del bosco, decisamente molto meglio.
Ma nonostante il buon senso suggerisse di non esporsi a quelle tremende temperature, un uomo, forse vecchio, sicuramente malandato, insisteva a pedalare sulla sua scassatissima e cigolante bici arrugginita.
L'andatura era alquanto traballante, forse la stanchezza, forse perchè teneva solo una mano sul manubrio o forse il peso del contenuto di quel sacco di plastica nera che teneva nell'altra.
Sembrava potesse cadere da un momento all'altro.
Si è avvicinato ai margini del bosco, ha fermato la bici, si è guardato intorno un paio di volte per accertarsi che nessuno lo vedesse (invece un tipo così non poteva passare inosservato a noi creature del bosco) e poi, con gesto veloce e deciso, ha gettato il sacco, e il suo contenuto, a terra, proprio davanti al cancello che delimita il nostro villaggio.
Ancora un paio di sguardi in giro e poi via, veloce con la sua bici, stavolta molto più sicuro nella pedalata e senza perdite di equilibrio.
"sarà il solito furbo che pensa che il bosco sia una discarica ... gente di città", è questo quello che ognuno di noi ha pensato.
Ma dopo alcuni minuti (ripensandoci adesso forse troppi) un lamento, un guaito, un grido disperato e il sacco nero che si muoveva. Poco, ma si muoveva.
Una corsa disperata, non c'era nemmeno il tempo di slegare lo stretto nodo che chiudeva il sacco, meglio strapparlo con decisione.
Squarciata la plastica, siamo stati invasi da una folata di aria maleodorante e bollente, sul fondo, nel caldo asfissiante e nel buio pesto 6 occhioni impauriti ci stavano chiedendo di poter respirare.
Bastardo! Non quello dentro il sacco, ci mancherebbe. Bastardo colui che aveva fatto ciò.
Una piccola cagnolina, magra, sfinita, ad occhio non più di un anno di vita, mammelle straboccanti di latte, ed i suoi due cuccioli entrambe femminucce, forse di un mese, forse meno, loro, invece, paffutelle. La madre non si era proprio risparmiata nel cibarli.
Per fortuna nel nostro bosco siamo tutti molto ospitali, ed abbiamo accettato i nuovi arrivi con allegria e gioia.
Pulizia totale, cure e vaccini, sono diventate tre splendide signorine, al momento ospiti di altrettante famiglie, come si dice, in "stallo", in attesa di trovare dei padroncini almeno per le due tenere cucciolotte per evitare loro di crescere in delle tristi gabbie.
Ovviamente non potevo non aprire casa mia ad una così forte ventata di freschezza: questa è Didì, già a suo agio tra i suoi nuovi compagni peluches e convinta di voler diventare la prima "Valentina Rossi" femmina del motociclismo (anche se ancora non ha capito come si mette il casco).
Tra le tante cose che adesso vorrei poter fare c'è sicuramente una al primo posto delle priorità: trovare il bastardo, chiuderlo in un sacco di plastica nera, ed abbandonarlo sotto il sole cocente .... ma forse, se lo facessi, diventerei un bastardo anch’ io!