venerdì 8 ottobre 2010

168-Gioco nel bosco

Vi parlerò di un gioco, ma potrebbe chiamarsi "prova", che da piccoli ci obbligano a fare.
Nel bosco ci sono due case, una con il tetto rosso, l'altra lo ha blu, unite da un unico sentiero che però presenta, in dieci punti diversi, altrettanti diramazioni, solo una però permette di proseguire, l'altra dopo poco si rivela senza sfondo.
Ci portano dentro la casa dal tetto rosso e ci invitano a raggiungere l'altra.
Sembra facile vero?
Invece non lo è poi così tanto, infatti il sentiero è "magico" e non permette a nessuno di tornare indietro, sui propri passi.
Al massimo puoi provare ad addentrarti nella vegetazione molto fitta, nella speranza di ritrovare il sentiero principale ma con il rischio di farti anche del male (abbondano i rovi...).
Il vecchio che ci accompagna ripete sempre la stessa cosa: "non avere fretta, ad ogni bivio, studia bene la situazione, cerca di cogliere i messaggi che sicuramente saranno presenti, non prendere una delle due strade se non sei prorpio sicuro sia quella giusta. Ricorda che a nulla serve prendere la strada giusta le prime nove volte, se poi, proprio all'ultima, imbocchi quella sbagliata ... Dieci scelte per poter arrivare alla casa dal tetto blu".
Da bambini lo facevamo divertendoci, accettando la sfida, adesso invece ci ripenso molto spesso: quante scelte da fare, e basta commettere una stupidaggine, anche solo una, per rovinare tutto il percorso già fatto, con il rischio di non arrivare più alla meta, o comunque di riuscirci ma con le ossa rotte.

14 commenti:

  1. ssembra un gioco che aiuta i bambini a riflettere

    RispondiElimina
  2. Sembra facile ... ma nessuno ha mai detto che lo sia! Magico sì, in ogni senso ...

    RispondiElimina
  3. Se queste sono le regole del gioco, io preferisco vagare nella boscaglia! Sono convinta che perdersi e sbagliare debbano far parte del gioco, la meta non può essere tutto. Nel gioco della vita, ogni riflessione ha delle incognite che possiamo umanamente non sempre cogliere, gli inconvenienti del percorso insegnano a sviluppare le armi giuste per cavarsela in ogni situazione, affinano le risposte del cervello e poi se indovini nove volte e sbagli una è giusto dire che hai perso? Se le ossa non te le sei rotte puoi veramente dire di aver giocato? Io personalmente penso di no.

    RispondiElimina
  4. Mi ricordi un'avventura simile vissuta da una mia (ex) amica in Asia.. dovevano fare una cosa del genere con un gruppo molto corposo di bambini.
    I bambini, da soli, dovevano fare questa sorta di orientiring, orsi inclusi...E' forte come esperienza.
    Anche se, conoscendoti, questo post è una bellissima metafora di un viaggio e di un percorso umano che va al di là di un semplice "gioco".

    RispondiElimina
  5. Staphanie, non so, forse, ci rifletto un pò e te lo dico.

    Viaggiareconibambini, ciao, grazie per il passaggio, hai ragione SEMBRA un gioco ...

    Emanuela, ... ed hai ragione pure te, SEMBRA facile

    Sciarada, probabilmente la pensiamo tutti come te, ma non i bambini.
    Osare può essere "meraviglioso" se lo fai per scelta, è spesso catastrofico se per incoscenza.
    La maggior parte degli "errori" è rimediabile con un "gesso" (come per le ossa rotte), ma ce ne sono alcuni che, se commessi, non ti permettono di continuare il gioco ...

    OcchiDiNotte, grazie, specialmente per quel "conoscendoti".

    RispondiElimina
  6. Il fatto è che spesso ci si rende conto troppo tardi, quando ormai le ossa sono già rotte!

    RispondiElimina
  7. Ecco, questo post mi "stressa".
    Forse non autonomamente, ma in connessione a dei discorsi che facevo qualche giorno fa con alcuni amici.
    Si parlava del fatto che fosse tutto prestabilito (la nostra vita intendo) e che le cose più importanti fossero decise. E' come se vi fosse un punto A ed un punto B e tu possa girare, andare dritto, fare tante curve, ma cmq è a quel punto B che devi arrivare. Non alpunto C o al punto D, perchè Tu hai il punto B. Ed i segni ti aiutano a trovarlo, ma è quel punto ad esserti predestinato.
    Io amo sentire la vita mia e questa idea non mi piace. Posso andare verso la casa gialla?

    RispondiElimina
  8. Tara Blanche, certo che puoi, anzi, ti posso svelare che ce ne sono anche con il tetto verde, rosa, viola e, mi dicono anche altre che non ho ancora visitato (per le ossa rotte, non ti preoccupare, ho fatto amicizia con un buon ortopedico)

    RispondiElimina
  9. è brutto sbagliare proprio all'ultimo.. ti senti doppiamente stupida..
    e se uno sbagliasse subito, al primo bivio? come farebbe ad arrivare alla casa blu?

    grazie, se servirà faro un fischio..
    buona domenica

    RispondiElimina
  10. mi viene da scrivere questo..... devi essere una bella persona :) .....

    RispondiElimina
  11. Una bella ed efficace metafora della vita per com'è: scelta continua e continuo fare i conti con sé stessi per continuare il giusto cammino. Mi piace che ci siano i rovi, sono sicuramente parte della storia di ognuno.

    RispondiElimina
  12. Bussola, ti ringrazio e ricambio, ma, non saprei cosa risponderti.

    Naimablu, grazie per il passaggio (anche sul primo passo) ricambierò presto.

    RispondiElimina
  13. Davvero bello questo post...sono stata assente per un po' e rileggere tutto d'un fiato le tue piccole perle di saggezza mi aiuta e mi fa star bene. Grazie Folletto!

    RispondiElimina