domenica 28 febbraio 2010

31-Tempesta

Onde talmente alte che appaiono e scompaiono all'orizzonte come enormi montagne di acqua con fluttuanti sbuffi di schiuma che richiamano alla mente le cime imbiancate dalla neve.
Il nero del cielo si mescola a quello del mare, un oscura miscellanea che mi impedisce di capire dove finisca uno e dove inizi l'altro.
Piove, insistentemente, non posso ripararmi dall'acqua, tant'è quella, salata, che il vento mi sbatte in faccia e quella, dolce, che il cielo mi stà rovesciando addosso incurante delle mie difficoltà.
In mezzo a questa indescrivibile situazione mi sento terribilmente solo ed abbandonato al mio destino, sbattuto un pò qua un pò là.
Sotto di me e nelle identiche precarie condizioni, un vascello cerca disperatamente di mantenersi a galla, anche lui in completa balia delle onde.
I suoi piegamenti sui fianchi, fanno si che gli alberi vadano ad accarezzare il pelo dell'acqua, ogni movimento sembra che sia l'ultimo, in attesa dell'onda decisiva che riesca a rovesciare definitivamente lo scafo ponendo fine a quella immane fatica.
Le vele sono abbassate, in segno di resa, il comandante ha ormai deciso che uscire da quell'inferno sia impossibile, inutile quindi sperare in un colpo di vento benevolo che, gonfiando le grandi ma ormai lacere vele, possa portarlo fuori di lì.
Il suo sguardo è fiero, le rughe e le cicatrici che solcano il suo volto, fanno pensare ad una vita realmente vissuta.
Quell'uomo deve averne passate tante e fino ad oggi ne era sempre uscito da vincitore, anche se "segnato".
Quell'improvvisa arrendevolezza al fato, mal si coniugava con quella figura.
Forse era vecchio, forse solo molto stanco, ma ormai il suo sguardo era rivolto verso un indistinguibile orizzonte, e le sue braccia non impugnano più il timone, ma sono tristemente distese lungo i fianchi.
Una massa di acqua colpisce il vascello sul lato destro, un altra su quello sinistro la prua si alza violentemente e .... un onda grandissima si stà abbattendo su quello che ormai è solo un pezzo di legno alla deriva.
é veramente un onda enorme, forse la più alta e maestosa mai vista dal comandante in tutta la sua vita passata in mare.
"Se devo essere sconfitto meglio che lo sia da un onda così", pensa " in fondo sarà un sollievo sapere di essermi piegato solo alla più grande delle onde che il mare potesse creare".
Abbozza un sorriso, quasi convinto di ciò che aveva pensato, poi, un improvviso bagliore illumina i suoi occhi: quell'onda poteva essere la prova che esisteva qualcosa più forte di lui, oppure poteva rappresentare una nuova sfida da vincere.
Sorride di nuovo, si lascia andare in una imprecazione incomprensibile, le sue mani afferrano saldamente il timone, le vele si alzano.
Ha deciso per la sfida, forse ne uscirà sconfitto ma non senza lottare.
E se deve essere sfida, sfida sia.
Il mare ed il vascello sembrano belve avvinghiate tra loro nell'atto di una feroce lotta corpo a corpo.
Un fulmine mi sfiora, ed il suo lampo mi abbaglia per alcuni secondi, quando i miei occhi riacquistano la capacità visiva, il vascello non c'èa più ... il mare se lo è probabilmente inghiottito.
Penso alla fierezza di quel comandante che aveva deciso di lottare fino all'ultimo, poi alcune grida attirano la mia attenzione, mi volto e vedo, in un'area di mare calmo ed illuminato da uno spiraglio di sole, il vascello, ed il suo comandate, distrutto uno dalla forza del
mare, l'altro dalla fatica.
Ride sguaiatamente il comandante felice di aver vinto anche quella sfida, potrà raccontare di aver battuto anche quel mostro del mare.
Ride, il comandante, e si maledice diaver pensato che era arrivato il momento di arrendersi.

2 commenti:

  1. Ecco,adesso mi sento proprio così,come quel comandante,decisa a non lasciarmi andare,nonostante tutto!

    Grazie per le tue preziosissime parole.

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  2. Delle volte vado a istinto, io seguo molto l'istinto, altre volte conoscoil significato delle immagini, oggi voleva proprio lanciare un urlo liberatorio, per liberarmi un pò da questo tormento, hai fatto centro!
    Questa storia insegna a non arrendersi mai di fronte alle difficoltà, anche se ci sembrano più grandi di noi, le tempeste hanno sempre una fine prima o poi e sta a noi non lasciarci sopraffare da esse....

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