martedì 4 febbraio 2014

213 - l'indovinello



La passeggiata nel bosco era ormai giunta al termine, eravamo partiti la mattina presto quando il sole aveva appena cominciato a fare capolino dalle vicine colline, avevamo camminato senza una meta e senza un preciso scopo.

Osservando la natura ci divertivamo a fare un gioco, uno di noi indicava qualcosa e diceva ad alta voce una parola che, a suo parere, la rappresentava, gli altri dovevano indovinare cosa legava l’oggetto alla parola, il primo che lo faceva esattamente aveva vinto.

Birichino indicò una farfalla e grido “pensiero!”

Furono in due a rispondere quasi all’unisono “leggerezza: sia la farfalla che pensieri volano leggeri”. In effetti era abbastanza facile.

Anche Ciuffo volle provare “cambiamento” indicando un piccolo serpentello sulla riva del fiume.

Troppo semplice, furono in diversi a dire che il serpente cambia pelle ad ogni stagione … occorreva qualcosa di più impegnativo.

Felicità” disse Biondina indicando un fiore. Provammo in molti a trovare un nesso logico, ma nessuno si avvicinava a ciò che lei intendeva fino a che Ruzzola non indovinò “la felicità è come un fiori da cogliere ogni giorno”. Ci fu un lungo applauso.

Continuammo così per molto tempo fino a che sentimmo dietro di noi Ghiro, che fino ad allora era sempre stato in silenzio, gridare “pazienza”, appoggiandosi ad un grosso albero.

Furono molti i tentativi ma questa volta non riuscivamo a trovare cosa legasse la pazienza all’albero.

Ghiro, con sua immensa soddisfazione, aveva aspettato fino ad adesso per svelare il suo indovinello, eravamo rimasti in silenzio per diversi minuti, guardandolo ed aspettando che ci spiegasse, ormai stavamo per salutarci …

La pazienza è come un albero: le radici sono molto amare, ma i frutti sono sempre dolcissimi 

martedì 21 gennaio 2014

212 - Bello volare!



Le gocce di pioggia, che simili a piccoli aghi si conficcano nei miei occhi socchiusi, non mi infastidiscono poi più di tanto, è troppo bello potersi far trascinare dal vento stando seduto su questa foglia.

Da quassù la vista è meravigliosa, e non è  vero che più ci si allontana e meno particolari si vedano: certo, i dettagli svaniscono, ma la possibilità di poter vedere più cose contemporaneamente compensa questa mancanza.

Quel fiume ad esempio: amo stare sulla sua riva con i piedi immersi in quell’acqua fredda che veloce scorre verso la grande città, osservando l’enorme varietà di animali che vi abitano, ma adesso posso a vederlo in tutta la sua immensa grandezza: un po’ più a monte del nostro villaggio il suo corso è interrotto da una cascata dalla quale si alzano spruzzi e nuvole, in alcuni punti le sue anse  si spingono in zone forse inesplorate del bosco, formando piccoli laghetti.

Non smetterò mai di ringraziare l’amico vento che mi permette di provare l’ebbrezza del volo anche se, ogni vola che rimetto i piedi per terra … continuo a guardare il cielo.



martedì 7 gennaio 2014

211 - Carote e pomodori



C’è un vecchio nel villaggio, che poi tanto vecchio non è ma lo chiamano tutti così, che ogni anno, nel suo orticello, semina le carote.

Le cura amorevolmente, le segue in tutte le fasi di crescita, non le trascura mai, ma quando poi le raccoglie le regala e non ne mangia nemmeno una …

Un giorno gli chiesi il perché di questo strano comportamento e lui mi rispose che le carote non gli piacciono, lui vorrebbe tanto dei pomodori, di cui ne va ghiotto, ma “…. vengon solo carote!”    

Ho provato a spiegargli che se continua a piantare semi di carote non potrà mai ottenere pomodori, ma lui è testone e continua.

È iniziato il nuovo anno, anche io sono un gran testone, ma voglio provare a piantare un seme diverso, voglio smettere di fare sempre le stesse cose, così,  per vedere se il risultato cambia.



sabato 21 dicembre 2013

210 - Auguri !



Non più giovanissimo, figura pesante, un velo di tristezza negli occhi mal celata da un sorriso di circostanza.

Non è un buon momento questo per me mentre tutti gioiscono per le imminenti festività.
I più piccoli non andranno a scuola per qualche giorno, i più grandi avranno un po’ di riposo per staccare dalle loro frenetiche attività.
Io dovrò lavorare, senza sosta, giorno e notte.
Tutti chiedono, vorrebbero, qualcuno pretende, pochi, troppo pochi, pensano di dare qualcosa.
Io vorrei chiedere, ma a chi?
Le persone si fanno gli auguri tra loro, anche quando è un anno che magari nemmeno si erano sentite, ma se mi vedono vengo additato, al massimo un saluto, distante, freddo.
Pensare che bene o male sono stato loro “amico” almeno una volta nella vita”

Mi sono frugato in tasca, avevo una vecchia ocarina che a volte mi piace suonare quando sono nel bosco.

L’ho strusciata sulla manica, per ripulirla un po’.

Mi sono avvicinato a quel vecchio e gliel’ho donata

Scusa, non è impacchettata come avrebbe dovuto essere ma volevo farti un regalo per questo natale

Poi l’ho abbracciato forte ed altrettanto forte lui ha stretto me al suo enorme corpo.

Auguri Babbo Natale, tanti auguri anche a te” 



giovedì 5 dicembre 2013

209 - La Gabbia


Le sbarre erano strette, troppo strette per poterci passare in mezzo anche per  uno piccolo come me e sono troppo spesse e resistenti per poter pensare di spezzarle.

Eppure un modo doveva esserci per uscire da quel posto in cui mi ero, chissà come, infilato.


Studiavo la situazione senza trovare una soluzione, ero ormai sfiduciato e mi stavo per arrendere quando ho deciso di guardarmi intorno, semplicemente facendo un giro su me stesso.

Non mi ero accorto che la porta era aperta, mi ero concentrato sulla gabbia e non sul fatto che la porta non fosse stata chiusa.

Sono uscito.

Ho perso un pò di tempo, ma almeno ho imparato qualcosa.

mercoledì 27 novembre 2013

208 - Il bruco chiaccherone



Mi sono svegliato prima del sole e, nonostante il tepore della coperta fosse molto invitante, ho deciso di uscire per fare una passeggiata.

L'aria del bosco era così frizzante che dai miei occhi, ancora assonnati, sono uscite due lacrime, due gocce immediatamente trasformate in cristalli di ghiaccio.

Fortunatamente di li a breve il sole mi ha raggiunto e la sua luce, filtrando tra le foglie, si è messa a giocare con la brina dando vita a tanti piccoli arcobaleni.

Nel silenzio, che fino a quel momento aveva caratterizzato il bosco, una voce ha catturato la mia attenzione.

Era nitida ma non capivo da dove provenisse fino a che, su una foglia più grossa delle altre, non ho visto due bruchi, uno di colore verde che per l'appunto stava parlando e l'altro di colore marrone che lo ascoltava con interesse.

"Posso?"  temevo di infastidirli ...

"Assolutamente no, vieni!"  mi hanno risposto all'unisono facendo cenno di avvicinarmi.

Il bruco verde stava raccontando tante cose interessantissime, lo sapevate,ad esempio, che esistono dei funghi fluorescenti? Io l'ho scoperto solo adesso, nascono in un isola del Giappone e in un parco del Brasile, di notte assumono colorazioni dal verde all'azzurro illuminando i boschi ed i prati.

Il fenomeno si chiama bioluminescenza, che parolone ..., ed è dovuto alla trasformazione dell'energia chimica naturale, prodotta da ogni organismo, in energia luminosa. Dice che l'effetto sia bellissimo.

Penso proprio che un giorno di questi andrò a vedere questo spettacolo.

Intanto si era fatto tardi ed il bruco verde ha terminato il suo discorso con un "grazie, oggi ho veramente imparato molto".

Al che il bruco marrone ci ha salutati ed sparito tra la vegetazione.

Non ci capivo niente, uno aveva parlato per tutto il tempo e vi assicuro che quello che aveva detto era stato molto interessante, io e l'altro non avevamo aperto bocca, nonostante questo, proprio chi aveva parlato ci aveva ringraziato per avergli insegnato ... ma che cosa?

Probabilmente la mia espressione è stata più eloquente di ogni parola ed il bruco deve aver intuito che qualcosa non mi tornava, mi ha sorriso strizzandomi l'occhio, "parlare è un bisogno, ascoltare è un arte!".



Un ringraziamento a tutti coloro che sanno ascoltare.


giovedì 14 novembre 2013

207 - Dedicato ai folli

Dedicato ai folli.
Agli Antoconformisti
Ai Ribelli
Ai Piantagrane
A tutti coloro che vedono le cose in modo diverso.
Costoro non amano le regole 

Né i regolamenti.
Non hanno alcun rispetto per lo Status Quo.
Potete citarli
Dissentire
Potete glorificarli o denigrarli.
L’unica cosa che non potete fare è ignorarli
Perché riescono a cambiare le cose
Inventano, immaginano
Esplorano, creano, ispirano.
Soffrono. Si disperano. Godono. Amano.
Sognano.
Contengono lo spirito dell’evoluzione.
Qualcuno potrebbe definirli folli.
Perché solo coloro che sono abbastanza folli da pensare
Di potere cambiare il mondo
Lo cambiano davvero.
Qualcuno è certo che siano folli.
Sono solo giusti.


(Logan E. Clash)


Folletto: dimunutivo e vezzeggiativo di Folle, che tiene al latino Follis, che significò pallone ed altre cose gonfiate d'aria, leggiere ed instabili, onde il latino Follere muoversi qua e la.
Così detti certi spiriti leggieri, volubili e matterelli, che un di si credeva popolare le regioni dell'aria, e che si insinuavano spesso per le case dei mortali a molestare, senza essere veduti, le fantesche e le altre persone povere di spirito.
Fanciullo che per naturale vivacità mai non posa e spesso inquieta altri.



Ahahah, in quanto a follia mi battono in pochi, ma da qui a cambiare il mondo ....







lunedì 11 novembre 2013

206 - Maledetta Curiosità

Si dice che la cura per la noia sia la curiosità, il problema è che non ci sono cure per la curiosità ...

Certo, non è il peggiori dei mali, ma come tutte le malattie senza una cura specifica la guarigione è lunga, se non impossibile.

E la curiosità mi ha portato ancora una volta troppo vicino alla città dove, senza il riparo della magia del mio bosco, sono stato rapito da un'ombra malvagia.

Non era un'ombra come tutte le altre, grigia e fredda, al contrario era uno scintillante fascio di luci, colori e musiche.

Quasi come fosse un arcobaleno, attraversava tutta la città squarciandone la monotonia e la noia.

Ho chiesto al vento di lasciarmi correre e ballare senza il suo soffio, ho sorriso e cantato, fino ad ubriacarmi, poi i colori hanno perso la loro brillantezza, le musiche la loro melodia ... mi sono voltato ed il bosco era ormai diventato un sogno lontano.

Ma gli amici non ti voltano mai le spalle e senza aver neanche avuto il bisogno di chiederlo, una forte folata mi ha sollevato da terra e, come il mio vecchio aquilone con il filo spezzato, mi sono ritrovato lì, nell'esatto punto da dove ero partito. 


Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza
E le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla,
Nuova la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona

(Aragorn)