In una calda notte di luglio di tanto tempo fa un lupo, seduto sulla cima
di un monte, ululava a più non posso.
In cielo splendeva una sottile falce di luna che ogni tanto giocava a
nascondersi dietro soffici trine di nuvole, o danzava tra esse, armoniosa e
lieve.
Gli ululati del lupo erano lunghi, ripetuti, disperati. In breve
arrivarono fino all’argentea regina della notte che, alquanto infastidita da
tutto quel baccano, gli chiese:
- Cos’hai da urlare tanto? Perché non la smetti almeno per un po’?-
- Ho perso uno dei miei figli, il lupacchiotto più piccolo della mia
cucciolata. Sono disperato… aiutami! - rispose il lupo.
La luna, allora, cominciò lentamente a gonfiarsi. E si gonfio, si gonfiò,
si gonfiò, fino a diventare una grossa, luminosissima palla.
- Guarda se riesci ora a ritrovare il tuo lupacchiotto - disse,
dolcemente partecipe, al lupo in pena.
Il piccolo fu trovato, tremante di freddo e di paura, sull’orlo di un
precipizio. Con un gran balzo il padre afferrò il figlio, lo strinse forte
forte a sé e, felice ed emozionato, ma non senza aver mille e mille volte
ringraziato la luna. Poi sparì tra il folto della vegetazione.
Per premiare la bontà della luna, le fate dei boschi le fecero un
bellissimo regalo: ogni trenta giorni può ridiventare tonda, grossa, luminosa,
e i cuccioli del mondo intero, alzando nella notte gli occhi al cielo, possono
ammirarla in tutto il suo splendore.
Ciao FDV,
RispondiEliminauna leggenda tenera e delicata, ancora più bella tra le asprezze di oggi e che invita a guardare la Natura con occhi di fiducia e gratitudine, anche se non è sempre facile, lo sappiamo:-)
Fata Confetto
Bellissimo racconto :)
RispondiEliminaMoz-
Quanta poesia c'è in questo racconto. E' tuo? Complimenti davvero.
RispondiEliminaHo letto con molto piacere questo tuo nuovo racconto .
RispondiEliminaUn caro saluto da pia ciao a presto
bello, perchè fa sognare...
RispondiEliminaAnnamaria
Ciao Folletto,
RispondiEliminamolto dolce questa leggenda.
Dai, chiediamo alla luna di far rinsavire una certa parte del genere umano.
Vittorino
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RispondiEliminaSplendido ed emozionante racconto, mi sono commossa!
RispondiEliminaUn abbraccio e buona giornata da Beatris
Quanto è bello accorgersi dei prodigi ... Grazie :-)
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