Non l’ho mai saputo nemmeno io, ma credo che in quel momento il grande uomo fosse presente e ci osservasse. Stava suggerendo alla piccola cosa fare, e, laddove non ci fosse riuscita, era pronto ad intervenire.
Ne ebbi la prova nel momento in cui sentii un piccolo sobbalzo e mi resi conto che una delle estremità del filo era adesso strettamente legata a me, con un forte e resistente nodo … chi mai aveva potuto fare quel nodo?
Ci ritrovammo nuovamente nel buio, io a terrà, ben disteso, con quel buffo gomitolo ormai saldamente legato al mio telaio, e lei in piedi davanti a me che mi guardava con un espressione tra il divertito e lo stupito.
Cominciavo a piacerle, ma ancora non sapeva come utilizzarmi, ancora non riuscivo a portarla da nessuna parte. Non sapevo come aiutarla, anche se avessi potuto farlo, nemmeno io sapevo quale sarebbe dovuta essere la prossima mossa da fare.
Aspettai.
La bocca della bambina si aprì ad un largo sorriso ed esclamò “ho capito!”.
Allungò la sua manina e prese il gomitolo in mano …………….
Non capii più niente, per un attimo, per una milionesima frazione di secondo, non riuscii più a capire, vedere, sentire, come se un fulmine mi avesse colpito in pieno, come se fossi morto e rinato in un attimo (se mai un oggetto abbia la possibilità di morire e nascere…).
Ma cosa mi era successo ?
Ero ancora lì, in terra, nella stessa identica posizione che avevo l’istante prima, non era successo assolutamente niente, stesse luci, stessi suoni, tutto uguale.
Eppure un fulmine mi aveva colpito, guardai in alto, verso il cielo, nemmeno una nuvola, nessun temporale, da dove era saltato fuori quel fulmine?
La bambina, come me, aveva improvvisamente provato una immensa sensazione di paura e, istintivamente, aveva gettato a terra il gomitolo.
I suoi occhi si stavano riempiendo di lacrime, stavolta non era gioia, lo percepivo, era proprio paura.
Aveva paura di essere in presenza di qualcosa più grande di lei, che potesse farle del male. Decise di riprendere il gomitolo caduto nel buio, e mentre lo fece, lancio un grido nel vuoto, nella speranza che qualcuno la sentisse .. “per favore, ti prego, chiunque tu sia, non mi fare del male, sono piccola e non potrei sopportare il dolore di un grande, non sono pronta.
Ti scongiuro, ti prego”.
Un grido che, ancora oggi, a distanza di tanto tempo, riecheggia in quel luogo nelle notti più buie.
… segue
Quel grido sta uscendo. Forte. Si ode. Fra un po' non farà più paura.
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