mercoledì 14 aprile 2010

76-Prova di coraggio

Girava in tondo, senza fermarsi mai.
Sembrava impazzito, il suo passo diventava sempre più veloce, sempre intorno ad un immaginario centro formato dal niente.
Le mani sulle tempie come a non voler far fuggire i pensieri che aveva; ogni tanto dalla bocca usciva un fragoroso "SI, lo faccio" ma poi, dopo due, tre giri su se stesso "NO, meglio di no".
Ero lì da diversi minuti, seduto su un rametto e lui non aveva ancora interrotto qualla che sembrava una strana danza rituale fatta di giri, di SI e di NO.
Mi veniva la voglia di scendere e dirgli "deciditi, una volta per tutte: o Si o NO" non sapevo neanche a cosa si riferisse, ma quel continuo ripensamento cominciava ad annoiarmi.
Come se il mio desiderio fosse stato improvvisamente esaudito, ebbe a passare di li una fatina.
"Quale mai sarà il tuo problema. E quanto grande potrà essere per turbarti così tanto ?" gli fece avvicinadosi.
"C'è una cosa che non sò, devo chiedere una cosa, vorrei sapere se, insomma ... mi vergogno, non ce la faccio" rispose senza però fermarsi.
"Ah, la vergogna, che brutto affare, ma anche che cosa importante. Vergogna di che? Vergogna di cosa? Della verità ? Bella o brutta che sia la verità non dovrebbe portare vergogna" la sua voce era calma e dolcissima
"si ma ..." le parole non gli uscivano nemmeno di bocca tanta era la concitazione del momento "non ce la faccio proprio a chiedere una cosa del genere"
"Se posso darti un consiglio, va tranquillo e chiedi quello di ciò che hai bisogno, e vedrai che per almeno un minuto ti riempirai di vergogna, le tue guance diventeranno rosse, il sudore ti scenderà dalla fronte, le gambe tremeranno ..."
"hei" gridò lui fermandosi improvisamente " bel consiglio che mi dai ! Se avevo un dubbio adesso me lo hai tolto del tutto ..."
"Allora non andare, allora non chiedere " rispose lei " eviterai di vergognarti per quel minuto, ma, forse, lo rimpiangerai per tutta la vita"

8 commenti:

  1. "Il Piccolo Principe arrossisce, è un bambino che non risponde alle domande, ma a qualcuna arrossisce. «E quando si arrossisce, significa sì, vero?» dice Antoine de Saint-Exupéry. E' una sfumatura d'acquerello sulle guance, un tocco intimo, impudico e pungente che vale come una conferma."

    Buongiorno Folletto

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  2. A volte quel minuto pare una montagna insormontabile, ci si ferma ai suoi piedi ... e si passa il resto del tempo a chiedersi cosa ci sia dietro quella montagna. Un minuto in cambio di una vita ...

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  3. sì.. la fatina ha avuto certamente ragione.. però a volte tutto questo spaventa non poco..
    la paura di non farcela, a volte rende tutto molto + difficile di quanto in realtà non lo sia..
    e alla fine? quel "tizio" quale decisione ha preso? ha affrontato la propria vergogna?

    ti saluto..

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  4. Giulia, deliziosa quella "sfumatura di acquerello", anche se avolte mi cadono secchi di vernice addosso...

    Emanuela, certo, un minuto è niente in cambio della vita, anche se a volte sembra essere più lungo della vita stessa.

    FrammentoDiCristallo, si, quel tizio alla fine si è deciso e con le sue guanciotte rosse ha fermato la prima persona che passava e gli ha finalmente chiesto che ore erano ....

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  5. E il peggio viene dopo,perchè quel minuto continua a tornare in mente insieme alle parole"quanto sono statA idiota,mi sotterrerei dalla vergogna!"

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  6. Non è facile superare le proprie timidezze e soprattutto arrestare il rossore sulle guance. Ma a volte basta semplicemente prendersi meno sul serio, ironizzare di più su stessi e sugli altri e...non vergognarsi di vergognarsi, ma mostrare il bel faccione rosso al mondo e dire: "Ebbene, si! Questo sono io!!" E' molto meno imbarazzante mostrare l'imbarazzo...che non nasconderlo, perchè ogni tentativo mosso in quella direzione produce puntualmente l'effetto opposto a quello desiderato.
    Un valido esercizio? Chiedi l'ora ogni giorno ad un passante diverso...
    Un abbraccio

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  7. lo capisco.. deve essere stato difficile..
    anche se.. lo ammetto.. mi aspettavo qualcosa di diverso dalla sua frase "non ce la faccio proprio a chiedere una cosa del genere"..
    comunque lo capisco.. forse anche io avrei avuto parecchia vergogna.. mi sarei accontentata di non saperlo.. oppure avrei cercato una chiesa o qualcosaltro.. :)

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  8. Cara FrammentoDiCristallo, ognuno ha i suoi pesi, per qualcuno, anche solo chiedere l'ora, potrebbe essere motivo di imbarazzo.
    Ma questo non fa di lui una persona "diversa" o "peggiore".

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