venerdì 12 febbraio 2010

18-Il paguro e la conchiglia

Quando sono un pò triste, ed oggi lo ero, chiedo al vento di portarmi sul "mio" scoglio, quello sul mare, con quella luce magica che va e che viene ...
Lì mi trovo a mio agio, ed ogni volta è per me come ricominciare una nuova vita. Se tutti potessero avere un luogo rigenerante e ristoratore come il mio ...
Me ne stavo a contemplare il mare, quando alcune grida mi hanno destato da quell'ipnotico sonnecchiamento: un granchio stava rincorrendo un piccolo ed indifeso paguro che si era da poco liberato della sua conchiglia.
Il paguro, essendo più piccolo e più agile, riusciva a sottarsi alle chele del suo aggressore.
Improvviso colpo di fortuna (per il paguro) una conchiglia vuota, abbandonata, rifugio perfetto.
Il granchio, sbuffando di rabbia per il mancato banchetto, se ne tornò sui suoi passi.
Lentamente, molto lentamente, il piccolo paguro provò ad affacciarsi e solo dopo essersi assicurato che l'altro se ne era andato si tranquillizzò.
"Ehi, signorino!" rivolgendosi a me " certo che, invece di startene li a guardare lo spettacolo, avresti anche potuto aiutarmi!"
"Vero" gli risposi ironicamente " ma è la stessa cosa che anche il granchio avrebbe potuto chiedermi ..."
Lo avevo zittito immediatamente, ma facemmo amicizia e, dimenticandomi dei motivi che mi avevano fatto essere triste fino a pochi attimi prima, cominciammo a parlare.
"Il nostro corpo cresce molto più in fretta delle conschiglie che ci ospitano, e quindi siamo spesso costretti a lasciare il vecchio guscio per andare alla ricerca di uno più grande. E' proprio in questo "passaggio" che diventiamo vulnerabili, ed i granchi sono sempre lì ad aspettarci. Però io son più furbo di loro ....."
"Ma non ti affezioni alla tua conchiglia ?" gli chiesi.
"Certo, che diamine, diventiamo uno parte dell'altra, io sono la sua vitalità, lei la mia protezione ... ma ad un certo punto ci rendiamo conto di essere entrambi come in "gabbia" e quindi lasciamo che la natura faccia il suo corso. Però, ogni volta, la tristezza del saluto viene compensata da una ... magia!"
"Magia ?" domandai stupito (ma non troppo).
" M-A-G-I-A, scandì come a non voler essere frainteso. Tutto quello che un paguro vive a livello di sensazioni, rimane dentro la conchiglia, così quando io entro nel nuovo guscio vengo invaso da tutte le esperienze fatte dal paguro che prima di me l'aveva occupato. Le belle sensazioni mi riempono di gioia, quelle cattive , perchè ci sono anche quelle, mi servono da monito, per evitare gli errori commessi da lui. E' bellissimo, e lo è ancora di più il sapere che un pagurino, più piccolo di me, in questo momento stà entrando nella mia vecchia conchiglia e stà provando le mie vecchie esperienze".
"E' vero" dissi sorridendo "lasciamo che la natura compia il suo corso, non ostacoliamola, nemmeno quelle volte che ci mette alla prova".
Sapevo benissimo cosa voleva dire il paguro, anche io ho vissuto per un lungo tempo nel bosco con una lumachina, anche lei si portava sempre dietro la sua casa per potersi riparare e proteggere in qualsiasi momento.
Un giorno se ne è andata lasciandomi solo quel guscio vuoto, ma ancora oggi, quando mi prende la malinconia, entro li dentro e riesco a rivevere tutte quelle sensazioni che avevo provato con lei...
Tornai a contemplare il mare, ma non ricordandomi più del motivo della mia iniziale tristezza chiesi al vento di riportarmi a casa, una qualsiasi, purche la potessi sentire "casa mia".

2 commenti:

  1. bellissimo anche questo post.
    non so che altro aggiungere.. ^^
    grazie per il tuo commento.. sì, ma mi chiedo chissà quando arriverà quel momento, in cui mi sentirò pronta..
    papà con gli altri parla e con me non lo fa perchè ha visto che a me fa più male che altro. e poi perchè non ottiene nulla. mi sentivo una scema ed egoista, quando lui cercava di venirmi incontro parlando con me, mentre io rimanevo in silenzio e tesa, perchè non volevo lui "entrasse dentro il mio guscio". non volevo sentisse quel che provavo. dopo qualche volta in cui non otteneva altro che lacrime, ci ha rinunciato. e mi dispiace farlo sentire così inutile. a volte penso che sia veramente tanto sfortunato ad avere una fglia come me..
    comunque è stato grazie alla tua sciarpina che sono riuscita a parlare più del solito.. =) un po' di sicurezza riesce a darla anche a me!
    grazie

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  2. E quando accostiamo l'orecchio a una conchiglia, dici che quello che sentiamo sono le voci di chi l'ha abitata, che ci racconta di onde e di sale?
    Spero di sì... bisognerebbe solo saper capire le parole... come sai fare tu.

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