Una gioia infinita ci accompagnava in questo viaggio, ed aumentò nel momento in cui, dietro la luce, fu visibile un grande portone.
Ero riuscito a trovare l’accesso al “mondo”, avevo trovato la strada, ero riuscito ad accompagnarla in tutto il suo viaggio.
Dentro di me una felicità incontenibile, quanto quella che era dentro di lei.
La sentivo, non avevo dubbi.
Di lì a poco saremmo finalmente entrati da quella porta, ed i sogni avverati, tutti. Lei da bambina si sarebbe trasformata in principessa, la più bella principessa del mondo, io mi sarei trasformato nel suo principe e l’avrei amata come nessun altro essere vivente avrebbe potuto amarla.
Ne ero certo, mi sarei trasformato, non sarei stato più quello che ero, tranne in una cosa, quel filo che ci stava unendo non sarebbe mai sparito, quello era ciò che ci aveva unito, quello sarebbe stato quello che non avrebbe permesso nessuna nostra divisone.
Grandioso, mi sarei trasformato nel principe delle favole, non sarei più stato un oggetto, non sarei stato più ….
In tutto quel vortice di emozioni mi ero completamente scordato di me, ormai vivevo di lei, della bambina futura principessa, e non ero ancora riuscito a focalizzare cosa in verità io fossi.
Cosa poteva aver creato l’unione di un drappo, due legni ed un filo ? Cosa ero? Chi ero?
Mentre questo pensiero mi attanagliava la mente mi accorsi che finalmente eravamo sulla soglia del nuovo mondo. Vidi distintamente la bambina entrare con passo deciso e correre senza esitazione verso il suo castello che l’aspettava.
Chiusi gli occhi e, senza più curarmi di cosa fossi veramente, mi misi ad aspettare il momento della mia trasformazione.
Cosa avrei provato?
Forse la stessa sensazione di folgorazione che avevo provato nel momento in cui la bambina aveva preso in mano il filo ?
forse più grande ancora ?
Curioso aspettavo. Ma perché ci voleva così tanto ?
Dovevo forse prima capire chi ero?
Chi sono? Chi ero? Chi sono? Chi ero?
Un drappo, due legni, un filo, volteggio ….
Ma allora sono uno di quei giochi che i bimbi di tutto il mondo amano far volare attaccati ad un filo per credere di essere loro a volare.
L’umano desiderio di volare come gli uccelli.
Un aquilone, ecco cosa ero!
… segue
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