Quando ero piccolo chiedevo sempre che mi
venisse raccontata una favola, la mia preferita, che ancora oggi, ogni tanto,
ripeto mentalmente.
“C’era una volta un reame” (anche nel bosco le favole iniziano cosi e terminano con il classico “... e vissero felici e contenti!”, non eccelliamo in fantasia nemmeno noi) “nel castello vivevano il Re, la Regina ed una bellissima Principessa” (e chi se non loro?).
Ovviamente
vicino al castello c'era un bosco ed ovviamente il Re e la Regina avevano
vietato alla Principessa di addentrarcisi (ma nessuno ha mai capito che più
una cosa viene vietata e più la si fa?).
Un giorno
la Principessa, pur sapendo di non poterlo fare, o forse proprio per quello, si
allontanò dal castello e decise di entrare in quella esplosione di vegetazione
che lei, fino ad allora, aveva visto solo da molto lontano.
Piante,
fiori, animali, tutte esperienze nuove per lei, non aveva neppure immaginato
potesse esserci tanta vita dentro quel bosco e, a differenza di quanto le era
stato raccontato da sempre, era bellissimo e non sembrava esserci alcun
pericolo.
La
curiosità la spinse però un po' troppo lontano dal castello e quando si voltò
per tornarvi si accorse di non sapere più dove effettivamente fosse. Non si
perse d'animo, non lo faceva mai, e decise di prendere una direzione, quella
che le sembrava essere la più corretta per tornare a casa.
Mentre
camminava, per niente intimorita, arrivò ad una radura al centro della quale un
piccola capanna con un camino fumante.
Qualcuno
doveva essere dentro e si avvicinò per chiedere indicazioni, ma decise che
sarebbe stato meglio non dire che era la Principessa … meglio evitare, in fondo
chissà chi abitava in quella capanna.
(Qui ci sarebbe potuto essere un colpo di scena
dicendo che dentro la capanna c'era un fabbro … ed invece, essendo in bosco il
nostro personaggio era un banale boscaiolo … avevo anticipato che anche noi a
fantasia siamo scarsi …)
"Mi
scusi, è permesso?" la porta era aperta ma sarebbe stato maleducato
entrare.
"Certo
che puoi entrare, non mi dire che ti sei persa nel bosco?" la voce
dall'interno era rassicurante.
"Beh,
proprio persa no …" bella e coraggiosa la Principessa, ma anche orgogliosa
e non avrebbe mai ammesso di essersi smarrita.
"Ah,
allora è la curiosità che ti ha spinto fino a qui!" il boscaiolo nel
frattempo si era avvicinato a lei, l'aveva fatta sedere affinchè si riposasse
un po' e le aveva anche dato un bicchiere di acqua fresca.
Non era uno
dei tanti Principi a cui lei era abituata, spettinato, un po' sporco e con le
mani callose, ma era simpatico ed ispirava fiducia.
"Immagino
che tu venga dal reame al confine con questo bosco, ci stavo proprio andando
per riprendere alcuni strumenti che ho lasciato al fabbro perché li affilasse"
(ecco che spunta il fabbro!)
"Se
vuoi, ma solo se vuoi, possiamo andare insieme, sono solo pochi minuti di camminata e potremmo
farci reciprocamente compagnia, sono sempre da solo e non mi dispiacerebbe
affatto poter fare il tragitto almeno una volta con qualcuno".
Era una
persona gentile, per non far pesare alla Principessa il fatto che si era persa (perché
si era veramente persa anche se non lo voleva ammettere), propose la cosa come se fosse stato lui a chiedere un favore a lei e
non viceversa.
"Ma
si" rispose con quella deliziosa voce che aveva "andiamo
insieme".
Il sentiero
non era tracciato, solo chi lo conosceva bene avrebbe potuto percorrerlo
agevolmente, in alcuni tratti era molto ripido, in altri un po' scosceso, ma il
boscaiolo era sempre pronto a dare una mano alla Principessa.
"attenta
che qui cede il terreno … qui è ripido, aiutati con quella fune che ho legato
all'albero … appoggiati a me che potresti cadere e sporcarti …" in ogni
passaggio difficile lui c'era, discreto, senza imporsi, ma c'era.
Arrivarono
in prossimità del villaggio e la Principessa capì che non poteva entrarvi
perché sarebbe sicuramente stata riconosciuta e non voleva far sapere al
boscaiolo chi era.
"Io
devo salutarti qui, perché abito dall'altro lato. Grazie per la compagnia e per
l'aiuto che mi hai dato. Se non ti dispiace qualche volta verrei volentieri a
trovarti nella tua capanna".
"Ciao,
Signorina, allora buon rientro a casa. Puoi venire a trovarmi quando vuoi,
oramai la strada la conosci".
Nei giorni
successivi e sempre più frequentemente, la Principessa eludeva la stretta
sorveglianza delle guardie reali e raggiungeva il boscaiolo nella sua capanna;
tutte le volte che arrivava, come se lui avesse percepito il suo arrivo, le
faceva trovare un oggettino di legno scolpito.
Parlavano
tanto i due, degli argomenti più disparati, ma dovevano proprio divertirsi
perché le loro risa riempivano il silenzio del bosco.
Ma il Re si
accorse che qualcosa non andava secondo i suoi piani: la Principessa non era
quasi mai a Castello, non passava il suo tempo a cucire e ricamare, non
incontrava tutti quei bei Principi che andavano a trovarla. Alla sera era
sempre stanca ed affamata e nonostante si coprisse aveva visto che gambe e
braccia erano talvolta graffiate, ma non l'aveva mai vista infilarsi nel roseto
fiorito proprio all'interno del giardino.
Decise
quindi di farla controllare da una delle guardie.
Non fu
difficile per lui seguirla nel bosco senza farsi notare ed arrivò facilmente
alla capanna del boscaiolo. Quando vi entrò trovò la Principessa che stava
osservando l'ennesimo regalo che le era stato fatto, un piccolo taglierino in
legno scolpito, mentre sorseggiava un po' di acqua fresca da una ciotola,
anch'essa di legno.
"Principessa!"
gridò la guardia.
Lei si
sentì scoperta, il boscaiolo, invece, non capiva.
"Signoria
vostra non può stare qui!" (chi sarà stata mai questa "signoria
vostra"?)
Abbasso il
capo, con un cenno della mano salutò il boscaiolo e seguì la guardia per
tornare al castello.
Si prese
una bella lavata di testa dal Re, dalla Regina e da tutti coloro che avrebbero
dovuta curarla, ma lei, il giorno dopo, scappò di nuovo e tornò nel bosco (forse
mi ero dimenticato di dire che era anche furba e testarda).
Entrò nella
capanna con un sorriso enorme ma non fu ricambiata dal boscaiolo che,
stranamente non le aveva preparato ne la brocca dell'acqua ne fatto uno dei
suoi soliti regalini; era la prima volta, in così tanto tempo, che non aveva
percepito il suo arrivo … forse.
Non solo,
l'uomo era anche molto triste, non lo aveva mai visto così.
"Cosa
è successo? Forse sono venute le guardie di mio padre a minacciarti?"
"Ma
no, che dici? Vengano pure, non ho paura" rispose lui con voce tranquilla
ma cupa "Perché non mi hai detto che eri la Principessa?
"Te lo
avrei dovuto dire?" disse lei.
"Certo
che dovevi, ti avrei trattata come una Principessa, ti avrei dato da bere in un
bicchiere di vetro, ne avrei comprato uno al villaggio, e non nella ciotola di
legno, avrei pulito la capanna prima del tuo arrivo, ti avrei fatto degli
oggetti più belli e con legni più pregiati …"
"Fermo,
fermo, adesso fai silenzio" la Principessa si rivolse a lui come una vera
Principessa " io sono stanca di essere trattata come una Principessa,
tutti, al castello ed al villaggio mi
trattano come una Principessa, ma io scappavo da loro perché tu sei l'unico che
mi fa sentire una Principessa!".
Il
boscaiolo non capì … "trattare come" o "far sentire come"
non era in fondo uguale?
Probabilmente
no! Ma se quello era ciò che voleva la Principessa avrebbe continuato a
farlo, la fece sedere una sedia traballante, prese dalla credenza la ciotola e
la riempì d'acqua, con il coltello iniziò a lavorare su un pezzo di legno ed
insieme si misero a ridere.
Nessuno
poté impedire alla Principessa di continuare ad andare, di tanto in tanto, alla
capanna del boscaiolo e lui, tutte le volte, si faceva trovare pronto a
riceverla.
Non si sono
mai sposati, troppo diversi, ma comunque vissero per sempre felici e contenti. >
Forse dovrei provarci anche io, la prossima volta
che incontrerò una Fata, invece di "trattarla da Fata" farò in modo
di farla "sentire una Fata" e … anche se fata magari non lo è!
Se ha funzionato con il boscaiolo, perché non
dovrebbe funzionare anche con me? Mi piacerebbe vivere per sempre felice
e contento (specialmente quel “per sempre” ... sul “felice e contento” non posso lamentrami).
Ma è una favola bellissima. Grazie per la condivisione. Buona serata e buon dicembre.
RispondiEliminasinforosa
Grazie Sinforosa, sarà veramente "bellissima" quando tutti saremo, per sempre, felici e contenti.
EliminaBacio
Vero, penso che tutti dovremmo trattare la gente sempre al meglio. Non importa CHI abbiamo davanti, specie se questa persona ci piace^^
RispondiEliminaMoz-
Grazie MikiMoz, pensa che bello sarebbe se tutti fossimo trattati come Principessee Principi ...
EliminaGià :)
EliminaMoz-
Mhmmm... che buon profumo...
RispondiEliminaCiao Sari, hai perfettamente ragione, nel "bosco" tutto ha un gradevolissimo profumo, anche e specialmente, le Principesse.
EliminaNon tutti però lo percepiscono ... mi spiace per loro, non sanno cosa si perdono.
Le favole possono essere favole anche senza orchi cattivi e mostri e possono insegnare la differenza tra trattare da e far sentire.
RispondiEliminaCiao Folletto un abbraccio!
Grazie Sciarada e viva le favole senza orchi!
EliminaRicambio l'abbraccio
♡ grazie della favola della buonanotte ♡
RispondiEliminaGrazie a te
Eliminavery good post dear:) follow:) hope U follow back:)
RispondiEliminaCredo che la morale di questa bella fiaba sia che noi dobbiamo trattare bene gli altri e farli sentire a loro agio. Non importa chi siano gli altri , noi dobbiamo sempre avere per loro il massimo rispetto. Saluti.
RispondiEliminaEsatto!
EliminaCiao Mirtillo, grazie del pssaggio
Che bello!!! Far sentire e trattare da. Cosa fa la differenza? Mi riesce più facile gli aspetti del "trattare da": distanza, freddezza, distacco. Far sentire: evidentemente il contrario: accoglienza, calore, empatia. Grazie e correggimi!
RispondiEliminaGrazie a te e perfetta sintesi.
EliminaBacio
Manca un verbo, casp! Cogliere gli aspetti.
RispondiEliminahave a good day:)
RispondiEliminaa good day to you too
EliminaOttimo. Cerca la tua Fata e vivi felice e contento. Buone feste senza botti perché nel bosco sono pericolosi (lol).
RispondiEliminaGrazie Elio, tranquillo qui i botti sono vietatissimi!
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