mercoledì 31 dicembre 2014

220 - Fine o Inizio ?


Stà succedendo di nuovo. Puntualmente.

Anche quest'anno il nostro Vecchio Saggio del villaggio se ne andrà, lasciando il testimone ad un "Nuovo Vecchio", accadrà nel bel mezzo della notte, quando il buio sarà totale, scomparirà addentrandosi nel bosco, accompagnato dal suo fedele cagnolino e con una sola valigia (vecchia quanto lui ...).

Nella nostra comunità  i Vecchi Saggi si occupano di raccontare le storie ai bambini, ma a volte anche qualcuno di più adulto si sofferma ad ascoltare. Storie fantastiche che si alternano ad altre reali, tradizioni che si tramandano da Vecchio a Vecchio.

Peccato se ne vada così, quasi a testa bassa. In questo periodo mi ha insegnato tante cose, insegnamenti che difficilmente dimenticherò.
 
Nel momento in cui lui sparirà dalla nostra vista si farà avanti il Nuovo Vecchio Saggio e ci racconterà la sua prima storiella ... speriamo sia  portatrice di serenità.

***

Si dice che niente ha una fine se continua a vivere nella memoria.

Auguro quindi ad ognuno di noi che il  Vecchio 2014 abbia lasciato nei nostri cuori tracce indelebili che ci permettano di affrontare nel più corretto dei modi l'anno che stà per iniziare.


***


Poesia di Capodanno
di Pablo Neruda

Il giorno di Capodanno
 
Il primo giorno dell'anno

Lo distinguiamo dagli altri
come se fosse un cavallino
diverso da tutti i cavalli.
Gli adorniamo
la fronte con un nastro,gli posiamo sul collo sonagli colorati,e a mezzanotte lo andiamo a riceverecome se fosse un esploratoreche scende da una stella.
Come il pane, assomiglia al pane di ieri.
Come un anello a tutti gli anelli.
La terra accoglierà questo giorno

dorato, grigio, celeste,
lo dispiegherà in colline,
lo bagnerà con frecce
di trasparente pioggia
e poi, lo avvolgerà nell'ombra.
Eppure,
piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell'anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo,
ci prepariamo a mangiare, a fiorire, a sperare.
 




giovedì 25 dicembre 2014

219 - Il giorno ZERO



 

Ringrazio infinitamente Sciarada e Graziana che hanno fortemente voluto che "chiudessi" la splendida iniziativa del "Calendario dell'Avvento" (che in questo modo si allunga fino al giorno "zero"), non nascondo che mi sento un po' un intruso …

Ma quando due grandi amiche come loro chiamano ... come non rispondere?

Ormai di "Avvento" non si parla più, l'attesa è finita … quindi preparatevi a qualcosa di straordinario, fantastico e magico (ricordate queste parole!): vi racconto infatti cosa è successo, stanotte, nel mio bosco natio.

******

Da alcuni giorni nell'aria c'era un qualcosa che ci rendeva tutti stranamente agitati, non sapevamo esattamente cosa e perché, ma i nostri umori sbalzavano continuamente; momenti in cui eravamo felici e allegri che si alternavano ad altri che ci vedevano pensierosi e intimoriti.

Anche gli animali, che riescono stranamente a "sentire" prima di noi i cambiamenti che stanno per avvenire, mostravano sospetta irrequietezza.

Ieri sera, al calar del Sole, questa sensazione si è amplificata, nell'attimo in cui la calda luce del nostro raggiante amico ha fatto spazio a quella, sinceramente un po' più freddina, dell'amica Luna ci siamo tutti guardati negli occhi e, senza bisogno di proferire parola, abbiamo capito che quel "qualcosa" stava finalmente per accadere.

Finito il pasto serale, quando usualmente nel nostro villaggio tutti noi piccoli andiamo a letto, invece di infilarci dentro le coperte abbiamo sentito il bisogno di uscire in strada con le nostre ocarine.  Ma la cosa ancor più strana è stata che i nostri genitori invece di arrabbiarsi (come sempre fanno …) sono usciti con noi ed hanno cominciato a cantare.

Stavamo improvvisando  una festa, una bellissima festa, con luci, musiche e canti … ma nessuno ci sapeva spiegare perché lo stessimo facendo.

Erano ormai alcune ore che ballavamo quando il saggio anziano ha chiesto di poter parlare, le ocarine si sono zittite, le voci abbassate e tutti ci siamo rivolti verso di lui.

"Adesso andate a casa, prendete un oggetto, uno qualsiasi, ed impacchettatelo, con carta colorata e fiocchi vistosi. Quando avrete pronto il vostro regalo tornate qui che andremo a porgere il nostro dono".

Tutti sono corsi verso le loro abitazioni, uno di noi si è girato gridando:

"Ma dove andiamo?  A chi dobbiamo portare questi regali?"

"Vedremo"  è stata la pronta risposta del vecchio.

Dopo pochi minuti eravamo tutti nuovamente in strada, ognuno di noi con un pacchetto in mano.

"Adesso aspettiamo, guardando il cielo, lui saprà stupirci" fu ancora il saggio a parlare.

Mancavano pochi minuti alla metà della notte, sopra di noi solo le stelle, nessuno aveva più suonato, cantato o ballato, tutti a naso all'insù fino a quando, all'improvviso, una stella più luminosa delle altre è apparsa ad est.

Abbiamo così deciso di seguirla, era la prima volta che la vedevamo e non poteva essere che quello il segnale che stavamo aspettando.

Formando un lungo corteo di grandi, piccoli ed animali siamo arrivati ai piedi della montagna, era molto freddo e buio ma un improvviso vagito, proveniente da una grotta, ci ha fatto dimenticare tutto e ci siamo messi a correre verso il luogo dal quale ci era parso sentire il pianto del bambino.

Era bellissimo, con capelli biondi ed occhioni grandi e lucidi per le lacrime che stava versando, tremava come una foglia al vento.

Immediatamente due dei nostri animali si sono accucciati vicino al suo giaciglio respirando su di lui per riscaldarlo; qualche secondo ed ha smesso di piangere. 

Accanto a lui un uomo ed una donna, entrambi con aria stanca ma con una strana luce nei loro occhi che infondeva in noi tanta serenità.

Abbiamo lasciato i nostri pacchetti in un angolo della grotta ed abbiamo ripreso a suonare e a cantare, il bimbo biondo si è addormentato (e secondo me anche i suoi genitori).

Adesso siamo tutti ancora qui, davanti alla grotta, nel frattempo è arrivata molta gente anche da altri villaggi ed abbiamo scoperto che anche loro, senza conoscerne il motivo, avevano seguito quella stella luminosa, come noi.

Abbiamo anche deciso di restare qui per qualche giorno, per aiutare i due genitori, che ci sembrano veramente stanchi, ad accudire il bambino, ed anche perché ci hanno detto che entro un paio di settimane arriveranno tre Re da villaggi lontani … urca, non ho mai visto un Re chissà che emozione vederne tre tutti insieme.

Perché siamo qui, sinceramente non so, in fondo abbiamo visto nascere tanti bambini, ma questo deve essere diverso, il Vecchio Saggio dice che potrebbe anche cambiare la nostra vita … chissà, di sicuro vi posso dire che è biondo e bello come il Sole … forse è il Sole …. O forse è suo figlio!

*****

Beh, adesso vi chiederete che cosa c'era di tanto straordinario, fantastico e magico (non vi eravate dimenticati vero?) nel racconto che ho fatto … una enorme banalità … la rivisitazione della Notte di Natale, della nascita di Gesù in un bosco ….

Ed è qui che vi sbagliate, non ho raccontato della nascita di Gesu, o almeno non solo della sua, ma anche di quella di Mitra (degli Induisti Vedici), di Shamash e  di Tammuz (dei Babilonesi), di Utu (Sumeri), di Bacab (Maya), di Viracocha (Inca), di Horus (Egiziani) e di chissà quanti altri, tutti Figli del Dio Sole (il principale Dio di ogni religione del Mondo), tutti nati in una notte nel periodo prossimo al solstizio di inverno che cade a fine dicembre o a fine giugno (a seconda dell'emisfero), tutti, proprio tutti, in una grotta buia e fredda, annunciati da una stella cometa, circondati da animali, contadini e pastori, fino al giorno della visita dei Re …

Forse sarà una coincidenza, ma dai culti di questi popoli discendono tutte le religioni "moderne"…

Perché possono cambiare i paesi, i popoli, gli usi, i costumi, le tradizioni e le religioni, ma per tutti i fanciulli del mondo deve esserci un "Gesù Bambino", figlio del Sole, da festeggiare insieme, il giorno di Natale.

Buon Natale a tutti voi ai quali lascio il "testimone" affinchè l'attesa continui a scaldarci i cuori anche per i prossimi 364 giorni.





domenica 21 dicembre 2014

218 - Regaliamoci un sorriso


I primi raggi di sole illuminano la cameretta regalando un contorno a tutto ciò che ha racchiuso in se per la notte. 

Lentamente e svogliatamente , apri gli occhi.

E' l'ora di alzarsi, come tutte le mattine.

Ma oggi senti di avere il morale a terra: non sai cosa, ma qualcosa non va ... forse un sogno che non ricordi, un pensiero, un presentimento.

Quante volte è capitato anche a voi di svegliarvi così? A me succede ...

Vi invito quindi a fare un esperimento, un "gioco" che mi ha insegnato il mio amico che vive nella grande città, un modo semplice per cancellare quel "grigio" che vi circonda in quei giorni.

Vi siete alzati, lavati e colazionati e probabilmente avrete preso l'auto per recarvi da qualche parte; perfetto siete già sulla buona strada.

Arrivati al primo incrocio nel quale godete del sacrosanto diritto di precedenza, oppure vedendo un pedone che vorrebbe attraversare la strada seppur non vi sia  l'attravesamento regolamentato, invece di accelerare per evitare che vi anticipino nell'intenzione di impegnare il vostro "spazio" (tanto facciamo tutti così  ...),  rallentate e fate cenno al guidatore/pedone di passare.

Dopo un primo attimo di stupore del vostro coopartecipante all'esperimento, durante il quale si starà chiedendo se siete alieni o altro, vi elargirà un sorriso, vero, sincero.

Quell'inaspettato sorriso di uno sconosciuto, donatovi in cambio di qualche secondo della vostra giornata, vi rimarrà dentro fino a sera ed ogni volta che ci ripenserete aggiungerete un pò di colore al grigio. 

Provate, funziona.

Siamo in periodo di regali, doniamo un po' del nostro tempo e saremo ricambiati con un sorriso. 







 



mercoledì 17 dicembre 2014

217 - Maledetta ultima pagina ...

Anche nel bosco abbiamo una bibilioteca, forse non sarà bella e grande come quelle che avete nelle vostre città, ma i libri che vi si trovano sono interessantissimi.

Mi piace leggere, mi appassiono alle storie che sono descritte, le vivo, mi affeziono ai personaggi che le popolano.

Fantastico sul finale, sperando sia "lieto".

Ma c'è un momento, che puntualmente arriva e che proprio non riesco a sopportare ... quando mi trovo a dover girare l'ultima pagina.

Se da un lato non vedo l'ora di leggere il finale e confrontarlo con quello che avevo immagnato, dall'altro il sapere che dovrò abbandonare per sempre quel libro, pensando all'affetto ed alla passione provata per ciò che ho letto fino a quel momento mi rende triste.

Resto così con quella pagina in mano, a metà strada, sempre indeciso sul da farsi, senza il coraggio di voltare anche quel maledetto ultimo foglio di vita.

Poi alzo gli occhi e vedo davanti a me lo scaffale pieno di altri libri, altre storie, altri personaggi ... leggo d'un fiato il finale, pronto per ricominciare una nuova avventura.



giovedì 11 dicembre 2014

216 - La Clessidra



Un attimo.

L'equilibrio lo raggiungi solo in quell'attimo, il tempo necessario a quel minuscolo granello di sabbia per passare da una parte all'altra ...

Fino a quel momento, a seconda dello spazio che già occupavi potevi sentirti "vuoto" ma con la consapevolezza che avresti piano piano, granello su granello, riagguantato la situazione prevalendo su chi ti stava sopra, oppure potevi sentirti "pieno", forte, con la sicurezza di chi sa di avere più dell'altro, una sicurezza che però ti confonde e non ti fa percepire che ti stai lentamente svuotando.

Quando poi il vuoto diventa pieno e crede di aver raggiunto l'obbiettivo un brusco movimento, un improvviso capovolgimento e già ricomincia a perdere qualcosa di se ...

Nello stesso istante, il pieno, ormai completamente svuotato e sull'orlo della disperazione che la perdita ha creato, capisce di aver ormai toccato il fondo, che peggio non potrà più essere, che  qualcosa stà lentamente tornando, basterà pazientare per poter tornare a gioire.

Cicli, fasi, ritmi ... il pieno che sia alterna al vuoto, è così e sempre lo sarà, non si può fermare il tempo e devi essere pronto a godere di quell'attimo di equilibrio, un solo istante nel quale non esiste un pieno ed un vuoto, un bello ed un brutto, un bianco ed un nero, un solo istante dove non esiste un"sopra" ed un "sotto", dove la parte di te che perde qualcosa non prevale su quella che prende e viceversa.

Mi sono ritrovato nei momenti "forti" senza accorgermi che qualcosa mi sfuggiva di mano, inesorabilmente.

Mi sono ritrovato nei momenti "deboli" piangendomi addosso invece di percepire che quel qualcosa stava tornando.

Un pò su, un pò giù ... alla ricerca di quell'attimo in cui quel granello di sabbia che fa la differenza   si è già staccato dal punto di partenza ma non ha ancora raggiunto la momentanea destinazione ... magari scattando una foto di quell'istante, per renderlo interminabile.


lunedì 24 marzo 2014

215 - Il tempo

Se non accadesse nulla,
se nulla cambiasse,
il tempo si fermerebbe.
Perché il tempo non é altro che cambiamento,
ed é appunto il cambiamento che noi percepiamo,
non il il tempo.
Di fatto, il tempo non esiste.





lunedì 17 febbraio 2014

214 - La "perdita"


"Ciao, perchè quel muso lungo?"

"Oggi è una brutta giornata, ho
perso una cosa a cui tenevo molto"

"Almeno sai dove l'hai persa ?"

"Certo che lo so ..."

"Ed allora dov'è il problema? Ti aiuto a cercarla,
quattro occhi sono meglio di due "

"Ti ringrazio, sei sempre così  
gentile ma stavolta non puoi 
veramente essermi di aiuto"

"E' sufficente cercare, per ritrovare.
Quanto mai sarà piccolo quello che hai perso"

"Era una cosa grande, non piccola.
Ho perso un'amicizia, una grande amicizia"

"Beh ... se è così ... hai ragone tu.
Non posso veramente aiutarti, ma non perchè sia
difficle ritrovarla, semplicemente perchè non si
può perdere un qualcosa che non si è mai posseduto

      



martedì 4 febbraio 2014

213 - l'indovinello



La passeggiata nel bosco era ormai giunta al termine, eravamo partiti la mattina presto quando il sole aveva appena cominciato a fare capolino dalle vicine colline, avevamo camminato senza una meta e senza un preciso scopo.

Osservando la natura ci divertivamo a fare un gioco, uno di noi indicava qualcosa e diceva ad alta voce una parola che, a suo parere, la rappresentava, gli altri dovevano indovinare cosa legava l’oggetto alla parola, il primo che lo faceva esattamente aveva vinto.

Birichino indicò una farfalla e grido “pensiero!”

Furono in due a rispondere quasi all’unisono “leggerezza: sia la farfalla che pensieri volano leggeri”. In effetti era abbastanza facile.

Anche Ciuffo volle provare “cambiamento” indicando un piccolo serpentello sulla riva del fiume.

Troppo semplice, furono in diversi a dire che il serpente cambia pelle ad ogni stagione … occorreva qualcosa di più impegnativo.

Felicità” disse Biondina indicando un fiore. Provammo in molti a trovare un nesso logico, ma nessuno si avvicinava a ciò che lei intendeva fino a che Ruzzola non indovinò “la felicità è come un fiori da cogliere ogni giorno”. Ci fu un lungo applauso.

Continuammo così per molto tempo fino a che sentimmo dietro di noi Ghiro, che fino ad allora era sempre stato in silenzio, gridare “pazienza”, appoggiandosi ad un grosso albero.

Furono molti i tentativi ma questa volta non riuscivamo a trovare cosa legasse la pazienza all’albero.

Ghiro, con sua immensa soddisfazione, aveva aspettato fino ad adesso per svelare il suo indovinello, eravamo rimasti in silenzio per diversi minuti, guardandolo ed aspettando che ci spiegasse, ormai stavamo per salutarci …

La pazienza è come un albero: le radici sono molto amare, ma i frutti sono sempre dolcissimi 

martedì 21 gennaio 2014

212 - Bello volare!



Le gocce di pioggia, che simili a piccoli aghi si conficcano nei miei occhi socchiusi, non mi infastidiscono poi più di tanto, è troppo bello potersi far trascinare dal vento stando seduto su questa foglia.

Da quassù la vista è meravigliosa, e non è  vero che più ci si allontana e meno particolari si vedano: certo, i dettagli svaniscono, ma la possibilità di poter vedere più cose contemporaneamente compensa questa mancanza.

Quel fiume ad esempio: amo stare sulla sua riva con i piedi immersi in quell’acqua fredda che veloce scorre verso la grande città, osservando l’enorme varietà di animali che vi abitano, ma adesso posso a vederlo in tutta la sua immensa grandezza: un po’ più a monte del nostro villaggio il suo corso è interrotto da una cascata dalla quale si alzano spruzzi e nuvole, in alcuni punti le sue anse  si spingono in zone forse inesplorate del bosco, formando piccoli laghetti.

Non smetterò mai di ringraziare l’amico vento che mi permette di provare l’ebbrezza del volo anche se, ogni vola che rimetto i piedi per terra … continuo a guardare il cielo.