lunedì 30 agosto 2010

157-Ragione o torto

Avevo ragione io, ne sono certo.
Eppure ho la sensazione di avere avuto torto ... o comunque che nel torto ci sia passato io.
Insomma, sono particolarmente disorientato.
Tutto è cominciato ieri durante una delle mie passeggiate nel bosco in compagnia della fatina Didì (ricordate?): un folletto, che conoscevo solo di vista, mi ha verbalmente aggredito perchè pensava stessi invadendo il "suo" territorio.
Diceva di averlo marcato prima che arrivassi, che non avrei dovuto essere lì, e che facendolo, lo avevo gravemente offeso.
Non capivo nemmeno cosa stesse dicendo e dove volesse andare a parare, ma non ce l'ho fatta starmene zitto e gli ho risposto.
Sapevo di avere ragione, e così ho difeso la mia opinione con molta veemenza, forse troppa, e le nostre voci hanno disturbato alcuni anziani di passaggio che si sono immediatamente precipitati da noi.
Nel momento in cui sono arrivati, ero io che stavo alzando la voce più dell'altro, e per questo motivo sono stato rimproverato e messo in punizione.
Cosa che invece non è stata prevista per altro folletto.
E così, pur avendo ragione, o almeno credo di averla avuta, mi sono ritrovato nel torto.
Propria adesso, mentre scrivo, ricordo di cosa mi diceva un vecchio amico: "non discutere mai con un idiota: ti trascina al suo livello, poi di batte con l'esperienza".

giovedì 26 agosto 2010

156-Rose


Nel nostro villaggio sono molte le zone fiorite.
Sono queste aree che rendono l'aria profumata ed il panorama multicolore.
I fiori sono decisamente tutti molto belli e tutti più o meno colorati e profumati.
Per quanto ognuno di noi ami un fiore in particolare, siamo tutti concordi nel definire, come la regina dei fiori, la rosa.
A scuola ci hanno spiegato che la rosa rappresenta il segreto, le cose da non rivelare, o comuqnue da trattare con la massima attenzione
I suoi petali si raccolgono in un bocciolo centrale sovrapponendosi gli uni sugli altri in modo concentrico creando un piccolo e delicato scrigno.
Il suo profumo è detto il profumo dei profumi, e dice abbia influssi sulla bellezza e sulla sensibilità,
la gioia, la dolcezza, la gloria e l'umiltà, i sentimenti più teneri o più appassionati,
tutto si può esprimere con la rosa, simbolo da sempre della bellezza.
Una antica leggenda narra che originariamente le rose erano tutte bianche.
Un giorno la dea Venere, mentre correva incontro ad uno dei suoi innamorati,mise un piede su un cespuglio di tali fiori e le spine la punsero.
Le rose, bagnate dal suo sangue, per la vergogna arrossirono all’istante e rimasero di tale colore per sempre.

Spine ... la nostra regina dei fiori è anche l'unica che ha le spine, quindi è proprio vero quello che si dice e cioè che se vuoi godere appieno della bellezza di una rosa, devi necessariamente convivere con le sue spine.

lunedì 23 agosto 2010

155-Battuta di caccia (storia vera)

Ero piccolo, molto, e mi trovavo lontano dai miei luoghi natali.
Mio nonno paterno, un uomo buono e cordiale volle portarmi con lui a caccia.
Non so quanti di voi sanno, o ricordano cosa sia una Lambretta, e quindi mi limiterò a dirvi di immaginare uno scooter con un anziano alla guida con tanto di fucile sulle spalle, un bambino seduto dietro di lui, ed a lui aggrappato come una scimmietta, ed un cane, un setter bianco nero, accovacciato sulla pedana, tra sella e scudo.
Una gran buffa scenetta, vero?
Adesso ci avrebbero arrestati tutti (o almeno il mio nonno), io troppo piccolo, un cane che non poteva essere trasportato, un fucile, nessuno con il casco, nemmeno il cane... ma allora non esistevano divieti.
Arrivati lì, dove dovevamo arrivare, iniziò la "caccia": il cane sembrava impazzito e sprigionava gioia da ogni poro, forse da ogni pelo ...
Camminammo un bel po’, il cane seguiva le tracce di non so cosa, il nonno canticchiava.
Ma ad un certo punto il cane si fermo, la sua coda divenne turgida e dritta, zampetta anteriore alzata, fermo come una statua.
Il nonno si bloccò, ed io con lui.
Un fischio ed il cane partì velocissimo verso un insignificante cespuglio.
Un rumoroso battito di ali e dalla vegetazione si alzò un grosso volatile (che poi scoprii essere un fagiano).
Lo avevamo davanti a non più di dieci metri, socchiusi gli occhi e portai istintivamente le mani alle orecchie aspettandomi lo sparo, ma niente ... ora spara, mi dissi, ancora niente.
Lo vidi allontanarsi e fu solo in quel momento che partirono due colpi in veloce successione.
Il fumo mi coprii per qualche secondo la vista, ma quando si diradò, notai il fagiano che, più vivo che mai, e probabilmente impaurito, se la stava svignando.
Il nonno, che aveva sparato senza nemmeno mirare (perché a lui piaceva farlo con il fucile "imbracciato"), disse un paio di parolacce e poi si mise a ridere, mi guarda e mi dice:
"padellato!"
Non riuscivo proprio a capire, avrebbe potuto sparare quando lo avevamo vicino, sarebbe stato impossibile mancarlo, e invece...
Mi decisi a chiedere cosa fosse successo
"il fagiano è un volatile molto grande, e quando è a terra è più simile ad una grossa gallina che ad un uccello vero e proprio per quanto è goffo nei movimenti.
Per spiccare il volo ha bisogno di tempo perché non ha ali molto grandi in rapporto al peso del corpo, la prima fase del volo è in verticale e si alza, molto lentamente, in colonna. Una volta arrivato ad un certa altezza da terra comincia lentamente a volare in orizzontale ed a prendere velocità. Il passaggio da volo verticale a volo orizzontale lo si vede anche perché il fagiano abbassa la coda (o alza, non ricordo più).
Sparare ad un fagiano mentre goffamente cerca di spiccare il volo non è rispettoso, è troppo facile, non avrebbe scampo, allora dobbiamo aspettare che finisca la colonna in modo da dargli almeno una possibilità di fuga"
Questa spiegazione mi affascinò molto, era bellissimo che un cacciatore rispettasse gli animali che cacciava in tale maniera.
Un po’ meno piacque ad Argo, il cane, che alla seconda "padellata" scappò e lo ritrovammo a casa nella sua cuccia (mi dissero che faceva sempre così perché si offendeva se lui trovava gli animali ed il nonno non gli uccideva).
Trascorsero molti anni e, ormai ragazzo tornai a caccia, non con il nonno, che nel frattempo scoprì che il destino non ti "padella".
Questa volta andai con un gruppo di amici, eravamo in sei, di cui io solo senza fucile, con tre cani.
Mi aspettavo di rivivere la stessa scena di tanti anni prima ... illuso, al primo rumore furono scaricati 10 colpi in pochi secondi, ed era una lucertola ...
Sparavano tutti a qualsiasi cosa si muovesse, senza mai accertarsi cosa fosse realmente.
Fu una carneficina, animali con corpi dilaniati dai troppi colpi ricevuti da distanze di pochissimi metri, e quindi gettati via perché inutilizzabili (non esiste la zuppa di cacciagione...).
Possibile che in una quindicina di anni il modo di cacciare fosse cambiato così tanto?
Non so cosa succeda adesso, come si comportino i cacciatori oggi, so solamente che la prima esperienza fu per me entusiasmante, la seconda molto meno.
Entrambe indimenticabili.

mercoledì 18 agosto 2010

154-Ferocia


In questi giorni il vento è stato più forte del solito ... e per fortuna è estate ... mi è bastato distrarmi un pò e mi sono ritrovato molto lontano dal bosco.
Un paese bellissimo, anche se, in effetti, non c'èra da vedere un gran chè.
Persone splendide, animali liberi, natura incontaminata; tutto qui, tutto meravigliosamente bello.
Ma purtroppo anche in un paradiso come questo, i soliti "furbi" riescono a rovinare tutto.
Era l'alba e stavo parlando con un abitante del posto che mi ha messo in guardia dall'avvicinarmi ad alcuni animali
"sono feroci, potrebbero non attaccarti nemmeno, ma se lo facessero non avresti nessuno scampo. Sono veramente feroci"
Ho preso buona nota dei suoi saggi consigli.
Poi, più tardi, quasi al calare del sole, ho visto sfrecciare una jeep con a bordo alcuni uomini (per intenderci i "furbi" di cui parlavo prima).
Sul cassone, ormai privi di vita, alcuni animali e tra questi anche un leone.
Ho raccontato del mio incontro all'amico del mattino e questi mi ha spiegato che quello che avevo visto si chiama "safari", una sorta di divertimento, più precisamente uno "sport".
E' incredibile, se un animale attacca un uomo è considerato "feroce", ma se l'uomo uccide un animale feroce è visto come uno sportivo ....

martedì 10 agosto 2010

153-Sacralità

Mi sono soffermato sul balcone di un appartamento della grande città, nascosto tra i vasi delle "piante" ... ed ho potuto ascoltare e vedere una strana scatola, luminosa e parlante (credo chiamasi "televisione") mentre informava, con notizie ed immagini, su quanto stava accadendo nel mondo.
Nella prima parte non ci ho capito un bel niente: politica ... cos'è?
Poi hanno parlato di cronaca: credo stessero scherzando, forse era la pubblicità di una nuova serie poliziesca ...
Infine sono passati alle cosiddette "notizie dal mondo". Finalmente, mi sono detto, almeno adesso ci capisco qualcosa.
Terremoti, vulcani, falle petrolifere, incendi, inondazioni, cicloni ...
Che la natura si stia ribellando all'uomo?
Pensare che, molto tempo fa, alcuni umani avevano un grande rispetto per la natura. Ne ho avuto conferma nel leggere un loro scritto:

"Nascere uomo su questa terra è un incarico sacro.
Abbiamo una responsabilità sacra, dovuta a questo dono eccezionale che ci è stato fatto, ben al di sopra del dono meraviglioso che è la vita delle piante, dei pesci, dei boschi, degli uccelli e di tutte le creature che vivono sulla terra.
Noi siamo in grado di prenderci cura di loro."

Che fossero stati un popolo di fate, gnomi e folletti?
So solamente che li hanno sterminati, perchè i più forti non volevano prendersi cura della natura, la volevano dominare .... si vede il risultato!

giovedì 5 agosto 2010

152- Domande

Voci, grida e risa, mi hanno incuriosito, ho abbandonato il sentiero che stavo percorrendo e mi sono inoltrato nell'alta vegetazione del bosco.

Dal tono di voce potevo immaginare che vi fossero alcuni giovani, con almeno uno più anziano, che stavano animatamente discutendo.

Mi sono soffermato, ai margini di uno spiazzo, senza farmi vedere.

Si trattava, in effetti, di un gruppetto di folletti e gnomi, di giovane età, seduti sopra un tronco, che stavano ascoltando un aziano. Questi rivolgeva a loro alcune domande, e loro, dovevano rispondere.

L'anziano sceglieva poi la risposta che riteneva essere quella meglio formulata, ed al giovane che l'aveva data veniva attribuito un "punto" (rappresentato da una ghianda che gli veniva consegnata).

Erano chiaramente in competizione gli uni contro gli altri, perchè li sentii dire che, chi avesse raggiunto il maggior numero di ghiande, avrebbe rivcevuto in premio il titolo di giovane più intelligente del loro villaggio.

Non avevo mai pensato che l'intelligenza fosse misurabile da come uno potesse dare le risposte. pensavo bastasse saperle, le cose.

Sono quindi andato dall'anziano del nostro villaggio per racocntargli cosa avevo visto.

"Puoi farmi delle domande? puoi valutare le mie risposte? mi dici quanto sono intelligente?"

"Dimmi" chiede lui a me "perchè vuoi sapere tutto questo?"

"Voglio sapere quanto sono intelligente, perchè da anziano vorrei essere saggio come te"

"Allora non sei sulla strada giusta ... Si può giudicare quanto intelligente sia una persona dalle sue risposte, ma per capire quanto sia saggia, occorre valutare le sue domande".

Temo di aver fatto una domanda stupida ... non diventerò mai saggio!

lunedì 2 agosto 2010

151-I vicini di casa

Il nuovo arrivo ha creato notevole cambiamento in tutte le abitudini.
L'età non permette ancora grossi progressi nell' "addestramento", ma l'intelligenza che dimostra fa ben sperare.
Di sicuro, non saranno quelle pozzette che troviamo a giro per casa a sminuire la dolcezza di quei due occhioni che ti guardano fissi, o la gioia trasmessa da quei 4 centimetri di coda che, nel vorticoso e gioioso movimento, si trascinano dietro tutto il culetto come in una danza tribale.
Ovviamente abbiamo dovuto chiedere comprensione ai vicini di casa, qualche rumore in più da adesso è previsto ... e da essi ho trovato la massima collaborazione, anzi, tutti stanno facendo a gara per venire a coccolarsi la nuova fatina del bosco.
La mia casa è diventata ormai un porto di mare, con navi che vanno e vengono, ma tutte attratte e guidate da un unico faro ...
E' proprio vero, avere dei buoni vicini, è come avere una casa più grande.