lunedì 16 maggio 2011

193- Il regalo/1

Tra le mani giovani ed inesperte di una bambina la mia nuova vita ebbe inizio.

Non avrei mai potuto immaginare che sarei diventato quello che ora sono, e tutto questo grazie alla curiosità di una bambina, alla sua voglia di crescere al suo desiderio di vedere quello che vede un grande.

Ricordo ancora la gioiosa espressione di quel faccino quando una mano più grande della sua, molto più grande, gli porse quel fagottino che ancora ero.

Un regalo, aveva ricevuto un regalo da quella mano sconosciuta, si domandava quale fosse il motivo, non rammentava fosse una occasione particolare, ma era piccola, forse ancora qualcosa gli sfuggiva, forse quel giorno era un giorno di festa ed ancora non lo sapeva.

I suoi genitori le avevano sempre detto di non accettare, mai e per nessun motivo, regali dagli sconosciuti, ma quella mano doveva necessariamente appartenere ad una persona speciale, e quindi, di nascosto ai suoi genitori e senza dirlo a nessuno, accettò il regalo.

La carta che lo rivestiva era incredibilmente colorata, con qualche venatura più scura, ma molto allegra, forse fu proprio quella sensazione di positività che le fece accettare il pacchetto.

La forma era scontata e semplice, capire cosa contenesse quella carta era veramente difficile, chiunque avrebbe pensato che vi fosse qualcosa di insignificante e di inutile … infondo c’ero io li dentro.

Lei invece sapeva cosa era, o forse lo sentiva, lo vedeva anche senza scartarlo, non importava certo la forma del pacco, il peso dell’oggetto, quello era un regalo, il suo regalo, e le avrebbe permesso di giocare per un po’ in sua compagnia … in mia compagnia.

Fu così che lo accettò e, ringraziando lo sconosciuto, si allontanò senza aprirlo, perché capì che ancora non era il momento per farlo, voleva aspettare ancora un po’, fantasticare su come sarebbe stato l’attimo in cui, tolta la carta, avrebbe avuto tra le sue piccole mani quell’oggetto così grande e desiderato.

Non poteva essere un normalissimo atto di apertura di un pacchetto, cavolo, quello era il suo regalo e per niente al mondo avrebbe voluto rovinarlo.

Per scoprire l’oggetto doveva esserci la luce giusta, i suoni, gli odori, i sapori che aveva sempre desiderato sentire e provare, per un momento che potesse essere veramente magico.

Il tempo passò, e la curiosità di aprire il suo regalo era sempre più forte, ma, stranamente, riusciva a resistere.

… segue

1 commento:

  1. sono riuscita a trovare 5 minuti di connessione (per l'ennesima volta ho finito le ore di internet prima del dovuto!).. non riesco a leggere ora che sono in linea, lo farò non appena mi disconnetto.. passo sempre.. ^^
    un saluto anche alla tua piccola fatina!

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