domenica 28 febbraio 2016

245 - Rabbia



Non mi andava proprio di starmene nel villaggio e ho deciso di farmi uno dei miei soliti viaggetti, senza andare troppo lontano.

Seduto su una foglia e spinto dal vento mi sono lasciato portare ben oltre i confini del bosco.

Dopo un'estesa radura, nei pressi di un fiumiciattolo dalle acque calme e limpide, ho visto un villaggio simile al mio e così ho pensato che sarebbe stato interessante fermarmi per vedere come si erano organizzati.

Sono abituato a vedere le abitazioni sotto agli alberi ma qui ci sono solo canne ed erba alta, devo però dire che anche questo villaggio era molto carino.

Mentre osservavo gli abitanti che freneticamente si muovevano per le strade ho sentito degli schiamazzi provenire da uno spiazzo li vicino e, inguaribile curioso come sono, mi sono avvicinato.

Un gruppo di giovani folletti, in piedi formando un cerchio (beh, forse voleva essere un cerchio, ma la geometria non doveva essere il loro forte ...) che si lanciavano un masso nero e rosso, mai vista una pietra così anche se mi ricordava qualcosa.

Come uno lo prendeva, immediatamente lo rilanciava ad uno dei compagni vicini, se qualcuno temporeggiava un po' troppo cominciava ad urlare come un pazzo poi lanciava l'oggetto e correva ad immergere le mani nelle acque del piccolo corso d'acqua.

Forse era un gioco simile al nostro "palla avvelenata" ma perchè correre a bagnarsi le mani?

Me ne stavo dietro un mazzo di canne a guardare quando da dietro un folletto più anziano di quelli che stavano giocando mi tocca una spalla... Che paura! Era arrivato alle mie spalle e nemmeno me ne ero accorto.

"Ciao folletto" mi fà "come ti chiami?"

"Basadone e vengo da un villaggio del bosco qui vicino. Non volevo disturbare, stavo osservando gli altri giocare"

"Non stai disturbando, puoi stare" mi risponde " comunque non stanno giocando, in realtá quello è un gruppo di folletti arrabbiati che stanno facendo un esercizio"

"Arrabbiati? Con chi?"  che domande stupide faccio a volte, ma me ne rendo conto sempre troppo tardi

"Sono tanti i motivi per cui si può provare rabbia, ognuno ha il suo e tutti sono comunque validi e comprensbili"

Lo sapevo che la domanda era sciocca ....

"Io non sono arrabbiato, almeno adesso, ma sono curioso .... che tipo di esercizio stanno facendo con quella pietra?"

"Intanto quella non è una pietra, ma un grosso pezzo di carbone ardente che, ti assicuro, brucia maledettamente tanto"

Ecco perchè ogni tanto andavano a rinfrescarsi le mani .... ma se sono sciocche le mie domande, anche quell'esercizio non è certo da meno

 "Stanno imparando che la rabbia è come quel carbone ardente" come a rispondere alla mia domanda " è inutile trattenerla per se, deve essere lanciata, espressa, gridata, altrimenti quello che si scotta sei solo tu"

Non era un esercizio stupido, anzi.

La prossima volta che mi arrabbierò con qualcuno o qualcosa lo griderò al mondo intero senza vergogna invece di tenermela per me, non voglio scottarmi.

Fatelo anche voi, o continuate a farlo se già lo state facendo...






sabato 13 febbraio 2016

244 - Folletto Coraggioso





Non l'avevamo mai vista prima, eppure da quel bosco passiamo quasi tutti i giorni.

Forse la pioggia degli ultimi giorni, o chissà cosa altro ...

Era una voragine nel terreno, profonda abbastanza da non riuscire a vedere il fondo e buia, incredibilmente buia.

Nessuno che avesse il coraggio di farsi calare dentro quella grotta verticale che si era formata così all'improvviso, ma dovevamo scoprire cosa c'era nel fondo, vi erano pericoli oppure no?

Ci guardavamo senza proferire parola, ma era come se si sentissero tanti "vai tu!" ... "no, no, vai tu!"

Poi, in quel silenzio, "ok, vado io, prendete una corda e calatemi giù".

Folletto Coraggioso, non poteva che essere lui, è sempre stato il più audace di tutti, non ha mai paura di niente, fa tutte quelle cose che nessuno vuole mai fare.

L'ho sempre ammirato, anche io vorrei non avere tutte queste paure, ed invece ...

Sono corso al villaggio, ho preso una lunga corda e sono tornato sul bordo del cratere, tutti gli occhi erano puntati su di noi, ormai Folletto Coraggioso era imbracato ed io mi ero ben ancorato a terra per aiutarlo a calarsi quando ho visto, ma solo per un attimo, una espressione dubbiosa sul suo volto, se non fossi sicuro di quanto lui sia coraggioso avrei giurato che quella che avevo visto era paura ...

"Aspetta!" Ho gridato "forse la sotto fa freddo, forse dovresti mettere una giacca, vieni a casa mia che ne troviamo una, voi altri aspettateci un attimo".

Mi è venuto dietro in silenzio e quando eravamo già quasi al villaggio, mi da un colpetto sulla spalla

"Guarda che non ho freddo!"

"Questo lo so" rispondo" volevo solo che tu fossi convinto di quello che stavi facendo"

"Grazie" mi fa "ma non ti preoccupare, non è vero quello che dicono di me .... il "folletto senza paura" ... in realtà anche io ne ho tanta, ma riesco a gestirla forse meglio di voi, so che alcune cose devono comunque essere fatte e la respingo dalla mia testa ... ma resta, sai?"

Non sapevo se essere deluso dall'aver saputo che anche lui provava paura, oppure se stimarlo ancora di più per il fatto che, meglio di me, sapeva affrontarla.

Ci penserò.

Eravamo ormai tornati nel bosco con la giacca, mi stavo apprestando a far calare il mio amico dentro quel profondo buco nero, lui mi guarda, sorride e mi strizza l'occhio

"A dopo, tu tirami su, non fare il fannullone"

È sparito nell'oscurità ma sento il suo peso attraverso la corda, sono felice di sapere che sta contando su di me per tornare su ...

A volte bisogna avere il coraggio anche di avere coraggio ...

Ci ho pensato.

Lo stimo!