domenica 19 luglio 2015

232- Silenzio....

Fa caldo, in questi giorni, anche nel bosco e la sera, prima di andare a letto, tutti si riuniscono nel grande spiazzo che costeggia il fiume.

È un luogo tranquillo dove il vento non smette mai di soffiare, il rumore dell'acqua che scorre è un piacevole sottofondo e le stelle in cielo sono visibili e facilmente riconoscibili.

Tutto il villaggio si ritrova lì, per parlare, scherzare o semplicemente per godere del fresco in compagnia.

Ero arrivato da poco e mi ero aggregato ad un gruppetto di simpatici folletti che ridevano raccontandosi buffe storie quando vidi, dall'altra parte dello spiazzo, un po' al buio, appoggiato ad un cumolo di rami ed in silenzio, un amico con il quale faccio spesso delle lunghe passeggiate.

Aveva una strana espressione, un misto di dolore e vergogna e se ne stava immobile in silenzio guardando gli altri come se si aspettasse qualcosa da loro.

Passavano i minuti, ma lui, invece di raggiungere noi altri, continuava a starsene in disparte, decisi quindi di andare io da lui per capire cosa avesse e perchè rimanesse in quell'angolo buio.

"Grazie di avermi raggiunto" mi fa subito "mi è successa una cosa imbarazzante, invece di percorrere il sentiero che dal villaggio arriva fin qui mi sono addentrato nel bosco, lo so che non deve essere fatto, ma non pensavo vi fossero pericoli ... ed invece, proprio quando ormai ero arrivato, ho provato a saltare questo cumolo di rami e sono rimasto incastrato con un piede.
Che sciocco, sono un folletto che nemmeno sa camminare tra le piante ... che vergogna"

A mio avviso esagerava un po', nessuno lo avrebbe deriso per così poco, comunque lo aiutati a liberarsi e con l'acqua che avevo nella mia borraccia, pulii anche la ferita che si era procurato alla caviglia.

"Scusa se te lo chiedo, ma perchè te ne stavi qui in silenzio senza chiedere aiuto? 
Ti ho notato quasi un ora fa, Avresti potuto gridare e saremmo corsi subito da te"

"Se avessi gridato" mi fa "avrebbero sentito tutti ... non mi andava, mi vergognavo"

"Ma anche senza urlare, potevi chiamare a voce bassa, qualcuno ti avrebbe sentito, ed invece sei rimasto in silenzio tutto il tempo"

"Certo, se avessi chiamato a bassa voce qualcuno avrebbe sentito ... qualcuno ... ma io non volevo chiedere aiuto ad un qualcuno qualsiasi, chissà cosa avrebbe pensato di me"    una breve pausa per sorseggiare un po' dell'acqua rimasta   " ho preferito stare in silenzio, perchè sapevo che solo un amico vero mi avrebbe sentito anche se fossi stato in silenzio. 

Non mi sbagliavo.

Grazie!"

.... prego!








mercoledì 8 luglio 2015

231 - Era un saluto, non un addio.

FC "... però adesso me ne devo andare!"

Ricordo esattamente come, nell'esatto istante in cui uscirono quelle parole dalla sua bocca, il bosco si ammutolì; tutti gli animali smisero di fare ciò che stavano facendo voltandosi verso di noi con espressione stupita.

Anche il vento, il mio amico vento, cessò di soffiare interrompendo il caratteristico fruscio che mai abbandona il bosco.

FdV "perchè? Questa è la tua casa, qui hai tutto ciò che potevi desiderare, perchè?"

FC "questa resterà la mia casa, ma ci sono scelte che non spetta a noi fare, non ti chiedere il perchè, non saprei risponderti".

Allora non riuscivo a capire, forse ero troppo piccolo ... ma ero sufficientemente grande per non gradire quella improvvisa partenza. 

FdV "qui nel bosco tutti ti avevano preso come riferimento, avevi sempre una parola buona, un gesto affettuoso per tutti, capivi di cosa ognuno di noi aveva bisogno e ce lo davi, senza mai chiedere niente in cambio"

FC " e perchè dovreste smettere di farlo? Io "vado via" mica sparisco! Per sparire occorrono le magie e questa non è magia!"

FdV " e come posso accorgermi che ci sei? Come potrò vederti?"

FC "piccolo folletto ... devi proprio vedermi per accorgerti di me? Mi deludi ... Perchè io ci sia dovrai sentirmi ... e non dire adesso sciocchezze, so a cosa già stai pensando, non dovrai sentirmi con le orecchie ma con il cuore.  Ogni mattina che il sole sorgerà per illuminare e scaldare il bosco potrai sentirmi, se lo vorrai. Ogni sera, quando in cielo brilleranno la luna e le stelle per non rendere troppo buia la notte, potrai sentirmi, se lo vorrai. Al canto di un uccellino, allo sbocciare di un fiore, all'abbraccio di un bambino, in una carezza potrai sentirmi, se lo vorrai, se lo vorrete."

La sua voce era calma, tranquillizzante ma il bosco ancora non produceva rumori se non quello di gocce che cadevano a terra, seppur non piovesse in quel giorno d'estate.

FC "però un favore te lo devo chiedere, piccolo folletto: nel giardino della mia casetta, qualche anno fa avevo messo una pianticella di splendide rose, o meglio, credo sia di rose perchè ancora non ha fatto fiori ma solo boccioli. Posso chiederti di andare tu, ogni tanto, ad innaffiarla affinchè le rose possano sbocciare? Ti dirò una cosa che ti sembrerà strana, io con quella pianticella ci parlavo e la accarezzavo fogliolina per fogliolina, non è che anche tu potresti farlo? non vorrei si sentisse sola ... Non capirebbe ..."

Provai a convincerla di rimanere con noi, promisi che avrei continuato ad aiutare la sua pianticella a fiorire, piansi .... ma, come mi aveva detto, certe scelte non ci competono.

Da quel giorno il bosco è cambiato, i rumori sono tornati, gli animali hanno ripreso a correre, il vento a soffiare, i bimbi ridono e scherzano ma qualcosa ci manca, mi manca.

La mattina mi alzo presto per veder sorgere il sole, la notte non vado a letto se non prima di avere contato le stelle e salutato la luna, ho imparato ad osservare gli sguardi dei bambini, ad accettare abbracci e carezze perchè in tutto questo la sento ... la vedo.

E poi c'è la pianticella, che ancora non ha compreso il motivo di questa strana "sostituzione", in fondo la capisco, anche con tutta la buona volontà che ci metto, il mio pollice non è certo verde come quello che aveva Lei.

Ma nonostante le mie scarse doti di giardiniere dai boccioli stanno fiorendo le prime roselline ed in ognuna di essa intravedo il sorriso che Lei aveva il giorno che ci salutò, unica nota dolce di quel giorno triste.

Si, avevi ragione, ci sei e noi tutti ti sentiamo ancora, a presto Fata Cristallo.