mercoledì 30 dicembre 2015

239- 15h23m48.65 -13°03'50.7''







Se esprimi un desiderio è perché vedi cadere una stella,
se vedi cadere una stella è perché stai guardando il cielo,
se stai guardando il cielo è perché credi ancora in qualcosa.

(Bob Marley)



Non può essere una "fine"

Non può essere un "inizio" 

E' ... solamente "è"

Che il nuovo anno aiuti tutti a continuare a credere in qualcosa, perchè c'è sempre un qualcosa che ha bisogno che qualcuno continui a credere in lei.



venerdì 25 dicembre 2015

238 - Che sia Natale









Oggi è un giorno di festa …

Oggi poteva essere un giorno di festa …

Oggi doveva essere un giorno di festa …

***

A Claudia, Mamma e Papo

***

Ho chiesto al mio amico vento di accompagnarmi in un posto magico, nell'unico posto da cui si può vedere tutto … proprio tutto.

Mi sono seduto su una delle tante foglie che in questo periodo coprono i nostri sentieri ed ho aspettato che arrivasse una bella folata che mi trascinasse via.

Sapevo che il mio amico non mi avrebbe tradito e di li a poco è arrivato, forte, più forte del solito, ho faticato per rimanere aggrappato all'insolito mezzo di trasporto di cui disponevo, ma in un attimo ero già in viaggio verso il cielo, sopra le nuvole, sempre più vicino al sole che in quel momento brillava come a sorridermi.

Poi, all'improvviso, il vento è cessato, la foglia ha quindi deciso di sgravarsi del mio perso e, con una "giravolta", mi ha letteralmente scaricato. Alcuni metri in caduta libera, che mi sono sembrati non finire mai … fino ad atterrare su qualcosa di soffice e morbido, una nuvola.

Che vista da lassù: era tutto sotto i miei occhi, città affollate e montagne deserte, strade trafficate e fiumi isolati in territori inesplorati, laghetti minuscoli, il mare …

In posizione prona, con la testa appoggiata sulle braccia incrociate davanti a me, sono rimasto a guardare per ore, curioso ed interessato.

"Che strano punto di vista vero?"

Mi volto, non vedo nessuno, eppure la voce è venuta da li … forse me la sono immaginata.

"L'unica linea che si vede da qui è quella dell'orizzonte, netta, decisa"

No, questa voce non la stò immaginando, è reale ma non vedo nessuno.

"Quale altre linee pensavi ci fossero?" dato che la "voce" l'ho sentita voglio essere educato e rispondere.

"A scuola ci hanno sempre fatto studiare le cartine piene di linee che delimitavano i vari stati, ed in ogni stato persone simili … ma diverse, lingue simili … ma diverse, usanze simili … ma diverse, credenze simili … ma diverse. Ma da qui quelle linee non si vedono … "

Beh, ha ragione, non ci avevo pensato …

"Eppure tra qualche ora, quando il sole calerà, vedrai una cosa spettacolare " ormai ho smesso di cercare da dove viene quella voce, sono su una nuvola, sarà un angelo, che ne so io! "vedrai che tutto si illuminerà di centinaia, di migliaia, di piccole luci colorate, perché  quelle linee immaginarie dividono sul serio, ma una cosa non possono impedire: oggi tutti i bambini festeggiano il Natale, magari per motivi diversi, ma loro non sanno che è sempre il 'solito' Natale"
 
Questo lo sapevo anche io!

"Peccato però che a ben ascoltare" faccio io" tra i vari canti e risate che sentiamo da quassù, si percepiscono anche urla e pianti …"

"Si, peccato" ribadisce la voce alle mie spalle "le linee sono immaginarie, ma gli uomini le hanno trasformate in muri altissimi, forse ci fossero solo i bambini …"

"A proposito di bambini" continua lui (o lei … ) "tu che sei un Folletto non dovresti essere con Babbo Natale a distribuire loro i regali?"

"No, mi piacerebbe farlo, ma gli aiutanti di Babbo Natale sono gli Elfi, non i Folletti. Non sai la differenza?"

Alcuni secondi di silenzio, immagino stia pensando … poi

"Certo che la conosco, gli Elfi sono quelli più belli! E' per questo che Babbo Natale ha scelto loro"

E giù una risata contagiosa che ha impedito ad entrambi di continuare a parlare. Simpatico questo mio nuovo amico …

"Adesso devo salutarti" interrompo rovinando quel momento gioioso "mi aspettano le renne volanti …" un'altra risata!

Prima di tornarmene al mio villaggio decido però di voltarmi un ultima volta verso la "voce", magari questa volta riesco a vedere chi è il mio nuovo amico ed infatti lo vedo, ma l'idea che mi ero fatto era un'altra … mi aspettavo un Angelo, di quelli alti e con la veste immacolata e la lira in mano, invece no, i capelli, beh quelli erano effettivamente soffici e morbidi, ma indossava una simpatica camiciola bianca e blu … no, non era un Angelo … o forse si … non so perché ma mi si riempiono gli occhi di lacrime …

"No, che fai? Adesso piangi?"

"E' solo che è molto bello questo tramonto visto da quassù …" rispondo con la più stupida delle scuse dopo 'mi è entrato qualcosa in un occhio' …

"Sciocco, se piangi per un tramonto poi non potrai vedere le stelle!"

... Si, era un Angelo.

***

Ciao Alessandro anche io tvb



lunedì 7 dicembre 2015

237 - Partenze ...




E' come stare seduti sulla panchina di una stazione ferroviaria: nascosto dietro un naso rosso (anche quando non fa freddo) ed un vestito dai colori forse troppo vistosi.

Ti passano davanti, ti salutano, alcuni, ... troppi ..., si fermano a parlare con te (o te a parlare con loro).

Temono il viaggio, sanno che partire significa lasciare.

Aspettiamo il treno insieme, scambiando quattro chiacchere, scherzando e ridendo come fossimo amici da una vita, ma ci siamo appena conosciuti.

Non riescono a sorridere, invece, gli accompagnatori; loro no, loro ci guardano e fingono allegria, sorrisi che nascondono una gran voglia di piangere.

Chi parte lascia, ma sa di essere all'inizio di un viaggio che lo porterà chissà dove, ma chi resta ... lascia e basta.

Strano: speri che il treno sia in ritardo, magari che un guasto lo fermi, anche solo per un po ... magari che non riparta più. Invece arriva troppo spesso e con troppo poco ritardo.

La frenata è rumorosa, stridula ... fastidiosa, le porte si aprono e li aiuti a salire, a fare attenzione ai gradini, gli porgi le loro valige, pesanti, piene di ricordi.

Vorresti stare li a salutarli tutti, vedere le loro mani agitarsi ai finestrini, ma capisci che tu eri li solo casualmente seduto sulla quella panchina, è giusto che i saluti li facciano gli accompagnatori che li hanno portati fin li ... e ti senti di troppo ... e cambi panchina per non incrociare i loro sguardi, come fossi un ladro ....

Di ognuno di loro ti resta solo il nome ed un sorriso.

E così ti domandi se valga la pena continuare a sedersi su quella panchina, con quel naso rosso e con quei buffi vestiti ... a vedere partire così tanti viaggiatori sapendo che non torneranno sui loro passi; sono pochi quelli che decidono di non salire su quel treno, ma chi lo fa, lo fa per sempre.

Poi, all'improvviso ti arriva un messaggio, da un "accompagnatore", uno dei tanti che hai visto alla stazione, uno di quelli che sicuramente l'ultima cosa che ti hanno chiesto è stata "... perchè?".

... uno di quelli ai quali non hai saputo dare una risposta ...

Leggi il messaggio, riga dopo riga,  parola dopo parola, lo rileggi. 

Si, ne valeva la pena ...












 


 

lunedì 30 novembre 2015

236 - Al buio ...


E' arrivato, nel nostro villaggio, un nuovo folletto, sono ormai alcuni giorni che è arrivato, ma non lo abbiamo ancora visto molto in giro perchè la mattina esce molto presto e la sera torna sempre tardi.

Stamani mi sono alzato presto anche io così l'ho incontrato per strada: che buffo ... camminava tenendo le braccia tese in avanti ed ogni volta che toccava qualcosa si fermava e stringeva tra le mani ciò che si era casualmente trovato davanti.

Avvicinandomi a lui mi sono accorto che aveva anche una benda sugli occhi ... poverino, adesso capivo, non ci vedeva e quella strana andatura era solo un modo per non sbattere ovunque.

"Ehi, ciao!" ero ancora a più di dieci metri da lui ma nonostante non ci vedesse mi aveva sentito, forse avevo calpestato un ramo secco ed avevo fatto un rumore un po' più forte ...

"Ciao, piacere di vederti " .... mamma mia che idiota, gli ho detto "vederti" ... sono proprio un maestro nel fare gaffe in questi frangenti.

"Ciao, il piacere è mio"

E' gentile.

Dato che non so prorpio tenere la bocca chiusa ... "mi spiace per te, sei nato così?"

"Così nel senso della benda sugli occhi? No, sono nato senza ... ma avevo il cappello!"

Ci siamo messi a ridere come degli sciocchi, avevo fatto un altra gaffe, ma lui, invece di farmi sentire stupido, ci ha fatto una battuta sopra.

E' anche simpatico.

"Intendevo se non ci vedi dalla nascita oppure se hai avuto un incidente o una malattia"

"Ma io ci vedo benissimo!  Tengo una benda sugli occhi perchè non voglio vedere per alcuni giorni" questa cosa mi incuriosisce "faccio sempre così quando vado in un posto nuovo, per tre-quattro giorni, vivo nel buio completo: mi piace toccare ed ascoltare senza essere influenzato dal contatto visivo".

Non capisco ...

"Mi fido molto più del tatto, dell'udito, del gusto e dell'olfatto, perchè preferisco più sentire che vedere. Poi, dopo che ho familiarizzato con ciò che mi circonda, mi tolgo la benda e guardo ... la sai la cosa buffa? Che tutto è bello come lo avevo immaginato, a volte anche di più!"

Forse ho capito ... stasera, prima di addormentarmi, chiuderò tutto, porte, finestre, tende, ogni spiraglio di luce, resterò nel buio completo e proverò ad ascoltare la mia stanzetta, chissà se avrà qualcosa da dirmi ... chissà se sarò capace di ascoltarla.








sabato 24 ottobre 2015

235 - La felicità




"Cercatela, tutti i giorni, continuamente.

Chiunque stia leggendo ora si metta in cerca della felicità.

Ora, in questo momento stesso, perché è lì.

Ce l’avete. Ce l’abbiamo.

Perché l’hanno data a tutti noi.

Ce l’hanno data in dono quando eravamo piccoli.

Ce l’hanno data in regalo, in dote.

Ed era un regalo così bello che l’abbiamo nascosto come fanno i cani con l’osso, quando lo nascondono.

E molti di noi lo fanno così bene che non si ricordano dove l’hanno messo.

Ma ce l’abbiamo, ce l’avete.

Guardate in tutti i ripostigli, gli scaffali, gli scomparti della vostra anima. Buttate tutto all’aria. I cassetti, i comodini che c’avete dentro.

Vedrete che esce fuori.

C’è la felicità. Provate a voltarvi di scatto magari la pigliate di sorpresa, ma è li.

Dobbiamo pensarci sempre alla felicità.

E anche se lei si dimentica di noi, non ci dobbiamo mai dimenticare di lei ... fino all'ultimo giorno della nostra vita"

(R.B.)




lunedì 28 settembre 2015

234 - Poverino !



Mi sono svegliato presto, come sempre del resto, e così mi sono incamminato verso una zona del bosco dove crescono molte more ... ne vado goloso.

Pensavo di non trovare nessuno a quell'ora ed invece mi sbagliavo perchè, quasi completamente impigliato in un cespuglio, ho visto un anziano folletto (beh, in realtà ho visto solo il suo cappello spuntare dai rovi ...) anche lui intento a raccogliere le more.

"Ciao, vedo che ti sei infilato ben bene dentro quel rovo ... vuoi un aiuto per uscire?"

"Non importa, grazie" mi risponde con voce calma "purtroppo qualcuno è già passato stamani ed ha preso tutte le more che erano più facili da cogliere e così mi devo intrufolare dentro i cespugli per poterne prendere qualcuna anche io"

Adesso che ero più vicino a lui l'ho anche riconosciuto, è Beppone il babbo dì alcuni miei amici che abitano in una piccola casa ai margini del villaggio.

La mamma mi dice sempre che sono molto poveri ... sarà! Quando siamo insieme sono sempre così sorridenti ed allegri ...

Anche Beppone, uscendo dal cespuglio con due more in mano mi saluta con un grande sorriso: 

"Ciao Basadone, da li dentro non ti avevo mica riconosciuto: sono venuto presto sperando di trovare qualche mora per fare la mamellata per i miei figli, ma come al solito qualcuno mi precede"

"Allora ti aiuto, mi metto a cercare anche io un po' di more per la tua marmella, io sono più piccolo e posso inoltrarmi meglio nei rovi anche più folti"

In un oretta siamo riusciti a riempire due cestini, e quindi ci siamo riavviati verso il villaggio. Durante la camminata ci scappava da ridere perchè le nostre facce erano piene di graffi ed i nostri vestiti strappati.

Ad un certo punto, da un altro sentiero è apparso Fosco, un foletto un po' "strano", anche lui abita da molti anni nel villaggio, ma difficilemnte lo si vede fuori per le strade, è sempre chiuso nella sua casa, quella grande vicino al fiume, circondata da altissime siepi che impediscono di vedere dentro.

"Ciao Fosco, anche tu così presto nel bosco? Cosa hai in quelle due grandi buste che ti porti dietro?"

"Mmmm ... ciao .... niente, sono solo more che ho raccolto ... ciao devo scappare"

Che strano, allora è lui che tutte le mattine fa razzia di more ... eppure vive da solo, e di sicura non ci fa la marmellata ....

Beppone mi da una pacca sulla fronte e mi fa " Sveglia! A cosa stai pensando? Si è vero, è strano che Fosco si prenda tutte le more per farne niente ... ma a lui piace avere sempre più degli altri,. lui è ricco!"

E gurdandomi negli occhi scoppia in una grande, fragorosa e contagiosa risata ... che bravo folletto che è Beppone, io mi sarei arrabbiato ed invece lui se la ride ...

"Hei Basadone, credimi,  il povero non è colui che non ha, ma colui che ne vuole sempre di più!"



 


 

giovedì 13 agosto 2015

233 - Il salto



"Dai, salta"
"No"
"Perchè? dai, salta!"
"No, ho paura di farmi male"
"Se ti fai male mettiamo un cerotto, poi passa"
"No, no, non ne ho proprio voglia"
"Guarda che qui è tutto molto bello, salta!"
"No!"

Il "male" guarisce spesso, la "paura di sentir male", in chi già lo conosce, quasi mai.



domenica 19 luglio 2015

232- Silenzio....

Fa caldo, in questi giorni, anche nel bosco e la sera, prima di andare a letto, tutti si riuniscono nel grande spiazzo che costeggia il fiume.

È un luogo tranquillo dove il vento non smette mai di soffiare, il rumore dell'acqua che scorre è un piacevole sottofondo e le stelle in cielo sono visibili e facilmente riconoscibili.

Tutto il villaggio si ritrova lì, per parlare, scherzare o semplicemente per godere del fresco in compagnia.

Ero arrivato da poco e mi ero aggregato ad un gruppetto di simpatici folletti che ridevano raccontandosi buffe storie quando vidi, dall'altra parte dello spiazzo, un po' al buio, appoggiato ad un cumolo di rami ed in silenzio, un amico con il quale faccio spesso delle lunghe passeggiate.

Aveva una strana espressione, un misto di dolore e vergogna e se ne stava immobile in silenzio guardando gli altri come se si aspettasse qualcosa da loro.

Passavano i minuti, ma lui, invece di raggiungere noi altri, continuava a starsene in disparte, decisi quindi di andare io da lui per capire cosa avesse e perchè rimanesse in quell'angolo buio.

"Grazie di avermi raggiunto" mi fa subito "mi è successa una cosa imbarazzante, invece di percorrere il sentiero che dal villaggio arriva fin qui mi sono addentrato nel bosco, lo so che non deve essere fatto, ma non pensavo vi fossero pericoli ... ed invece, proprio quando ormai ero arrivato, ho provato a saltare questo cumolo di rami e sono rimasto incastrato con un piede.
Che sciocco, sono un folletto che nemmeno sa camminare tra le piante ... che vergogna"

A mio avviso esagerava un po', nessuno lo avrebbe deriso per così poco, comunque lo aiutati a liberarsi e con l'acqua che avevo nella mia borraccia, pulii anche la ferita che si era procurato alla caviglia.

"Scusa se te lo chiedo, ma perchè te ne stavi qui in silenzio senza chiedere aiuto? 
Ti ho notato quasi un ora fa, Avresti potuto gridare e saremmo corsi subito da te"

"Se avessi gridato" mi fa "avrebbero sentito tutti ... non mi andava, mi vergognavo"

"Ma anche senza urlare, potevi chiamare a voce bassa, qualcuno ti avrebbe sentito, ed invece sei rimasto in silenzio tutto il tempo"

"Certo, se avessi chiamato a bassa voce qualcuno avrebbe sentito ... qualcuno ... ma io non volevo chiedere aiuto ad un qualcuno qualsiasi, chissà cosa avrebbe pensato di me"    una breve pausa per sorseggiare un po' dell'acqua rimasta   " ho preferito stare in silenzio, perchè sapevo che solo un amico vero mi avrebbe sentito anche se fossi stato in silenzio. 

Non mi sbagliavo.

Grazie!"

.... prego!








mercoledì 8 luglio 2015

231 - Era un saluto, non un addio.

FC "... però adesso me ne devo andare!"

Ricordo esattamente come, nell'esatto istante in cui uscirono quelle parole dalla sua bocca, il bosco si ammutolì; tutti gli animali smisero di fare ciò che stavano facendo voltandosi verso di noi con espressione stupita.

Anche il vento, il mio amico vento, cessò di soffiare interrompendo il caratteristico fruscio che mai abbandona il bosco.

FdV "perchè? Questa è la tua casa, qui hai tutto ciò che potevi desiderare, perchè?"

FC "questa resterà la mia casa, ma ci sono scelte che non spetta a noi fare, non ti chiedere il perchè, non saprei risponderti".

Allora non riuscivo a capire, forse ero troppo piccolo ... ma ero sufficientemente grande per non gradire quella improvvisa partenza. 

FdV "qui nel bosco tutti ti avevano preso come riferimento, avevi sempre una parola buona, un gesto affettuoso per tutti, capivi di cosa ognuno di noi aveva bisogno e ce lo davi, senza mai chiedere niente in cambio"

FC " e perchè dovreste smettere di farlo? Io "vado via" mica sparisco! Per sparire occorrono le magie e questa non è magia!"

FdV " e come posso accorgermi che ci sei? Come potrò vederti?"

FC "piccolo folletto ... devi proprio vedermi per accorgerti di me? Mi deludi ... Perchè io ci sia dovrai sentirmi ... e non dire adesso sciocchezze, so a cosa già stai pensando, non dovrai sentirmi con le orecchie ma con il cuore.  Ogni mattina che il sole sorgerà per illuminare e scaldare il bosco potrai sentirmi, se lo vorrai. Ogni sera, quando in cielo brilleranno la luna e le stelle per non rendere troppo buia la notte, potrai sentirmi, se lo vorrai. Al canto di un uccellino, allo sbocciare di un fiore, all'abbraccio di un bambino, in una carezza potrai sentirmi, se lo vorrai, se lo vorrete."

La sua voce era calma, tranquillizzante ma il bosco ancora non produceva rumori se non quello di gocce che cadevano a terra, seppur non piovesse in quel giorno d'estate.

FC "però un favore te lo devo chiedere, piccolo folletto: nel giardino della mia casetta, qualche anno fa avevo messo una pianticella di splendide rose, o meglio, credo sia di rose perchè ancora non ha fatto fiori ma solo boccioli. Posso chiederti di andare tu, ogni tanto, ad innaffiarla affinchè le rose possano sbocciare? Ti dirò una cosa che ti sembrerà strana, io con quella pianticella ci parlavo e la accarezzavo fogliolina per fogliolina, non è che anche tu potresti farlo? non vorrei si sentisse sola ... Non capirebbe ..."

Provai a convincerla di rimanere con noi, promisi che avrei continuato ad aiutare la sua pianticella a fiorire, piansi .... ma, come mi aveva detto, certe scelte non ci competono.

Da quel giorno il bosco è cambiato, i rumori sono tornati, gli animali hanno ripreso a correre, il vento a soffiare, i bimbi ridono e scherzano ma qualcosa ci manca, mi manca.

La mattina mi alzo presto per veder sorgere il sole, la notte non vado a letto se non prima di avere contato le stelle e salutato la luna, ho imparato ad osservare gli sguardi dei bambini, ad accettare abbracci e carezze perchè in tutto questo la sento ... la vedo.

E poi c'è la pianticella, che ancora non ha compreso il motivo di questa strana "sostituzione", in fondo la capisco, anche con tutta la buona volontà che ci metto, il mio pollice non è certo verde come quello che aveva Lei.

Ma nonostante le mie scarse doti di giardiniere dai boccioli stanno fiorendo le prime roselline ed in ognuna di essa intravedo il sorriso che Lei aveva il giorno che ci salutò, unica nota dolce di quel giorno triste.

Si, avevi ragione, ci sei e noi tutti ti sentiamo ancora, a presto Fata Cristallo.







domenica 14 giugno 2015

230 - La Bambina

Nel nostro villaggio vive una bambina di nome ... Bambina (o almeno così noi amiamo chiamarla), è bella, dolce e molto intelligente ma è anche spesso molto triste perchè, pur essendo ancora piccola, la vita non le ha riservato solo belle cose, anzi ... e certe ferite sono ancora troppo profonde per essere accettate.

In verità lei è una fatina ma sssshhhh, non glielo dite perchè si arrabbia.

Non so se non lo ancora capito oppure se ne è cosciente ma preferisce far finta di non saperlo ... di certo quando gli viene detto si chiude come un riccio e mette su il muso.

Una volta, pensando di poterla aiutare, le dissi che lei era come una piccola farfalla convinta però di essere ancora un bruco ... non mi credette, ma da quel momento la "farfalla" diventò un simbolo, un talismano, un rifugio nel quale nascondersi nei momenti più tristi.

Da quel giorno ho capito che, se veramente volevo aiutarla, non dovevo convincere lei che era una farfalla, ma che dovevo accettare io che fosse ancora un bruco ed eventualmente aiutarla a diventare una farfalla.

C'ho provato, tanto, senza capire se riuscissi nell'intento, poi, l'altro giorno, mi ha regalato un libro dentro il quale ha evidenziato una frase: "Tu non sei venuta al mondo per scappare o per strisciare, ma per spiccare il volo".

Chissà forse ha capito ... forse vuol farmi capire di aver capito ... forse abbiamo fatto insieme il primo passo per prendere la rincorsa ed iniziare a volare.

Chissà, quel che sarà, Sarà!

lunedì 4 maggio 2015

229- La Voce degli Angeli





(http://inostricariangeli.blogspot.it/)



Chi sono gli Angeli?

Quante volte mi faccio questa domanda seduto su una foglia in balia del vento.

Sono coloro che riteniamo ci proteggano oppure quelli che dovremmo proteggere noi?

Mi sono spesso trovato al cospetto di un Angelo, beh, sinceramente all'inizio pensavo di essere io il suo "Angelo" per poi rendermi conto che invece era lui il mio … Ero lì, per fare forza a lui ed invece era lui a farla a me.

E se gli Angeli sono luce, posso dire di essere stato immerso nella luce.

Impariamo ad ascoltare la voce degli Angeli a comprendere i loro sguardi, apprezzare i loro gesti.

In un cassetto della scrivania nella mia cameretta ho ritrovato un foglio stropicciato con un brano che tempo fa avevo trascritto, mi piace, adesso come mi piacque allora.

Spero piaccia anche a voi.




Cara Mamma,

lo so che non è stato facile... ma ti voglio raccontare una cosa, che forse non sai.

Ogni anima, prima di incarnarsi, sa già quale percorso deve compiere, così anch'io sapevo che sarei nato per vivere un certo tipo di esperienza. Lo sapevi?

Ci sono anime più e meno evolute, ma adesso non pensare quello che viene più logico... non è proprio così. La scelta di nascere e vivere un'esistenza, diciamo "difficile", è una scelta dura e faticosa, ma anche una scelta d'amore che solo anime molto sensibili ed elevate possono permettersi di fare.

Non riesci a spiegartelo? Non è facile da capire, non tutto è semplice, ma credimi, non è la manifestazione fisica che conta... e tu sai che la mia è un'anima pura e bellissima: questo conta, questo lo hai capito subito dalla prima volta che mi hai preso tra le braccia... Del resto ognuno di noi si sceglie i genitori, ed io vi ho cercati e vi ho trovati, che bello!

Dovevo essere sicuro di essere accettato e amato completamente, dovevo trovare due persone così stupendamente... insomma voi due.

Spero ti faccia piacere sapere che stai svolgendo un compito superiore, che non è da tutti, che ti viene affidato dal cielo. Sai, alcune mamme, non tu lo so, vivono questa esperienza male, quasi come una punizione e non sanno che è un premio da un "essere" che ha tutta la capacità e l'amore per vivere un tipo di esperienza così delicata e a volte faticosa, ma che sa dare momenti così unici che non è possibile descrivere... però io e te li conosciamo, vero mamma? Non si possono spiegare con le parole, ma solo con le emozioni... e con le energie sottili che si scambiano.

Mamma, come vorrei che tu riuscissi a comunicarlo a tutte quelle persone che ignorano la danza delle nostre varie esistenze... ma per ora non importa, mi basta averlo comunicato a te, che in fondo lo sapevi già... ma volevo darti una conferma della tua intuizione. Noi tutti siamo esseri di luce, che ogni tanto scendono sulla terra ad imparare una "pagina" di lezione. Le nostre due luci sono così simili che si sono riconosciute, tu sei nata per aspettarmi ed io sono arrivato, tutto come era scritto: con una penna dall'inchiostro dorato.

Ti abbraccio, mamma, ti ringrazio e di essere come sei e di darmi tutto il tuo amore. Non preoccuparti mai, stai già facendo tutto, abbi solo fiducia quanta io ne ho in te e continuiamo la nostra danza, con la musica che gli Angeli hanno composto solo per noi.

Ti amo, mi ami... perché l'amore è la risposta ad ogni cosa.

il tuo bambino


(da "Fiori di Bach per bambini" di Barbara Mazzarella)