lunedì 17 febbraio 2014

214 - La "perdita"


"Ciao, perchè quel muso lungo?"

"Oggi è una brutta giornata, ho
perso una cosa a cui tenevo molto"

"Almeno sai dove l'hai persa ?"

"Certo che lo so ..."

"Ed allora dov'è il problema? Ti aiuto a cercarla,
quattro occhi sono meglio di due "

"Ti ringrazio, sei sempre così  
gentile ma stavolta non puoi 
veramente essermi di aiuto"

"E' sufficente cercare, per ritrovare.
Quanto mai sarà piccolo quello che hai perso"

"Era una cosa grande, non piccola.
Ho perso un'amicizia, una grande amicizia"

"Beh ... se è così ... hai ragone tu.
Non posso veramente aiutarti, ma non perchè sia
difficle ritrovarla, semplicemente perchè non si
può perdere un qualcosa che non si è mai posseduto

      



martedì 4 febbraio 2014

213 - l'indovinello



La passeggiata nel bosco era ormai giunta al termine, eravamo partiti la mattina presto quando il sole aveva appena cominciato a fare capolino dalle vicine colline, avevamo camminato senza una meta e senza un preciso scopo.

Osservando la natura ci divertivamo a fare un gioco, uno di noi indicava qualcosa e diceva ad alta voce una parola che, a suo parere, la rappresentava, gli altri dovevano indovinare cosa legava l’oggetto alla parola, il primo che lo faceva esattamente aveva vinto.

Birichino indicò una farfalla e grido “pensiero!”

Furono in due a rispondere quasi all’unisono “leggerezza: sia la farfalla che pensieri volano leggeri”. In effetti era abbastanza facile.

Anche Ciuffo volle provare “cambiamento” indicando un piccolo serpentello sulla riva del fiume.

Troppo semplice, furono in diversi a dire che il serpente cambia pelle ad ogni stagione … occorreva qualcosa di più impegnativo.

Felicità” disse Biondina indicando un fiore. Provammo in molti a trovare un nesso logico, ma nessuno si avvicinava a ciò che lei intendeva fino a che Ruzzola non indovinò “la felicità è come un fiori da cogliere ogni giorno”. Ci fu un lungo applauso.

Continuammo così per molto tempo fino a che sentimmo dietro di noi Ghiro, che fino ad allora era sempre stato in silenzio, gridare “pazienza”, appoggiandosi ad un grosso albero.

Furono molti i tentativi ma questa volta non riuscivamo a trovare cosa legasse la pazienza all’albero.

Ghiro, con sua immensa soddisfazione, aveva aspettato fino ad adesso per svelare il suo indovinello, eravamo rimasti in silenzio per diversi minuti, guardandolo ed aspettando che ci spiegasse, ormai stavamo per salutarci …

La pazienza è come un albero: le radici sono molto amare, ma i frutti sono sempre dolcissimi