lunedì 31 maggio 2010

123-Quando? Come?

Quando si ha una meta da raggiungere, ci chiediamo spesso se sia meglio arrivare prima possibile, oppure se andare più lontano possibile.
Ci siamo confrontati su questo: alcuni erano convinti di una cosa, altri, invece, dell'altra.
In breve si vennero a formare due gruppi den definiti il partito "Prima" e quello del "Lontano".
Ascoltandoli sembravano avere tutti ragione, fino a che uno di noi ha chiesto la parola ed ha detto:
"credo non sia importante stabilire se sia meglio prima o lontano, io penso che entrambe le cose siano valide, occorre invece capire come lo si voglia fare affinchè ci si riesca"
cadde il silenzio, nessuno aveva capito, in effetti il nostro amico per dire le cose parte sempre da lontano ...
"se voglio arrivare primo, corro da solo! Se voglio andare lontano cammino insieme ad altri compagni"
Ci siamo messi a ridere, era tardi ed ognuno è tornato verso casa sua.
Ah, domani andiamo a fare una passeggiata fino in vetta alla montagna: abbiamo deciso di partire tutti insieme.

domenica 30 maggio 2010

122-Primavera


Riporto, semplicemente, quello che ho letto in vecchio libro, ricordo che in quelk momento pensai "anche nelle città abitano i folletti!".

"La primavera è tornata, il sole ha abbracciato la terra.

Presto vedremo i figli del loro amore.

Ogni seme, ogni animale si è svegliato.

Anche noi siamo stati generati da questa grande forza.

Per questo crediamo che anche gli altri uomini e i nostri fratelli animali abbiano il nostro stesso diritto a vivere su questa terra".

(Toro Seduto)

sabato 29 maggio 2010

121-La ferita

Non molto alto, robusto, non lo avevo mai visto nel villaggio, era seduto tra le radici di una grande albero.
Si stava massaggiando un braccio, che presentava un grosso livido ed una profonda ferita da quale usciva un pò di sangue.
"Che ti è successo"
"Niente, non ti preoccupare, solo un graffietto. Correvo senza fare attenzione a dove mettevo i piedi, e sono inciampato su queste radici affioranti. D'ora in poi me ne ricorderò!"
Mi offrii di andare a prendere un pò di acqua per lavare la ferita ed una benda per coprirla.
"Grazie, ma porta solo l'acqua, nessuna benda, voglio lasciare la ferita aperta, anche se uscirà del sangue, entrerà un pò di saggezza".

venerdì 28 maggio 2010

120-Lucciole

Non vedo l'ora che torni l'estate, non perchè ami particolarmente il caldo, per me ogni stagione va bene, l'importante è che si alternino, altrimenti mi annoio!
Il fatto è che in estate, anche se solo per poco più di un mese, il bosco si gode la presenza delle lucciole, ed io con lui.
Ogni volta è lo stesso "rituale": notti intere passate nel prato a rincorrere le amiche luminose.
Una antica leggenda dice che le lucciole sono folletti trasformati, non so se mai diventerò anche io una lucciola, la cosa non mi dispiacerebbe.
Da me si fanno avvicinare, sono bellissime. Una volta una di loro mi ha detto che la sua luce era generata dall'amore: fino a che ci sarà qualcuno che ama, loro potranno illuminare le notti estive.
Il giorno che l'odio prevarrà sull'amore, le lucciole si spengeranno, per sempre.
Io non potrei fare a meno della loro luce, che va e che viene, come quella di un piccolo faro, ed allora mi sforzo di amare tutto ciò che incontro.
Spero tanto che qualcuno mi aiuti ad amare il mondo, non vorrei piombare nel buio.

giovedì 27 maggio 2010

119-La sequoia


Proprio al centro del nostro villaggio svetta una secolare sequoia, è grandissima, i suoi rami sono rifugio per uccellini e scoiattoli, le suo foglie fanno ombra nelle giornate più calde, ma riparano anche dalla pioggia durante i temporali.
Il suo tronco è talmente grande che per abbracciarlo completamente dobbiamo essere almeno in dodici!
Sulla corteccia sono incise molti frasi e disegni, tutti noi del villaggio, abbiamo lasciato un piccolo "segno", ma qullo più bello in assoluto è una frase, che ricordo di aver sempre visto, credo sia lì da tantissimi anni.
"Per quanto sia grande questa sequoia, il suo genitore è stato un piccolo seme"

mercoledì 26 maggio 2010

118-La giusta via

Il piccolo folletto correva impaziente tra gli alberi della foresta, dietro, distanziato, un folletto più anziano, lunga barba e pancia prominente, passo molto più lento.
"Forza, veloce, corri ...nonno... dobbiamo arrivare al lago"
"Non avere fretta, ho detto che ti ci porto, al lago" "Ma sei terribilmente lento"
Il giovane non faceva altro che lamentarsi della lentezza dell'altro.
"Sono vecchio, io, non avere fretta, abbiamo tutto il giorno per pescare" "Uffa, me lo avevi promesso, dai aumenta un pò quel passo"
L'anziano folletto cominciava a scocciarsi ed allora ebbe un'idea "facciamo così, tu tieni la tua canna, io tengo la mia, tu corri al lago e inizi a pescare, io, con calma, ti raggiungo"
"Va bene, nonno, ma io non so dove è questo lgo" disse preoccupato il piccolo. "Non ti puoi perdere, la strada è dritta...."
Non aveva nemmeno fatto in tempo a finire di dare le indicazioni che già il giovanetto era sparito tra le frasche.
Soddisfatto della pace ritrovata, il vecchio si avviò fischiettando al lago e vi arrivò in pochi minuti.
Il nipote non si vedeva, ma non si preoccupò, montò la sua canna e cominciò a pescare.
Dopo alcuni minuti, trafilato, sudato e ansimante, arriva il giovane folletto
"Nonno! Ma come hai fatto? Ho corso velocissimo, anche se mi sono perso un paio di volte, non puoi essere arrivato prima di me! Conoscevi una scorciatoia e non me l'hai detto! Nonno?"
IL vecchio scoppio in una sonora e contagiosa risata
"Voi giovani avete forza e camminate molto più velocemente degli anziani .... ma siamo noi vecchiarelli a conoscere la strada!"

martedì 25 maggio 2010

117-Angeli

Il vento soffiava più forte del solito ed ho fatto fatica a mantenere l'equilibrio sulla foglia sulla quale mi stavo facendo trasportare. Sta di fatto che mi sono ritrovato in un bosco lontano dal mio anche se, a prima vista, sembrava molto simile.
Alberi, animali, piante e fiori, tutto proprio come da me, ed anche un carinissimo villaggio nel quale mi sono curiosamente addentrato.
Erano tutti molto sorridenti e gentili, anche con me, pur non conoscendomi.
Da più di uno sono stato invitato a prendere un tisana rinfrescante, moltio si sono soffermati con me a parlare a ridere e scherzare.
Era un bel villaggio, molto ordinato, decisamente in "sintonia", splendida la gente che lo abitava.
Si era fatto tardi, mi sono quindi incamminato sulla via del ritorno, appena uscito dl paese mi sono voltato, come a voler rivolgere un ultimo saluto a tutti coloro che mi avevano fatto compagnia.
E' stato in quel momento che ho visto, appeso ad un albero, un cartello di "benventuo".
Un pezzo di corteccia, liso, con una scritta incisa, un pò sbiadita dal tempo.
"Non è necessario varcare la porta del Paradiso per incontrare gli angeli"

lunedì 24 maggio 2010

116-Attimi



In primavera sono tante le farfalle che svolazzono tra i fiori, alcune bianche, altre coloratissime, ma tutte dai movimenti estremamente delicati.
A me piace tantissimo soffermarmi a parlare con loro, sono sempre così allegre, eppure, la loro vita è brevissima.
Ne sono consapevoli.
Ho chiesto ad una di loro cosa si provasse nel sapere di avere così poco tempo a disposizione.
"Noi farfalle non contiamo gli anni, noi assaporiamo gli attimi. Ecco perchè anche il breve tempo che abbiamo ci basta".

domenica 23 maggio 2010

115-Il dito




Quando giochiamo tra ragazzi a volte ci scappa di combinare qualche guaio.
Anche stamani ne abbiamo combinata una delle nostre, giocando a palla ci siamo lasciati prendere dall'entusiamo, un tiro un pò più forte e .... proprio in testa al più anziano dei saggi del villaggio.
Ci è mancato veramente poco che perdesse l'equilibrio e cadesse a terra.
Per fortuna aveva il suo bastone con il quale si è aiutato per rimanere in piedi.
Ripresosi dallo spavento iniziale, si è voltato verso di noi e, con aria severa, a chiesto chi fosse stato l'autore di quello "splendido" tiro.
Nessuno aveva il coraggio di dire niente, anche perchè quel colpo era derivato da una furiosa mischia e chi fosse stato l'ultimo a colpire la palla non lo sapevamo nemmeno noi.
"Se non mi dite chi è stato ne parlerò ai vostri genitori e sarete tutti messi in punizione"
In quel momento, stupidamente e vigliaccamente, quasi tutti abbiamo alzato un braccio e, con un dito indicato uno dei nostri compagni, nessuno, però lo stesso.
Il Vecchio saggio non è riuscito a trattenere una risata.
"Non vi siete resi conto che quando puntate il dito per accusare un compagno, ci sono tre dita che indicano voi?"
E se ne è andato, ridendo.

sabato 22 maggio 2010

114-Lucido e Brillante

Nel villaggio ci sono due fratelli che tutti ritengono essere molto intelligenti e saggi, i loro nomi sono Lucido e Brillante.
La loro compagnia è sempre interessante e piacevole, sono spigliati, simpatici, mai troppo invadenti, sanno dare buoni consigli, sanno ascoltare e, come dicevo, sono molto intelligenti.
Lucido infatti ama dire di credere sempre e solo alla metà di quello che gli altri dicono.
Ma io preferisco Brillante, perchè lui sa a quale metà credere.

venerdì 21 maggio 2010

113-Occhi nella Luna

Mano nella mano, sguardi persi nel vuoto, voci suadenti, il capo di lei appoggiato, delicatamente, sulla spalla di lui.
Erano li, seduti sul prato, un ragazzo ed una ragazza.
Rivedo in loro le stesse emozioni che, tempo fa, mi colpirono su uno scoglio in riva al mare.
Anche quella notte le uniche luci erano quella intermittente di un faro, li vicino, e quella della luna, piena, che si rifletteva sull'acqua del mare.
Notte, luna piena, gli unici rumori quelli del bosco che si stà addormentando.
Guardavano la luna, come non l'avessero mai vista, ammutoliti dalla sua luce.
Poche parole, tanti sguardi, e carezze.
Quella luna sembrava averli ipnotizzati.
Si, è come tutte le altre volte che qualche coppietta si ferma su questo prato nelle notti di primavera.
Tutti rapiti da questa luna.
Innamorati.
Solo loro sono capaci di guardare la luna con quegli occhi, convinti si essere gli unici a vederla.

giovedì 20 maggio 2010

112-Panico

É successo anche a me, qualche tempo fa, di perdermi nel bosco.
Ci sono nato, lo conosco in tutti i suoi angoli.
Ogni pianta, ogni pietra, solo i fiori ed i funghi vanno e vengono dove più piace a loro.
Avevo quindi sempre pensato che per me sarebbe stato impossibile smarrire il sentiero che lo attraversava.
Ed invece quel giorno, complice forse la totale assenza della luce del sole, ebbi la brutta sensazione di sentirmi perso.
I miei piedi stavo percorrendo il sentiero, come sempre, ed essendocene solo uno che atravversava il nostro bosco, avrei dovuto sentirmi tranquillo.
Ed invece ero tutto, tranne che tranquillo. Il mio cuore sembrava essere impazzito, il numero dei battiti era pari alle goccie di sudore che mi scendevano impietose dalla fronte.
Panico. Totale, assoluto.
La strada era sicuramente quella giusta, eppure mi sentivo perso, quello che mi si parava davanti era un articolato labirinto nel quale ero entrato, chissa' come, ma del quale non riuscivo a trovare la porta.
Poi una voce, non rammento nemmeno cosa mi suggerì, sicuramente non mi guidò verso l'uscita, si limitò a parlarmi.
Ricordo solo che la percepii come qualcosa di amichevole;socchiusi gli occhi, li riaprii, il sole splendeva in cielo, il mio cammino non era piu' sbarrato, del labirinto nessuna traccia.
Fu una brutta esperienza, o forse fu solo un sogno, non sò.
Comunque quella voce amichevole ancora la sento dentro di me.

mercoledì 19 maggio 2010

111-La Lumachina


Avete presente una lumachina che cerca di attraversare un sentiero?
Io ne ho incontrata una l'altro giorno, ero di corsa, dovevo assolutamente raggiungere alcuni miei amici ed ero in ritardo.
Correvo, veloce nel bosco, e quando me la sono trovata di fronte quasi la schiacciavo con un piede. Nel tentare di evitarla, ho perso l'equilibrio e sono caduto, niente di male, tranne una bella sbucciatura in un ginocchio.
CHiesi scusa dello spavento procurato e ripresi la mia corsa.
Nel pomeriggio, tornando a casa e ripercorrendo lo stesso sentiero, l'ho incontrata nuovamente, si era mossa di pochi metri ...
"Vuoi che ti accompagni? Posso prenderti io e portarti dove vuoi, faresti prima".
"No grazie, non ho una meta precisa, vado .... per me l'importante non è dove andare o se ci vado piano, quello che mi interessa è muovermi e non fermarmi, mai!"

martedì 18 maggio 2010

110-Giorni ...

Nella vita ci sono giorni pieni di rabbia.
Ci sono giorni pieni di dolore
Ci sono giorni pieni di lacrime.
Ma poi ci sono giorni pieni d'amore che ci danno il coraggio di andare avanti per tutti gli altri giorni.

lunedì 17 maggio 2010

109-L'aquila



Questa mattina, all'alba, ho conosciuto un'aquila.
Stavo passeggiando nel vasto prato appena fuori dal bosco dove abito, e l'ho vista, che stava saltellando, anche abbastanza goffamente, verso le roccie.
Nonostante l'iniziale timore, mi sono avvicinato a lei, l'ho salutata e lei, simpaticamente, ha risposto al mio saluto invitandomi altresì ad accompagnarla verso la cima della montagna.
"Ciao, veramente vuoi che ti acocmpagni fino a lassù?" domandai
"Certo, non ti farò del male, mi sono lanciata da quello spuntone là in alto, e dopo lunghissimi minuti in planata, sono atterrrata su questo prato, adesso torno in vetta e mi lancio di nuovo"
Bello, pensai, ma qualcosa non mi tornava.
"scusami, Aquila, ma tu sei dotata di ali molto più grandi e forti delle mie, perchè non te ne voli direttamente sulla cima della montagna? Eviteresti di arrampicarti su queste roccie con così tanta fatica"
"Caro folletto, le mie ali sono veramente grandi e forti, ma per quanto questo possa sembrarti strano, loro sono troppo grandi e troppo forti per potermi librare in volo da terra. Devo potermi lanciare dall'alto, prendere velocità in caduta libera, poi finalmente sterdere le ali. Solo a quel punto potrò prendere una corrente favorevole e farmi piacevolmente cullare dal vento, e tu puoi capirmi quando lo dico, fino a polanare nuovamente su questo prato"
Ero stupito di quello che mi aveva detto, così tanta fatica, dopo ogni volo, per poter tornare, sempre, al punto di partenza.
"Ho capito dalla tua espressione cosa stai pensando" si era soffermata un attimo " è verò, tanta fatica, ma quando io volo vado su, in alto, fino quasi a raggiungere le stelle, e tutti i miei sforzi vengono così ripagati".

domenica 16 maggio 2010

108-Perfezione

Mani in tasca, fischettando una musichetta che da giorni mi risuonava nella testa, stavo attraversando il bosco quando, improvvisamente come un raggio di sole che era riuscito a farsi varco tra le nubi, una bellissima fatina mi è apparsa davanti.
Non potevo che rimanere colpito da quella visione, era alta, con capelli lunghissimi e splendenti.
I suoi movimenti erano aggraziati, il passo leggero.
Un gentile sorriso rendeva ancor più bella la bocca che, già di per se, sembrava disegnata.
Mi salutò, ed anche la sua voce era così soave che sembrava provenire direttamente dal paradiso.
Me ne rimani li, a bocca aperta ammirando tanto splendore, non riuscii quasi nemmeno a rispondere al suo saluto.
Mi passo accanto, sorridente, e potei osservarla attentamente ... era perfetta, in tutto.
Anzi, no, ad essere sincero, per essere veramente perfetta, gli mancava qualche piccolo difetto.

sabato 15 maggio 2010

107-Vita

Sapevate che, a parte l'uomo, tutti gli altri esseri viventi sanno che il principale scopo della vita è godersela?
Quando impareremo sarà troppo tardi !

venerdì 14 maggio 2010

106-Un sogno ... istruttivo


Dormivo, profondamente, era tanto che non riuscivo ad abbandonarmi così tra le braccia di Morfeo, e, nel sonno, sognavo.
Mi sono visto che ero piccolo (non pensiate che sia poi così "grande" adesso ...) e che, come mio solito mi perdevo nel bosco correndo dietro alle farfalle che volavano di fiore in fiore.
Ero talmente attratto da quelle creature leggere e delicate che ad un certo punto gridai "farfalline, io vi amo!"
Quella parola "amo" l'avevo sentita dire ai più grandi quando, all'imbrunire si nascondevano dietro gli alberi, ed io restavo nascosto a spiarli, però non sapevo bene cosa significasse.
Loro lo dicevano e sembrava una bella cosa, ed inoltre sembravano così felici di farlo, così decisi che anche io dovevo dirlo a qualcuno.
Chi meglio delle farfalline.
Come se avesse letto nel mio pensiero, da dietro una grande pianta spunta un vecchio.
"Sei tu che hai detto di amare le farfalle"
"si" risposi "ma ... non so bene cosa voglia dire,. comunque, come succede ai grandi, dopo averlo detto mi sono sentito felice"
"Ahah" rise "non sai cosa vuol dire, però sei felice"
"Certo, ma quando sarò grande lo capirò meglio" di questo ne ero convinto.
"Bimbo vuoi sapere cosè l'amore? Cresci e lo scoprirai. Vuoi sapere cos'é la felicità? Rimani bimbo e lo saprai"
... poi mi sono svegliato!

giovedì 13 maggio 2010

105-Catturato!

Mi stavo facendo cullare dal vento, La meta? Solo lui la conosceva, al momento non mi preoccupavo di dove, mi era sufficiente andare.
Una stella, bellissima, brillava in cielo.
"Fermo, fermo, ti prego, voglio guardarla meglio"
Niente, come non detto, un colpo di vento più forte e già ero lontano da lei.
All'orizzonte, una scogliera su un mare calmissimo, nell'estrema punta un faro, imponente e luminoso tracciava la giusta via a chi si era smarrito al largo.
"Vorrei avvicinarmi a quella luce"
Nemmeno questa volta fui ascoltato, il vento continuava per la sua strada.
Ho visto farfalle dai mille colori, fiori dagli odori penetranti, scorci di natura incantevoli, ma tutte le volte che ho chiesto di fermarmi il vento aumentava d'intensità.
Un pò scocciato di questo, mi sono deciso a chiedere lumi al vento.
"Esistono molte cose nella vita che catturano lo sguardo" mi fa "ma solo poche catturano il cuore. Io ho imparato a seguire quelle".

mercoledì 12 maggio 2010

104-L'ospedale


Anche nel nostro villaggio abbiamo un piccolo ospedale, anche se, per la verità non è molto frequentato.
Ci sono, comunque, tre dottori sempre presenti, a qualunque ora del giorno li trovi lì, con il loro camice bianco, i loro occhiali con le lenti spesse.
Sembra che, seguendo i loro consigli, sia letteralmente impossibile non vivere bene.
Forse è per questo che sono chiamati i dottori della vita .... i loro nomi sono: Dottor Mangiabene, Dottor Riposo e Dottor Ottimismo.
Fanno miracoli!

martedì 11 maggio 2010

103-Il canto degli uccelli


Piove e nel bosco, quando piove, tutto si ferma, anche gli animali si rintanano in attesa che il brutto tempo passi.
Nonostante questo, non è poi così male starsene alla finestra a vedere l'acqua che scivola sulle foglie, sui fili d'erba, sui fiori, come a voler lavare tutto con la sua purezza.
E' per me piacevole anche il rumore ritmico e costante che le gocce fanno quando cadono a terra.
Poi le nuvole si diradano, qualche timido raggio di sole filtra tra le piante e la luce si riapprorpia dell'ombra che si era creata.
Ed allora, nel bosco, diventa una festa, tutti escono all'aperto, gli animali tornano a correre nell'erba ancora bagnata incuranti delle pozze a terra e gli uccellini, tutti, cominciano a cantare felici come a voler annunciare l'imminente arrivo di un arcobaleno.
Chissà per quale motivo, nella vicina città, quando smette di piovere, nessuno canta, possibile che non venga apprezzato il ritorno del sole?

lunedì 10 maggio 2010

102-Il Folletto Cerotto

Nel nostro villaggio c'è un simpaticissimo folletto che noi abbiamo soprannominato "cerotto".
Facile immaginare il perchè, è sempre incerottato, fasciato a volte anche ingessato. Non si contano i lividi e le ferite sul suo corpo.
E tutto questo perchè il suo passatempo preferito è quello di salire sugli alberi.
Ogni giorno ne sceglie uno, che sia grande robusto e, principalmente, alto.
Un piccolo salto e ...hoplà comincia ad arrampicarsi prima sul tronco e poi, via via, salterellando da ramo a ramo.
Ma, come quasi sempre succede, quando arriva in cima all'albero, sarà per la stanchezza, per l'altezza, o per qualche altro motivo che mi sfugge, perde l'equilibro e rovina al suolo non dopo aver sbattuto su tutti irami che incontra.
A tal punto penseresti di vederlo dolorante mentre si lamenta delle nuove ferite ... ed invece no, si arialza, sorridente, e dice "Cadendo non si perde la gloria di essere saliti".
Tutti i giorni .... che pazzerello!

domenica 9 maggio 2010

101-Popoli








Oggi ho conosciuto un abitante della città che mi ha veramente colpito.
Magro, al limite dell'immaginabile, ma, nonostante questo, molto forte e deciso nei movimenti.
Teneva un lungo bastone in mano, ma non sembrava usarlo come appoggio, forse per avere un maggior contatto con la terra.
Scuro di pelle, barba poco curata, non aveva capelli, ma se li avesse avuti sarebbero stati bianchissimi, come bianca la strana veste che indossava.
Occhiali, piccoli e tondi, che non celavano la profondità dello sguardo.
Camminava, solo, e ad ogni passo si soffermava ad ammirare gli animali che vivono nel bosco.
Sembrava capire il loro linguaggio, sorrideva ad ogni lorto movimento, e gli animali, anche i più piccoli, sembravano non aver nessuna paura di lui.
Non avevo mai visto un abitante della città sentirsi parte del bosco come questo sconosciuto, quindi mi avvicinai a lui per chiedergli da dove arrivasse.
"Dal mondo" mi rispose.
Era strano, veramente.
"Hai girato molto" chiesi timidamente.
"Si, ho viaggiato molto" rispose.
"Anche io viaggio, ma non mi allontano mai dal mio villaggio. Mi piacerebbe sapere come sono gli altri posti, quante grandi città esistono e come vivono i loro abitanti. Vorrei sapere se il mondo che tu hai visto è tutto uguale oppure se ci sono diversità nelle varie culture, negli usi..."
"Quante cose vuoi sapere, giovane folletto" mi blocco prima che partissi con uno dei miei soliti logorroici discorsi "I popoli sono tanti e tutti diversi".
"Saresti in grado di giudicare un popolo, visitandolo, oppure dovresti viverci un pò per poterlo fare?" ero proprio curioso e quello che avevo davanti era un uomo che avrebbe potuto insegnarmi tantissimo.
"Per capire un popolo, è sufficiente osservare" disse sorridendo " grandezza e progresso morale di una nazione si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali".

sabato 8 maggio 2010

100-Giornata "no"


Ci sono giornate "si" ed altre "no", su questo siamo proprio tutti uguali.
Oggi è una di quelle giornate dove tutto sembra prendere una direzione sbagliata.
Ed allora mi sono incamminato verso un posto "segreto", dove vado quando mi sento un pò inutile.
E' un posto che frequento solo io, seppur non molto lontano dal villaggio, dove non va quasi mai nessuno perchè non c'è niente, se non una pianta, una sola, che è cresciuta tra le nude roccie.
E' anche un luogo dove, forse per le particolari correnti atmosferiche, tira sempre molto vento.
Eccomi, sono quasi arrivato, ancora pochi passi e ci sarò.
Come immaginavo la pianta è lì, tra le pietre, piegata dal vento; voglio essere come lei, nonostante sia cresciuta sulla roccia, più viene sferzata dal vento e più affonda le sue radici per resistergli.

venerdì 7 maggio 2010

99-Ignorante !

Stavo passeggiando per il bosco, immerso nei miei pensieri, fantasticavo come al solito e ripensavo alle mie ultime avventure.
Quante belle cose stò incontrando da quando ho deciso di dedicare il mio tempo ai viaggi.
Non avrei mai potuto immaginare che il confronto con gli altri mi avrebbe arricchito così tanto.
Completamente assorto, stavo giocando con una farfallina bianca che mi svolazzava sulla testa, timida e leggera, sembrava non temere la mia presenza, forse anche lei aveva voglia di giocare.
Il temporaneo diversivo, non mi aveva permesso di accorgermi di un folletto, più anziano di me, che si era fermato a guardarmi. Sorrideva.
"Hei ragazzo, lo sai con chi stai giocando?"
"Certo, con una farfalla" risposi
"Quello lo avevo visto, ma sai che tipo farfalla è ?"
"Bianca ..." non sapevo cosa altro aggiungere.
"Va bene, non insisto. Stai attento, comunque è una creatura molto delicata, potresti farle del male"
Che figura che avevo fatto ... una farfalla bianca ! Più di questo non avevo saputo dire, chissà cosa pensava di me quel folletto.
"Scusami, amico" gli gridai mentre si allontanava "sono proprio uno stupido"
Lo ricordo come se fosse adesso, si gira verso di me e mi fa: "che centra essere stupido, caso mai ignorante ...".
Ed io" credo che sia la stessa cosa ...."
"Assolutamente no" scuotendo la testa "l'ignoranza è temporanea, la stupidità è per sempre"

giovedì 6 maggio 2010

98-Da grande

Me ne stavo tranquillo nei pressi della scuola del villaggio, non avevo voglia di mettermi in viaggio, così mi sono messo ad ascoltare quello che i più piccoli stavano dicendo durante la loro lezione.
Il maestro chiedeva loro cosa avessero voluto fare da grandi, ed ognuno fantasticava sul proprio imminente futuro.
Anche a me, quando avevo la loro età, mi fu rivolta quella domanda, non ricordo cosa risposi ... ho sempre avuto molta fantasia, quindi immagino che avrò "sparato" qualcosa di immensamente impossibile.
Mi rifacessero adesso la domanda saprei cosa rispondere ... quando sarò grande voglio essere un bambino.

mercoledì 5 maggio 2010

97-Abitudine

Osservando le persone della città (cosa che mi diverte molto) ho notato che, a seconda del momento della giornata, tutti, o comunque molti, si muovono nella stessa direzione.
Al mattino tutti vanno verso un indefinito punto, alla sera tutti ritornano da dove erano partiti.
Anche stamani era così, ed anche questa volta, in mezzo a tutte quelle persone in movimento, ho intravisto un ragazzo completamente "diverso" da tutti gli altri.
Vestiti colorati, capelli lunghi e scompigliati, movimenti più armoniosi, occhi al cielo, ma, principalmente, andava in direzione diversa da tutti gli altri.
A guardarlo bene era anche l'unico che stava sorridendo ...
Curioso come al solito, mi sono avvicinato a lui per chiedere dove andasse.
"Non saprei" è stata la risposta "prendo comunque la direzione opposta all'abitudine ... e quasi sempre faccio bene".

martedì 4 maggio 2010

96-La scritta sul muro


Non amo la città, è risaputo, però mi ci reco molto spesso perchè è ricchissima di spunti.
Ieri, mi sono soffermato a leggere alcune scritte sui muri lasciate da mani più dispettose delle mie ...
Tra le tante una frase mi ha colpito ... forse non tutti gli abitanti di questa assurda città sono uguali ...
"Senza di te il sole tramonta lo stesso; senza di te l'acqua del fiume scorre ugualmente; senza di te piove come sempre Ma con te era tutto più bello".

lunedì 3 maggio 2010

95-Ricordi

Nonostante nella mia natura ci sia l'esigenza di viaggiare continuamente, talvolta mi fermo a pensare a quello che ho fatto, a quanto mi è successo.
Ricordo alcuni avvenimenti con molta gioia, altri, invece, decisamente no.
Tutti, belli e brutti che siano, si riferiscono comunque a cose che hanno segnato il mio cammino ed hanno lasciato in me esperienze nuove.
E' strano, ma molti dei momenti belli, non li avevo così sentiti mentre li vivevo; adesso, che li ricordo, mi trovo qui a rimpiangerli.

domenica 2 maggio 2010

94-Nuvole


Stanotte non riuscivo a prendere sonno (ultimamente mi capito spesso) forse il troppo caldo, non saprei.
Mi sono quindi incamminato per il bosco alla ricerca di un pò di frescura.
Nel silenzio della notte ho percepito una strana risatina.
Mi sono voltato, ma alle mie spalle non vedevo nessuno. Eppure quella risatina continuava.
Ovunque cercassi, non trovavo niente che potesse aiutarmi a capire da dove venisse.
Poi ho avuto la sensazione venisse dall'alto, ho alzato gli occhi al cielo ed ho notato che era tutto buio perchè le nuvole stavano oscurando le stelle.
Erano proprio loro a ridere, sapevano che stavano privando i nostri occhi di uno dei più bei panorami notturni che la natura potesse donarci: la volta celeste.
E' stato allora che mi sono messo a ridere io e, rivolgendomi alle nuvole, ho gridato: "inutile cantiate vittoria, siete destinate a svanire entro poche ore. Le stelle, invece, dureranno per tutta l'eternità".

sabato 1 maggio 2010

93-Il pittore


Nei pressi del nostro bosco, ieri ho trovato un uomo che, armato di cavalletto, colori e pennelli, stava dipingento un bellissimo panorama.
Si era seduto su un piccolo promontorio che dominava la sottostante vallata.
Ho chiesto il permesso di stare li a guardare quello che stava facendo, e, gentilmente me lo ha dato.
Osservavo con molta attenzione quella mano che, leggera sulla tela dava corpo ad immagini, a colori, e, seppur strano da pensare, anche a fresche fragranze.
A poco a poco, i tratteggi disordinati prendevano forme precise, i colori completavano il tutto rallegrando l'immagine.
Distinguevo cime di montagne a picco su un grande lago e, sull'oposta riva un paesello di case bianche e tetti rossi.
Di contorno fiori, rossi e bianchi.
Il pittore scrutava il suo lavoro, che a me sembrava già bellissimo, guradava la vallata, sospirava e e continuava a dare piccoli colpi di colore, come a voler raggiungere una perfezione visibile solo a lui.
"Ok" disse," adesso può andare"
Certo che poteva andare, il risultato era veramente delizioso.
Mi ero talmente fatto prendere da quello che stava disegnando il pittore che non mi ero reso conto che il panorama davanti ai nostri occhi non era nemmeno lontanamente assomigliante al disegno.
Sotto di noi una bella vallata, ma niente alte montagne, nessun lago, a meno di non volerne immaginare uno in una piccola zona paludosa abitata solo da rane e anatre.
Anche il paese raffigurato dal pittore, nella realtà era la grande città le cui costruzioni erano palazzoni tutti uguali molto meno allegri di quelli disegnati.
"scusa" trovai il coraggio di obbiettare "quello che hai fatto è molto bello, ma non raffigura quello che stavi prendendo a modello!"
"Hai perfettamente ragione "mentre rimetteva nella sua valigetta i pennelli ed i colori "ma ciò che voglio mostrare attraverso la mia pittura è ciò che io vedo con i miei occhi ma anche con il mio cuore".