domenica 7 marzo 2010

38-Silenzio !

Mi sono ritrovato in un bosco, non il "mio", ma in uno molto simile, anche questo popolato da fate, folletti e gnomi.
Nel centro del villaggio vi era un albero più grande di tutti, ed al suo interno, abitava un vecchio folletto, completamente calvo e con in mano un lungo e robusto bastone al quale si aggrappava ad ogni passo che muoveva.
Seduti sulle grandi radici molti altri folletti, più giovani, stavano aspettando che il vecchio dicesse loro qualcosa.
"E' il saggio del paese" uno di loro mi disse vedendomi interessato "ed oggi ci ha chiamati tutti qui a raccolta per una lezione".
Pensai di aver avuto molta fortuna trovandomi li nel momento esatto in cui ci sarebbe stato qualcosa di nuovo da imparare, mi sedetti, ed attesi insieme agli altri.
Il vecchio continuava a camminare facendosi aiutare dal bastone, ogni tanto si fermava, fissava qualcuno negli occhi, si toccava la testa per asciugarsi dal sudore, faceva una leggera smorfia con la bocca e poi ricominciava nella sua passeggiata.

E' passato diverso tempo da quando mi sono seduto, ed ancora il saggio non ha detto niente, eppure tutti restano li, in silenzio ad ascoltare ... il silenzio.
Ecco, il vecchio si volta verso di noi, abbozza un sorriso, si volta nuovamente e ... se ne va!
I miei improvvisati compagni si alzano uno ad uno ed anche loro si allontanano, chi sorride, chi assorto nei suoi pensieri, chi con aria decisamente sollevata.
Il mio vicino mi guarda e, nel salutarmi mi dice"certo che da un grande saggio c'è sempre da imparare, anche se non dice niente!".
E' proprio vero, ho avuto accanto persone con le quali non ho mai avuto bisogno di parlare per farmi capire, e mi sono convinto che chi non riesce a comprendere il silenzio, non capirebbe nemmeno le parole dette.

5 commenti:

  1. Il silenzio... è d'oro!
    Molto vera e molto bella la conclusione di questo tuo post!

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  2. bel post. veramente..
    ogni tanto mi sembra sì di essere arrivata alla fine della scala.. mi sembra impossibile che ci sia altro giù.. allora inizio a risalire.. ma qualche volta metto male un piede, o qualcosa mi fa inciampare.. io perdo la presa e scivolo giù..
    e ogni volta che succede mi sembra di essere andata ancora più in basso di prima. non so come faccio a capirlo, dopotutto l'assenza di luce è uguale dappertutto.. ma lo sento dall'umidità, dal cerchiolino di luce, là in alto, che si restringe sempre di più..
    il problema è che ho paura di mettere giù il piede per provare a vedere se il terreno è arrivto.. non mi piace sentire il vuoto sotto i piedi.. ho paura di scoprire che è possibile scendere ancora di molto.. ho paura di scoprire che la prossima volta sarò ancora più lontana dall'uscita..

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  3. Anche a me faceva paura sentire il vuoto sotto i piedi perchè ciò mi faceva credere di non aver ancora toccato il terreno (o vogliamo chiamrlo con il suo vero nome ..."fondo").
    Poi un giorno, ascoltai con maggiore attenzione una canzone, che avevo sentito chissà quante centinaia di volte prima ma superficialmente, e le parole dicevano "la vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare".
    Ed improvvisamente quel "cerchiolino di luce" è diventato un enorme portone!

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  4. Siamo noi che non siamo abituati al silenzio,che percepiamo come vuoto,un vuoto quasi imbarazzante.
    Hai mai notato(domanda retorica)che quando sei con le persone a cui vuoi bene non c'è imbarazzo a stare in silenzio?
    Il silenzio può avere molti significati,basta solo saperlo,appunto,ascoltare...

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  5. Adoro il silenzio. In tutte le sue forme.

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