domenica 21 febbraio 2010

24-L'aquilone

Vorrei essere un aquilone nelle mani di una bambina.
Legato ad un anima pura solo da un sottilissimo filo, lei la mia guida io il motivo del suo stupore.
Non avrei timore di sentirmi in mani così inesperte, certo che, finchè sarà nelle sue possibilità, mi terrebbe stretto a se con tutta la forza a sua disposizione.
E se un giorno un colpo di vento mi strapperà dalle sue mani, sarà perchè è il momento di salutarci, affinchè la sua gioia possa nascere dal suo cuore e non dai miei volteggi in cielo.
Ma poi chissà ... il vento un giorno potrebbe riportarmi da lei per fare in modo che almeno il ricordo di me, e quello di essere stato un suo "gioco", non sparisca mai dal suo cuore fanciullo.
In fondo l'essere un folletto ... è proprio questo.

4 commenti:

  1. Ho giocato solo una volta con un aquilone, quando ero bambina... solo una. Ma è uno dei ricordi più belli e vividi che ho...

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  2. questo post mi ha messo un po' di malinconia addosso..
    in che senso "essere un folletto.. è proprio questo"?
    grazie per il tuo commento..

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  3. Il folletto non ha fissa dimora ... nemmeno nei cuori.
    Accompagna le sue fate, e le coccola, fino a che loro non capiscono che possono farcela da sole, a quel punto è felice di vederle correre felici anche senza di lui.
    Forse questo metterà un pò di malinconia, ma il folletto, anche se non lo vedi è sempre dentro una delle tue tasche, e non ti abbandona mai.

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  4. sì.. hai ragione.. ma è brutto lo stesso..
    in questa vita ogni persona che incontri poi sei destinato a lasciarla, a non vederla più..
    "nulla è per sempre"
    odio separarmi dalle persone.. se penso che, se veramente riuscirò a lavorare con i bambini (malati o meno), dovrò separarmi da loro, mi viene un groppo in gola.. è una cosa che non riesco a sopportare..

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